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La Stampa Rassegna Stampa
10.09.2020 Amos Luzzatto (1928-2020)
Commento di Elena Loewenthal

Testata: La Stampa
Data: 10 settembre 2020
Pagina: 5
Autore: Elena Loewenthal
Titolo: «Luzzatto, medico e scrittore: 'La violenza è una marea'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/09/2020 a pag.5, con il titolo "Luzzatto, medico e scrittore: 'La violenza è una marea' ", il commento di Elena Loewenthal.

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Elena Loewenthal

Addio a Luzzatto, grande “ebreo di sinistra” e grande intellettuale - La  Stampa - Ultime notizie di cronaca e news dall'Italia e dal mondo
Amos Luzzatto

Amos Luzzatto, che ci ha lasciati ieri a novantadue anni dopo una vita piena di umana ricchezza, ne ha viste tante, in vita sua: è proprio come ogni ebreo nato in Europa nella prima metà del Novecento, che si è trovato a conoscere l'emarginazione, la persecuzione, l'ingiustizia e l'odio. Per lui questa esperienza di vita si è tramutata ed è sempre rimasta un impegno civile irrinunciabile. Non sopportava l'ingiustizia e i soprusi, non esitava a mobilitarsi, quando c'era da farlo: «La violenza, l'incitamento all'odio fra popoli, culture, religioni diverse... tutto questo è tragicamente nella cronaca quotidiana. Saremo capaci di reagire a questa marea?», domandava quindici anni fa all'allora capo Presidente Carlo Azeglio Ciampi in occasione del Giorno della Memoria. Quanto sono ancora tremendamente attuali, queste parole. Tale passione civile si associava in lui a un profilo complesso di intellettuale, scrittore, studioso, medico, esponente della comunità ebraica italiana. Proprio in questa straordinaria poliedricità stavano la sua grandezza, la sua capacità di ricoprire ruoli diversi in una sempre fertile osmosi di pensieri, parole e azioni. Nato a Roma nel 1928 ma di solide radici venete, «la mia famiglia è molto composita», diceva. Quello di Luzzatto è infatti il nome di una antica e illustre «casata» giunta probabilmente dalla Lusazia all'alba dell'era moderna. Amos Luzzatto lasciò l'Italia nel 1939, sospinto con la famiglia dall'obbrobrio delle leggi razziali fasciste: per tutti loro la terra d'Israele, Palestina sotto il governo mandatario britannico divenne il rifugio dove aspettare che la tempesta passasse. Tornarono in Italia nel 1946. Amos studiò medicina e divenne chirurgo: esercitò per decenni, anche da primario, associando sempre la vita di cura degli altri a quella dello studio. Si orientava fra i testi della tradizione ebraica con la disinvoltura e la libertà di chi ci sente davvero a casa, ne conosce ogni angolo, anche il più sperduto — e difficile. Affrontò con la traduzione e il commento alcuni fra i libri più impervi della Bibbia, dal Qohelet al Cantico dei Cantici a Giobbe: il suo è sempre stato un approccio in linea con la tradizione rabbinica ma anche innovativo, contemporaneo. Ha scritto tanto, sugli Ebrei Moderni, sulla Sinistra e la questione ebraica, per citare solo due titoli. Dal 1998 al 2006 è stato Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Sia il suo ricordo in benedizione.

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