Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Testata: Corriere della Sera Data: 25 luglio 2002 Pagina: 11 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «I nostri figli non hanno colpe: bisogna lasciarli vivere»
Prima di esaminare alcuni punti dell’articolo rileviamo come la menzogna che siano stati gli israeliani ad assassinare il bimbo si sia ormai trasformata in verità, nonostante i successivi accertamenti – fra i quali alcune riprese televisive di una tv francese – che hanno dimostrato che, per una serie di dinamiche, non potevano essere stati i soldati israeliani ad uccidere il piccolo Mohammed.
Il giornalista non confuta in alcun modo questa menzogna.
Quando hanno estratto dalle macerie qui a Gaza quei bambini – dice Amal Al Dura – mi è tornato in mente il mio Mohammed . Nessuna mamma dovrebbe mai provare un dolore del genere. Neppure quelle israeliane, che spesso non hanno neppure un corpo da stringere perché fatto a brandelli dalla furia omicida di qualche kamikaze! Da quel 30 settembre del 2000, quando tutto il mondo vide in diretta la morte di suo figlio schiacciato contro un muricciolo vicino al padre e cosa ci faceva un bambino in mezzo ad una sparatoria? Che urlava ai soldati israeliani di smettere di sparare. Ma non erano solo i soldati israeliani a sparare! Qui tutti sanno che Gaza è sovrappopolata, che distruggere una casa nel centro della città significa automaticamente firmare la condanna a morte per decine di civili, bambini compresi. Tanti bambini, perché noi palestinesi abbiamo tanti figli. E per sottolineare quest’ultima frase mostra con orgoglio la sua gravidanza al sesto mese. E’ la mia vendetta contro Sharon. Nessuno potrà sradicare i palestinesi dalla loro terra. Con gli ebrei è anche una guerra demografica. E noi la vinceremo. Cosa potranno mai fare gli aiuti umanitari per alleviare la miseria della popolazione di Gaza quando il desiderio di vendetta delle donne palestinesi passa anche attraverso la "produzione" di figli su scala industriale? E cosa dire dei bambini ebrei morti negli attentati? Finalmente il giornalista si ricorda di loro Amal fa un piccolo sobbalzo a sentire che il suo Mohamed è messo sullo stesso piano di un bambino ebreo vittima dei kamikaze islamici. I muri della sua casa a Bureje sono coperti di slogan inneggianti alla guerra santa contro i sionisti e ai martiri degli attentati suicidi. Un’ottima educazione per i piccoli Al Dura Ma Amal non si scompone: La morte di un bambino dovrebbe essere vietata, impedita. Nulla giustifica il suo sacrificio. Il discorso di Amal però cambia poco mentre dagli altoparlanti della moschea di Bureje giunge la notizia che è stato scoperto il corpo di un’altra vittima tra le macerie del bombardamento israeliano di Gaza.
"Ecco un altro morto un’altra famiglia in lutto. Talvolta vorrei che il soldato che uccise il mio Mohammed perdesse suo figlio. Sarebbe la giusta vendetta di Dio.
Cremonesi non ribatte che non è stato un soldato israeliano ad uccidere suo figlio e lascia questa terribile affermazione senza alcun commento. In verità siamo tutti nelle mani di Dio. E’ lui che decide se saremo martirizzati dagli israeliani oppure salvati per le nostre famiglie. Gli israeliani sono invece nelle mani dei kamikaze che possono decidere quando e dove farsi saltare in aria e possibilmente nei luoghi più affollati Io stessa, o uno dei miei figli potremmo uscire di casa e morire in uno scambio a fuoco con i soldati. I soldati israeliani non si aggirano per le strade di Gaza o altre città palestinesi facendo fuoco dove capita e senza alcun motivo. E’ vero invece che ogni israeliano giovane o vecchio che sia può uscire di casa e non farvi più ritorno perchè sulla sua strada ha incontrato un kamikaze che ha deciso che lui, proprio perché israeliano, dovesse morire.
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