Le omissioni di papa Bergoglio
Commento di Deborah Fait
A destra: Papa Bergoglio
E' strano che un accordo di pace dal nome che ricorda anche la religione cristiana non abbia fatto uscire dalla bocca di Papa Bergoglio una sola parola. Gli "Accordi di Abramo", firmati a Washington il 15 settembre, oltre a una breve notizia sugli organi di informazione vaticana, non hanno provocato nessuna reazione tra i prelati e tanto meno da parte del Papa che per anni si è agitato parlando di pace, pace, pace. Anni fa aveva invitato in Vaticano Shimon Peres e Abu Mazen e, dimenticandosi dei tanti crimini di quest'ultimo, lo aveva apostrofato "angelo della pace". Un terrorista, uno che aveva in mente la distruzione di Israele, che aveva le mani sporche del sangue delle Olimpiadi di Monaco del '70, che aveva scritto una tesi di laurea negando la Shoah e auspicando la fine del sionismo, era stato innalzato dal Capo della Chiesa cristiana al mestiere di angelo della pace. Un vescovo americano, capo del Comitato Internazionale Giustizia e Pace, ha liquidato l'importanza dell'accordo con due parole, anzi tre: "un primo passo", Bergoglio non ha avuto nemmeno il coraggio di imitarlo con due paroline annacquate e caute. Meglio il silenzio, meglio non rischiare di far arrabbiare i suoi amici palestinesi. Patetico. Israele, che Bergoglio, chiama soltanto Terra Santa (come faceva quel pagliaccio falso e perfido di Arafat), è stata la culla della cristianità, in Israele esiste una bella e importante, anche se piccola, comunità cristiana che , in caso di guerre o terrorismo, può essere colpita come ogni altra minoranza e come qualsiasi cittadino di Israele.
Questo accordo che potrà essere uno scampato pericolo anche per i cristiani e forse la fine del terrorismo per ordine dell'Arabia Saudita, non è bastato a strappare un sorriso e una parola di gioia al Papa. Un anno fa Bergoglio aveva firmato la dichiarazione di Abu Dhabi, il "Documento della fratellanza umana" che siglava l'amicizia tra cristianesimo e islam per porre fine alle guerre e al terrorismo. Il Papa è sempre molto soddisfatto e commosso quando incontra i suoi fratelli musulmani ma questa volta insieme al Bahrein e Emirati arabi c'era Israele a rovinargli la festa. Stranamente ogni volta che Israele o gli ebrei fanno parte di un qualsiasi quadro politico o religioso Bergoglio si incupisce. Questa volta la sua sofferenza non è stata provocata solo da Israele ma anche dalla presenza incombente di Donald Trump, l'odiato presidente. Mancano poche settimane alle elezioni USA e scommetto che in Vaticano si prega intensamente affinchè l'unico presidente USA coraggioso, che non ha fatto mai una guerra ma ne ha evitate tante, che non teme reazioni nemiche e che non le manda a dire a nessuno, non abbia altri quattro anni. L'accordo di Abramo non è solo un passo in più di Trump verso la presidenza ma ha dato anche a Netanyahu una vittoria diplomatica in più da segnare sul suo carnet, purtroppo nessuno dei due leader è amato in Vaticano. Sono sicura che Bergoglio voglia la pace in MO ma non con "quei due", se il suo "angelo" Abu Mazen fosse entrato nel quadretto, avrebbe fatto salti di gioia. Il dittatore palestinese non ci pensa nemmeno alla pace, per lui sarebbe la fine dei soldi che gli piovono addosso a miliardi di cui nessuno gli chiede conto, la fine del suo potere su milioni di poveri disgraziati e forse l'OLP dovrebbe pagare per i suoi innumerevoli crimini e per aver fatto scorrere tanto sangue per le strade di Israele e del mondo.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"
Ps. Domenica sera ha inizio lo Yom Kippur. Auguro a tutti gli amici Gmar Chatimà Tovà , Buona Firma per essere iscritti al Libro della Vita.