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Italia Oggi Rassegna Stampa
19.08.2020 Il dovere della memoria: Caccia israeliani nei cieli della Germania
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 19 agosto 2020
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Caccia israeliani in Germania»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 19/08/2020, a pag.12 con il titolo "Caccia israeliani in Germania" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

Here's how the Israeli Air Force gets its squadron emblems – The ...

Sei cacciabombardieri, con una spada e due ali come simbolo sulla carlinga, sono entrati lunedì nello spazio aereo della Germania. E si è alzata in volo, per andargli incontro, una squadriglia di Eurofighter tedeschi. E un evento storico. Per la prima volta l'aviazione israeliana compie un'esercitazione insieme con la Luftwaffe della Repubblica Federale, a 75 anni dalla fine del Reich nazista. Una collaborazione riuscita dopo due anni di colloqui. I sei caccia F-16 con le insegne israeliane, accompagnati da due aerei cisterna, e da un Boeing passeggeri per trasportare i militari, uomini e donne, e la delegazione, sono atterrati nella base di Nörvenich, 10 mila abitanti, vicino a Colonia, in Nord Renania Westfalia. Ne ha parlato il telegiornale, e famiglie con bambini sono andate nel pomeriggio in gita alla base. Si sono scattati selfie da lontano sullo sfondo dei caccia. Sarebbe ovviamente vietato, ma non c'è nulla di top secret, il modello dell'F-16 si compra nei negozi di giocattoli. Lunedì, gli aerei israeliani e quelli tedeschi in formazione mista sono volati verso Sud. Hanno sorvolato a bassa quota il lager di Dachau, alle porte di Monaco, il primo campo di concentramento (non di sterminio) aperto già nel '33, subito dopo la presa di potere di Hitler. All'inizio vi vennero deportati i comunisti e quelli che venivano considerati asociali, come gli omosessuali, e infine gli ebrei (su 200 mila morirono di stenti e per violenze in 41 mila).

Poi i caccia hanno sorvolato lo Stadio Olimpico, quello che appariva avveniristico nel 1972, e quindi il villaggio olimpico per ricordare l'attacco del commando palestinese il 5 settembre durante i giochi: due atleti israeliani furono uccisi subito, altri nove presi in ostaggio. Gli otto palestinesi chiedevano la liberazione di 232 compagni prigionieri in Israele, e dei terroristi della Rote Armee Fraktion, Andreas Baader e Ulrike Meinhof. I tedeschi finsero di cedere, il commando con i prigionieri avrebbe potuto lasciare la Germania in aereo dalla base di Fürstenfeldbruck. Ma le teste di cuoio tentarono di liberare gli atleti nella notte del 6 settembre: l'azione confusa si concluse con una tragedia. Tutti gli ostaggi furono uccisi, dai palestinesi e sicuramente anche dal fuoco amico. Cinque terroristi furono abbattuti e tre presi prigionieri. I giochi non furono sospesi e si continuó a gareggiare. In seguito venne rivelato che i neonazisti tedeschi avevano appoggiato i palestinesi. La Germania Est fin dagli anni cinquanta forniva aiuti militari ai paesi arabi contro Israele. Il fiasco di Monaco pesò per anni nelle relazioni tra la Repubblica Federale e Israele. L'anno seguente, il 22 giugno del '73, pochi mesi prima della Guerra del Kippur, Willy Brandt andò in visita in Israele, invitato da Golda Meir. All'aeroporto di Tel Aviv, pochi civili lo accolsero con cartelli di benvenuto: «Welcome Willy, ma Willy non è tedesco». L’esibizione delle due squadriglie ha ricordato la Shoah, e colpe ed errori più recenti.

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