La verità esce dal pozzo
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
In senso orario dall'alto, le bandiere di Kosovo, Israele, Serbia, Usa
Nuovo successo per la diplomazia americana: lo scorso 4 settembre il Presidente serbo Alexander Vucik e il Primo Ministro kosovaro Avdulah Hoti hanno firmato un accordo di cooperazione economica alla Casa Bianca. Abbastanza per rallegrare l'Unione Europea che aveva chiesto un riavvicinamento tra questi due Paesi, sorti dalle ceneri della ex Jugoslavia; come ha sottolineato Le Monde in un editoriale del 6 ottobre del 2019 “Gli esecrabili rapporti tra Kosovo e Serbia costituiscono un grosso ostacolo al riavvicinamento di quest’ultima all'Unione Europea con cui Belgrado sta negoziando la sua adesione.”
Al centro, Donald Trump
Ma invece delle previste congratulazioni, Peter Stano, il portavoce dell'Unione Europea, ha appena rivolto alla Serbia un severo monito. Se qualcuno dubitava ancora della profonda ostilità dei leader dell'Unione Europea nei confronti di Israele, ne troverà una dimostrazione lampante. Perché nel quadro dei negoziati condotti sotto l'egida americana, il Kosovo stabilirà delle relazioni diplomatiche con Israele e ha annunciato la sua intenzione di aprire un'ambasciata a Gerusalemme; peggio, la Serbia, che già intrattiene rapporti con lo Stato ebraico, sposterà la sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Il Primo Ministro israeliano non ha nascosto la sua soddisfazione, sottolineando che il Kosovo sarebbe il primo Paese a maggioranza musulmana ad aprire un'ambasciata a Gerusalemme. A Ramallah regna l’indignazione: “La Palestina è diventata la vittima delle ambizioni elettorali di Trump”, ha reagito venerdì Saeb Erakat, Segretario Generale dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP)”, citato da Le Figaro del 4 settembre. Un'indignazione condivisa dall'Unione Europea, posta di fronte a un vento contrario a quello che essa considera un crimine di lesa maestà. Il signor Stano è chiaro su questo punto: “Qualsiasi misura che mettesse in discussione la posizione comune dell'Unione Europea su Gerusalemme sarebbe preoccupante e deplorevole ... Poiché il Kosovo e la Serbia hanno fatto dell'adesione all'Unione Europea una priorità strategica, l'Unione si aspetterebbe che loro agiscano conformemente alla sua posizione comune.” Ha aggiunto che un Paese come la Serbia che sta negoziando il suo ingresso nell'Unione, dovrebbe allinearsi alle sue posizioni in politica estera. La minaccia è appena velata. Spetta alla Serbia - e di conseguenza al Kosovo - riflettere attentamente. Ancora prima dei lunghi e difficili negoziati che forse un giorno consentiranno loro di diventare membri a pieno titolo o associati dell'Unione Europea, devono mettersi in riga e inchinarsi a un diktat di un’ arroganza da togliere il fiato, pena la perdita di ogni possibilità di accedervi. Sul serio? L'accordo di normalizzazione tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti e gli sviluppi in corso nella regione hanno dimostrato che i palestinesi hanno finalmente perso il potere di veto che detenevano su qualsiasi normalizzazione tra Israele e i Paesi arabi finché non si fosse trovata una soluzione adeguata. Siamo stupefatti di scoprire che continuano ad avere un diritto di veto sull'adesione di nuovi Paesi all'Unione Europea. Perché e come l'Unione Europea si trova così asservita a un conflitto che continua lontano dai suoi confini?
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".