Cucinare kasher negli Emirati Commento di Simona Verrazzo
Testata: Il Venerdì di Repubblica Data: 28 agosto 2020 Pagina: 22 Autore: Simona Verrazzo Titolo: «La pace tra Emirati e Israele l'ha apparecchiata Elli»
Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 28/08/2020, a pag.22 con il titolo "La pace tra Emirati e Israele l'ha apparecchiata Elli", l'analisi di Simona Verrazzo.
Elli Kriel
C'È IL LATO politico dello storico accordo di pace siglato due settimane fa da Emirati Arabi Uniti e Israele (finora lo Stato ebraico era riconosciuto nel mondo arabo solo da Egitto e Giordania). E c'è quello umano e culturale: l'avvicinamento è infatti stato favorito dalla presenza della comunità ebraica che vive negli Emirati. Si tratta di una minoranza che, nel corso degli ultimi tempi, si è sempre più integrata nel tessuto sociale, e che negli ultimi mesi ha visto emergere una donna intraprendente. Durante il lockdown, infatti, si è avuto un boom della consegna a domicilio di cibo, tra cui il kosher, cioè cucinato secondo le regole della religione ebraica. L'idea era stata lanciata poco tempo prima da Elli Kriel e si è rivelata vincente durante l'emergenza coronavirus. Nata in Sudafrica, dal 2013 negli Emirati, Elli si è occupata di sociologia sia alle università di Johannesburg e di Dubai sia come consulente per aziende private, ma è la cucina la sua vera passione e così, dopo aver ricevuto l'approvazione delle autorità ebraiche locali, ha lanciato Elli's Kosher Kitchen, primo servizio di consegna a domicilio di cibo kosher nella regione del Golfo. Nascere in un Paese che ha conosciuto la segregazione razziale l'ha spinta a compiere studi sulle relazioni sociali. «Il mio dottorato di ricerca» racconta al Venerdì «si occupava di come la comunità ebraica abbia affrontato l'inclusione, ma anche dell'esclusione sociale nel post-apartheid». E la cucina svolge sempre un ruolo cruciale dal punto di vista culturale, in Sudafrica come negli Emirati. «Il cibo è identità, occasione di incontro tra popoli diversi. E tra la cucina ebraica e quella emiratiana e araba i punti in comune sono molti». Se il 2019 si era concluso con la nomina del nuovo rabbino capo, Yehuda Sarna, e l'annuncio della costruzione della Casa della famiglia abramitica, dove una sinagoga, una chiesa e una moschea sorgeranno sullo stesso sito, il 2020 è l'anno del consolidamento di questo rapporto. La comunità ebraica residente conterebbe circa tremila persone, cui si aggiungono quelle in transito per lavoro o turismo. Un'integrazione che guarda all'attesissimo Expo di Dubai, posticipata al 2021, dove già da mesi è stata confermata la presenza del padiglione di Israele. «Oltre al cibo sto pensando a veri e propri kosher tour, con luoghi da visitare e dove soggiornare» rivela Elli «per tutti coloro che vogliano scoprire la varietà, anche religiosa, degli Emirati».
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