Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Testata: Corriere della Sera Data: 26 luglio 2002 Pagina: 8 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Territori, nuovo agguato. Assassinato un rabbino»
La prima parte è la cronaca dell’assassinio del rabbino Eliemelech Shapira, ucciso in una imboscata a colpi di mitra mentre stava raggiungendo la sua abitazione nell’insediamento di Alei Zahav. Nella seconda parte dell’articolo l’attenzione del giornalista è rivolta alle difficili condizioni nelle quali vivono i palestinesi nei Territori.
Ci limitiamo a commentare alcune affermazioni che risultano poco obiettive ed in alcuni punti faziose.
I controlli in Cisgiordania si sono centuplicati. Non si nasconde la possibilità di una nuova ondata di attentati suicidi simile a quella che nella prima metà del 1996 seguì all’assassinio di Yehia Ayash, l’organizzatore degli attacchi kamikaze più gravi dal 1994. Ma oggi la rabbia è ancora più profonda. A cosa può essere imputata la rabbia dei palestinesi? All’uccisione di un capo terrorista che non ordinerà più altre stragi di civili israeliani? Oppure al fatto che dopo 22 mesi di violenza scatenata dal loro leader – una violenza che ha colpito indifferentemente innocenti israeliani e palestinesi - non hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati, e cioè di buttare a mare tutti gli ebrei? E sta scatenando una serie si critiche internazionali che ricordano da vicino quelle del 1982 contro l’invasione israeliana del Libano. Due realtà completamente diverse che non possono essere minimamente paragonate, sia da un punto di vista storico che politico. Da parte araba si sottolinea che il blitz su Gaza ha bloccato l’avvio del processo di distensione. Che ci fosse un processo di distensione non se n’era accorto nessuno.
Del resto il giornalista non "ricorda" tutte le volte che Sharon, in visita a Bush, per riavviare il processo di pace è stato costretto a rientrare precipitosamente in Israele a causa di una nuova strage di civili innocenti.
In merito poi alla "necessità di prevenire un disastro umanitario" nei Territori Cremonesi scrive:
Da tempo la comunità internazionale cerca di alleviare il blocco imposto dai militari israeliani su tutta la regione che ha tra l’altro fatto salire il tasso di disoccupazione a cifre che superano il 70 per cento della forza lavoro. Lodevole l’intento della comunità, la quale avrebbe dovuto da tempo contribuire in maniera più concreta a fermare le azioni terroristiche dei kamikaze, che sono e restano l’unico motivo del blocco imposto dall’esercito alla libertà di movimento dei palestinesi.
Ancora una volta si confonde causa ed effetto e, per non sbagliare, si addossa la responsabilità esclusivamente ad Israele.
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