Morto il 'compagno Duch' genocida sotto l'insegna dei Khmer Rossi Commento di Stefano Vecchia
Testata: Avvenire Data: 03 settembre 2020 Pagina: 13 Autore: Stefano Vecchia Titolo: «Morto il 'camerata Duch' torturatore dei Khmer Rossi»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 03/09/2020, a pag.13 il commento di Stefano Vecchia dal titolo "Morto il 'camerata Duch' torturatore dei Khmer Rossi".
Kaing Guek Eav
A comunicare della morte, ieri mattina, di Kaing Guek Eav, il più noto tra i Khmer Rossi condannato dal Tribunale speclale incaricato di giudicare i crimini di quel regime, è stato lo stesso portavoce del Tribunale, Neth Pheaktra. Più noto come "Camerata Duch': il 77enne Kaing era stato condannato a 30 annidi reclusione nel 2010 dai giudici della istituzione mista cambogiana-internazionale nata per iniziativa Onu nel 1997. Una condanna per crimini di guerra, tortura e crimini contro l'umanità che due anni dopo, in appello, era stata aggravata in ergastolo. Una pena che ha confermato il ruolo determinante dell'ex direttore di Tuol Sleng, la scuola nella capitale Phnom Penh diventata centro di detenzione e sterminio sotto il regime responsabile della morte di almeno un milione e mezzo di cambogiani tra il 1975 e il 1079. Di questi, l4mila - uomini e donne di ogni età- furono torturati e uccisi sotto la responsabilità diretta del Camerata Duch che lui non ha mai negato. Durante le udienze del processo, la sua testimonianza è stata rilevante per far luce su molti aspetti del regime e sul ruolo che altri gerarchi finiti sotto giudizio - il capo dello Stato Khieu Samphan, il ministro degli Esteri leng Say e sua moglie leng Thirith, l'ideologo Nuon Chea, gli ultimi tre deceduti durante le udienze in carcere negli ultimi anni- hanno avuto nel tentativo del «Fratello numero 1», Pol Pot, di riportare la Cambogia a un'utopia agraria, sterminando nei 'killing fields" la popolazione urbana, gli intellettuali, la borghesia e chiunque fosse considerato contrario al regime legato a interessi stranieri. Le molte testimonianze sulle atrocità commesse a Tuol Sleng, tra cui quelle dei rari sopravvissuti hanno inchiodato l'ex insegnante di matematica alla sue responsabilità facendone l'accusato di punta successivamente alla morte di Pol Pot nel 1998 e - per molti - anche un capro espiatori dei crimini del regime. Una fama, comunque, non immeritata. «Niente nell'ex scuola avveniva senza l'approvazione di Duch. Il suo controllo era totale», ricorda il fotografo e scrittore Nic Dunlop nel suo libro “The Lost Executioner", basato su interviste al Khmer Rosso che lui stesso aveva individuato nel 1999 in un rifugio prossimo al confine thailandese, mentre svolgeva lavoro umanitario dopo essersi convertito al cristianesimo protestante e avere ricevuto il battesimo.
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