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Libero Rassegna Stampa
18.09.2020 A Betlemme tassa islamica sui cristiani
Commento di Andrea Morigi

Testata: Libero
Data: 18 settembre 2020
Pagina: 1
Autore: Andrea Morigi
Titolo: «A Betlemme tassa islamica sui cristiani»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/09/2020, a pag.1 con il titolo "A Betlemme tassa islamica sui cristiani", il commento di Andrea Morigi.

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Andrea Morigi

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La chiesa della natività

A Betlemme, quest'anno capitale della cultura del mondo arabo e soprattutto luogo in cui 2020 anni fa la Vergine Maria diede alla luce Gesù Cristo, sono quasi scomparsi i cristiani. Sommati, gli appartenenti a tutte le Chiese, cattolica, protestanti e ortodosse, Imo a poche decine di anni fa raggiungevano quasi il 90% della popolazione, oggi arrivano a fatica al 12%. Si avviano a raggiungere la percentuale con gli altri territori della Cisgiordania, dove i cristiani sono ormai solo l'1,7 per cento. Non c'entra l'emergenza Covid, che è troppo recente per aver influito sulla presenza di quella che rappresentava la maggioranza e ora è una minoranza in via di progressiva estinzione. E nemmeno si può dare la colpa al muro, costruito da Israele al confine a partire dal 2002 per evitare di importare attentatori suicidi e ha funzionato salvando centinaia di vite umane. Semmai, il problema è nell'Autorità Nazionale Palestinese, non uno Stato ma un'organizzazione politico-amministrativa le cui regole sono ispirate alla legge islamica, che assomiglia tanto all'apartheid.

SOTTOMESSI Infatti, la Costituzione dell'Anp, il governo creato per gestire la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, relega i cristiani alla condizione di cittadini di seconda classe. Sebbene sia stato stabilito, fin dai tempi della leadership di Yasser Arafat, che il sindaco di Betlemme dev'essere un cristiano, è illegale - e teoricamente passibile di pena di morte - abbandonare l'islam per ricevere il battesimo; ed è proibito, anche in questo caso con la morte - vendere terreni o proprietà immobiliari a cittadini o società israeliane. E, soprattutto, i cristiani sono tenuti a versare una "tassa di protezione", la jizya, alla comunità islamica. Coloro che non intendono pagare il "pizzo" alla mafia locale, vengono perseguitati e non rimane loro altra scelta che espatriare. Salvo poi, per proteggere i pochi parenti che sono rimasti sotto il giogo della Mezzaluna, accuseranno Israele di essere la causa di ogni loro sventura naturale e soprannaturale. Tranne i pochi che, come Christy Anastas che, sotto l'egida del Jerusalem Institute of Justice, a Uppsala, in Svezia, sei anni addietro ha osato denunciare la sottomissione dei cristiani e anche l'assassinio di un suo zio, che non era disposto a cedere all'estorsione. Risultato: la ragazza è fuggita dal proprio Paese e si trova in esilio perché, perfino fra i suoi familiari più stretti, c'è chi le ha promesso di conficcarle un proiettile in testa Partita lei, non terminano certamente gli abusi contro i cosiddetti "protetti", che nelle sue opere la scrittrice Bat Ye'or definisce i dhimmi.

VIOLAZIONI Attualmente, la Cisgiordania, erroneamente considerata più moderata rispetto alla Striscia di Gaza, sottoposta al governo di Hamas, vive sotto un regime in cui «gli arabi cristiani sono vittime di violazioni frequenti dei diritti umani da parte dei musulmani. Vi sono molti esempi di intimidazione, percosse, furto di terreni, roghi di chiese e di altre istituzioni confessionali, rifiuto di posti di lavoro, boicottaggio economico, torture, rapimenti, matrimoni forzati, molestie sessuali ed estorsione», spiega al sito della Hudson Foundation Justus Weiner, ricercatore presso il Centro per gli Affari Pubblici di Gerusalemme, spiegando che «i funzionari dell'Autorità Palestinese sono direttamente responsabili per molte violazioni dei diritti umani». Se molti fuggono, non si possono biasimare perché non vogliono rimanere ostaggi nella loro città d'origine. Le donne, soprattutto, prese di mira se non indossano il velo prescritto dalle interpretazioni più fondamentaliste della legge coranica. Così, nonostante il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 528, riferisca che «la venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei Giudei mostra che essi, alla luce messianica della stella di Davide, cercano in Israele colui che sarà il re delle nazioni», quel trono per ora rimane occupato dai seguaci di Maometto. Con i quali si prova anche a dialogare, nella consapevolezza che essi combattono la guerra santa fino alla scomparsa dei "miscredenti".

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