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Fiaba da Mille e Una notte – versione kasher
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Non è facile organizzare conferenze nei Paesi musulmani, soprattutto quando tra i partecipanti sono presenti personalità ebraiche. Spesso queste ultime devono accontentarsi dei piatti kosher, ma difficilmente gourmet, delle compagnie aeree o rassegnarsi a mangiare solo cibo in scatola o frutta. D’altro canto, i Paesi arabi, ma soprattutto quelli del Golfo, sono invece rinomati per la loro ospitalità e per lo splendore dei loro ricevimenti. Da qui la domanda: come hanno risolto il problema gli Emirati Arabi Uniti durante lo storico incontro dell'1 e 2 settembre? La delegazione americana era guidata da Jared Kushner, genero del Presidente Trump ed ebreo ortodosso.
A capo della delegazione israeliana c'era Meir Ben Shabbat, Capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale, altrettanto praticante; ha anche partecipato a un minyan organizzato presso l'hotel della delegazione ad Abu Dhabi, dove è stata recitata una preghiera speciale per il governo e le forze armate degli Emirati Arabi Uniti. Gli Emirati hanno risolto il problema con una munificenza tutta mediorientale. È vero che potevano contare sull'assistenza della Comunità ebraica degli Emirati, ufficialmente riconosciuta dalle autorità nel 2019, anno che era stato proclamato “l'anno della tolleranza." La comunità è guidata da Ross Kriel, rappresentante di una grande società che l’aveva inviato a Dubai nel 2013. Sua moglie Elli, che lo ha accompagnato con i loro tre figli, aveva capito subito che se voleva continuare a mangiare kosher non poteva contare che su se stessa. I Kriel sono ospitali e hanno aperto volentieri le loro porte agli ebrei in visita in quel Paese. Hanno così ricevuto il rabbino Yehuda Sarna, laureato alla Yeshiva University e primo Rabbino Capo nella storia degli Emirati, titolo concessogli nel 2019 in occasione dell'anno della tolleranza; il Rabbino Capo della Polonia e alcuni rabbini del Sud Africa, il Paese natale di Elli, una sociologa di formazione che dovette riciclarsi per necessità in gastronomia ebraica, attività in cui è diventata una vera professionista. Nel 2019 ha aperto “Elli Kosher Kitchen ” (www.elliskosherkitchen.com) da asporto: oggi è una piccola impresa che sta andando molto bene e come d’obbligo ha la sua pagina su FaceBook. È quindi del tutto naturale che le suddette autorità si siano rivolte a lei. Il compito non è stato per niente facile, vista la quantità di pasti e spuntini da preparare. C'era anche il problema del livello di Kasherut. La soluzione ? Il rabbino Yissachar Krakowski, che rappresenta l’Unione Ortodossa Kosher in Israele, la più grande agenzia di certificazione kosher al mondo, è stato ufficialmente invitato a venire ad Abu Dhabi a spese degli Emirati Arabi Uniti, per certificare che il livello di kasherut avrebbe soddisfatto le esigenze dei più rigorosi. Aveva alcune riserve, ma vide subito che qualunque cosa il re - o l'emiro volesse – incluso fare l'impossibile, diventava possibile. Sono state ordinate delle stoviglie - sontuose ovviamente - appositamente per l'occasione, così come i bicchieri e le posate adeguati. E la cosa più bella di questa storia è che non è una fiaba.
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