Tibet: la Cina esegue 'rieducazioni di massa' Cronaca di Gianluca Di Donfrancesco
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 23 settembre 2020 Pagina: 21 Autore: Gianluca Di Donfrancesco Titolo: «Tibet, una ricerca denuncia rieducazioni di massa»
Riprendiamo dal SOLE24ORE di oggi, 23/09/2020, a pag.21, la breve "Tibet, una ricerca denuncia rieducazioni di massa" di Gianluca Di Donfrancesco.
Non sono una novità le politiche cinesi in Tibet, su cui giustamente il Sole24Ore si sofferma. Perché non fanno altrettanto le altre testate italiane?
Ecco l'articolo:
Rieducazione di massa in Tibet attraverso campi di lavoro: lo studio di un antropologo tedesco della Jamestown Foundation, Adrian Zenz, confermato dall'agenzia di stampa Reuters, accusa le autorità di Pechino di attuare nella regione un programma analogo a quello condotto nello Xinjiang nei confronti degli uiguri, considerato lavoro forzato dai gruppi che difendono i diritti umani. In una dichiarazione alla Reuters, il ministero degli Esteri cinese ha negato con forza l’accusa e ha aggiunto che in Cina vige lo Stato di diritto. Secondo il report della statunitense Jamestown Foundation, la Cina starebbe spingendo contadini e pastori tibetani ad abbandonare i campi, per trasferirli in centri di formazione, dove vengono riconvertiti in operai. Tra i documenti citati, c'è un avviso del Governo regionale tibetano dello scorso mese, in base al quale il 15% della popolazione - 543mila persone - ha seguito il programma nei primi sette mesi di quest'anno:49.90o sarebbero stati ricollocati all'interno del Tibet e altri 3.100 sarebbero stati spediti in province diverse.
Si tratta spesso di lavori umili, a basso reddito. Le politiche sarebbero state introdotte nel 2019 e nel 2020, per promuovere la formazione e il ricollocamento di «lavoratori agricoli in eccedenza», la stessa espressione usata in un libro bianco pubblicato da Pechino di recente, a difesa delle sue iniziative nello Xinjiang. Il regime presenta queste politiche come un modo per sradicare la povertà e nega l'intento di reprimere etnie diverse da quella dominante nel Paese (han), ma maggioritarie in alcune aree. Secondo Zenz, un ricercatore indipendente su Tibet e Xinjiang, i contadini vengono sottoposti in modo almeno in parte «coercitivo» aura rieducazione anche ideologica e «in stile militare». I tibetani vengono inoltre spinti a cedere le loro terre a cooperative gestite dal Governo. Ad agosto, il presidente Xi Jinping ha affermato che la Cina intensificherà gli sforzi contro il separatismo in Tibet, dove l'etnia locale rappresenta circa il 90% della popolazione. I critici, guidati dal Dalai Lama, accusano le autorità di «genocidio culturale». I giornalisti stranieri non sono autorizzati a entrare in Tibet, mentre i cittadini stranieri sono ammessi solo nei tour approvati dal regime di Pechino.
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