Palestinesi: manifestazione e manipolazione
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
A destra: manifestazione di arabi palestinesi contro l'accordo Emirati-Israele
Il titolo era comunque promettente: “Manifestazione palestinese in Cisgiordania contro l’accordo Israele-Emirati”; per rincarare la dose Le Figaro del 19 agosto aveva pubblicato una grande foto dove si vedono dozzine di palestinesi sventolare bandiere nuove fiammanti: era ovvio che facevano la loro prima apparizione in pubblico. “Membri di movimenti palestinesi rivali, il laico Fatah del Presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas e l'islamista Hamas, hanno partecipato insieme alla protesta, un evento raro, secondo un corrispondente dell'Agence France Presse (AFP) presente sul luogo.” Davvero raro, data la profonda avversione tra Autorità palestinese e Hamas, che l'aveva cacciata via dalla Striscia di Gaza con un sanguinoso colpo di Stato. Ancora oggi Ramallah sta cercando di soffocare Gaza rifiutandosi di pagare gli stipendi dei suoi funzionari. Questo importante incontro si è tenuto a Turmus Ayya, un paesino di meno di quattromila abitanti a una ventina di chilometri da Ramallah. I manifestanti, "venuti da molte zone della Cisgiordania" hanno ascoltato il discorso infuocato di Mohammed Shtayyeh, Primo Ministro palestinese, che ha dichiarato: "Oggi diciamo al mondo che siamo uniti contro l'accordo del secolo, l'annessione e normalizzazione ”e ha definito la decisione degli Emirati “una pugnalata alle spalle”. È stata poi la volta di Hassan Youssef, "rappresentante di Hamas in Cisgiordania", che ha denunciato il Piano di pace del Presidente Trump e l'accordo tra Emirati e Israele. Ci sono stati, ci racconta ancora Le Figaro, “scontri intorno a Turmus Ayya tra manifestanti e forze israeliane, gli uni che lanciavano pietre e le altre che lanciavano gas lacrimogeni.” Ma a proposito, quanti erano quei manifestanti venuti ad assistere a questo incontro davvero eccezionale, data la partecipazione dei fratelli nemici, Hamas e Fatah? “Circa 2.000” secondo Le Figaro. Una cifra che pare notevolmente sovrastimata guardando un video pubblicato online. Tanto più che per Radio France International, che riporta l'evento quello stesso giorno in termini identici a quelli di Le Figaro, erano solo poche centinaia. La stessa cosa vale per AFP, la cui relazione è la fonte di questi due media. Eppure la cifra di 2.000 scivola verso la fine di entrambi i rapporti. Perché? Si riferisce forse a una dichiarazione dell'Autorità palestinese, ansiosa di dare maggiore spazio a un incontro che non ha avuto successo? A Ramallah verrà evocato senza dubbio il Coronavirus, con i suoi effetti devastanti, e gli onnipresenti soldati israeliani. Fahd Yassin, un giovane ingegnere palestinese ferocemente contrario a quella che chiama “l'Occupazione” e come tale più volte imprigionato in Israele, ha un'altra spiegazione che abbiamo potuto leggere su Le Monde il 29 luglio scorso: “ … L'Autorità palestinese ha divorato i propri figli. Se oggi chiedesse alla gente di scendere in piazza e resistere pacificamente, come lei vorrebbe, non risponderebbe nessuno. Più nessuno ha fiducia nel progetto palestinese. I giovani non dimostreranno, nemmeno contro l'annessione. "
Video
State of Palestine: Demonstrators rally against Israel-UAE deal in Turmus Ayya, face off with Israeli forces Palestinian Territory, Occupied, Turmus Ayya Politics August 20, 2020 at 02:58 GMT +03:00 · Published Copied from page
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".