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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Le scelte di Hezbollah secondo Macron 30/09/2020
Le scelte di Hezbollah secondo Macron
Analisi di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)

https://s.rfi.fr/media/display/a37f2408-d814-11ea-a361-005056a964fe/w:1280/p:16x9/2020-08-06T171428Z_2039918169_RC2H8I932YJ7_RTRMADP_3_LEBANON-SECURITY-BLAST-MACRON.webp
Emmanuel Macron


È stato un Presidente francese molto agitato, per non dire arrabbiato, che domenica 27 settembre si è rivolto alla Francia e ai media. Va detto che c'era un motivo. Come lo spiega  Le Monde a  caldo, in un articolo di quello stesso giorno, “ I partiti politici si erano impegnati con Monsieur Macron, andato a Beirut agli inizi di settembre, per formare un gabinetto di ministri ‘ competenti e indipendenti ‘  nell’arco di due settimane, conditio sine qua non per l'invio degli aiuti internazionali necessari alla ripresa del Paese. Domenica sera il Capo di Stato francese  ‘ha preso atto del tradimento collettivo’  dei partiti libanesi che, secondo lui,  ‘hanno la piena responsabilità’  di questo fallimento.” Insomma, lungi dal seguire i saggi consigli di un Presidente francese, che non ha esitato a fare due volte il viaggio per chinarsi al capezzale di un Libano duramente colpito dall'esplosione al porto di Beirut, i politici libanesi non hanno compiuto gli sforzi necessari. Emmanuel Macron non ha usato mezzi termini, rilasciando un clamoroso “Mi vergogno per il Libano”.

What Is Hezbollah? | PragerU

Certo, sarebbe meschino fargli notare che ci si chiede in nome di cosa o di chi provi questa vergogna, emendata poco dopo nel suo intervento da “Mi vergogno per i leader libanesi.”   La verità è che nessuno di questi ultimi mostra di provarne alcuna: non continuano forse a comportarsi come hanno sempre fatto  per decenni, senza attirare gli strali di nessuno? Non è forse il loro atteggiamento spudorato la causa della situazione catastrofica in cui si trovava il Paese già assai prima dell'esplosione?  Il Presidente francese probabilmente non ne era a conoscenza. Ha poi preso di mira una delle parti di questo “tradimento collettivo” e le ha dato una bella strigliata,  come fa un maestro di scuola che si rivolge a un allievo da cui si aspettava di meglio. Si tratta di Hezbollah, definito movimento terroristico da molti Paesi occidentali, eppure in precedenza, trattato con grande considerazione e rispetto da questo stesso Presidente. Quale deve essere stata quindi la sorpresa di Hassan Nasrallah e dei suoi consiglieri quando lo hanno sentito dire a proposito di questo movimento: “Non deve credere di essere più forte di quello che in realtà è ...  non può essere allo stesso tempo un esercito in guerra contro Israele, una milizia scatenata contro i civili in Siria e un partito rispettabile in Libano. Sta a lui dimostrare di rispettare i libanesi nel loro insieme. In questi giorni ha mostrato chiaramente il contrario ” .

Macron avrebbe finalmente criticato, anche se con moderazione, la guerra larvata contro Israele, un Paese con il quale il Libano non ha più alcuna controversia territoriale, una guerra condotta da Hezbollah per conto degli ayatollah iraniani che finanziano, addestrano e armano le sue truppe con l'obiettivo spesso esplicito di distruggere lo Stato ebraico? Eppure non ha mai reagito in passato alle dichiarazioni incendiarie di Nasrallah che si proponeva di mettere a ferro e fuoco il Nord di Israele. Il Presidente si sarebbe espresso anche contro la partecipazione delle milizie sciite alle manovre in Siria, una partecipazione che dura ormai da quasi sette anni, senza che la Francia abbia mai trovato niente da dire? Ci sarebbe piaciuto sentire una condanna, se non più forte, perlomeno più esplicita.  Ma se il movimento avesse dato prova di maggiore buona volontà nella ricerca di una soluzione alla crisi politica che sta dilaniando il Libano,  viene da chiedersi se la Francia, attraverso la voce del suo Presidente, avrebbe continuato a chiudere un occhio sugli attacchi di Hezbollah contro Israele e sulla sua partecipazione alla guerra civile in Siria.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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