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La Repubblica Rassegna Stampa
18.08.2020 Ecco il programma di Biden e Harris
Michael Walzer intervistato da Anna Lombardi

Testata: La Repubblica
Data: 18 agosto 2020
Pagina: 15
Autore: Anna Lombardi
Titolo: «Michael Walzer: 'Kamala è il volto duro del partito'»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 18/08/2020, a pag. 15, con il titolo "Michael Walzer: 'Kamala è il volto duro del partito' ", l'intervista di Anna Lombardi a Michael Walzer.

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Anna Lombardi

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Michael Walzer

«Per scuotere l’America serve un messaggio brutalmente partigiano. E solo una figura come Kamala Harris sarà in grado di darlo. La pandemia ci ha colpito duramente, devastando chi già viveva in condizioni precarie. Oggi siamo tutti più vulnerabili. È una nazione ferita quella a cui Joe Biden e il suo partito dovranno saper parlare attraverso questa convention. Affrontando i fatti con onestà e denunciando i fallimenti di Donald Trump». Michael Walzer, 84 anni, professore emerito di Princeton, è l’influente filosofo della politica autore di saggi come L’intellettuale militante . Già condirettore della rivista politica e culturale Dissent con cui ancora collabora, è una delle figure più influenti dei liberal americani. Colui che da oltre mezzo secolo sprona la sinistra americana a rimettersi in gioco.
Joe Biden ha unificato il partito intorno a lui. Ma le divisioni interne non mancano... «È stato piuttosto Donald Trump a unificare i dem. Biden è un politico convenzionale, un centrista costretto dagli eventi a spostarsi a sinistra. Ma non ha mai voltato le spalle alla classe operaia. Se eletto, incarnerà, probabilmente suo malgrado, una versione contemporanea del New Deal: sarà cioè un presidente liberal capace di mettere in atto riforme economiche e sociali innovative. Non potrà farne a meno perché il Paese ne ha bisogno. La sinistra, dunque, gli darà una mano».

Etats-Unis : Joe Biden choisit comme vice-présidente Kamala Harris ...
Joe Biden, Kamala Harris

A dispetto delle differenze? «Se Biden sarà eletto, ridurrà le tensioni al minimo, lavorando ad una grande coalizione dove figure come Elizabeth Warren approderanno a ministeri chiave. Se ci si arriverà, la sua nuova Amministrazione sarà più a sinistra di quella di Obama. Almeno per il primo anno la collaborazione di tutti sarà massima. E per fortuna. Ci sono cose che non possono aspettare».
Quali? «La crisi determinata dal virus ha portato a galla le grandi falle del sistema americano. La sanità. Gli alloggi costosi. I salari minimi troppo bassi. C’è tanto lavoro da fare. Si troverà il modo di fare compromessi costruttivi».
Gli stessi compromessi che hanno spinto Joe Biden a scegliere Kamala Harris, alle primarie sua più agguerrita avversaria? «Harris assomiglia a Biden più di quel che sembra. Anche lei è una centrista, una ex procuratrice tosta, spinta a sinistra dal momento politico. Personalmente avrei preferito al suo posto Warren: la trovo più preparata. Ma la scelta di Kamala è buona. In questa campagna serve, appunto, qualcuno capace di dire quelle cose brutalmente partigiane che né Biden, né il partito hanno saputo dire finora. Lei lo farà».
Qual è questo messaggio "brutale" necessario a battere Trump? «La colpa di questa crisi è del presidente, bisogna ripetere fino allo sfinimento. Insieme al fatto che scopo di questa elezione è mandarlo via dalla Casa Bianca. Le tv dovrebbero martellarci con le immagini dove Trump minimizza il Covid 19. Ma i dem sembrano incapaci di partigianeria politica. Non sono abbastanza crudeli. Va bene parlare positivamente dei programmi: mostrare di sapere come affrontare la crisi della pandemia e la conseguente recessione. Ma per battere Trump, serve la sua stessa cattiveria. In questo senso, mi preoccupa molto un dibattito Trump-Biden. Ma già mi gusto quello fra Harris e Pence».
In un momento di gravi tensioni razziali come questo, che influenza avrà un movimento come Black Lives Matter? «Black Lives Matter non ha leadership nazionale ed è un movimento privo di organizzazione coerente. Ci sono gruppi interessati a far parte di coalizioni e organizzazioni di nazionalisti afroamericani disinteressati alle alleanze. È vero, BLM ha determinato il dibattito degli ultimi mesi. Ma è difficile dire come tutto ciò si tradurrà politicamente. Alcuni articoli sul New York Times , hanno d’altronde fatto emergere come in diverse comunità afroamericane gli elettori non vogliono affatto togliere fondi alla polizia. Nei loro quartieri vorrebbero anzi più agenti: solo, più preparati. La gente vuol sentirsi sicura. Dare il messaggio giusto in tal senso, sarà per i democratici scivoloso e cruciale».
Negli ultimi sondaggi Biden è in lieve calo. Riuscirà a recuperare il voto del ceto medio bianco? «Biden sa parlare a quella gente. È uno di loro. L’intero partito deve però imparare ad essere più onesto quando affronta la situazione dell’industria manifatturiera. Deve parlare di trattati commerciali e delocalizzazione. Esponendo piani per rilanciare o riconvertire le fabbriche e altri su come pensa di creare nuovi posti di lavoro alternativi: magari investendo nel campo delle energie rinnovabili. Dimostrando coi numeri che il problema non sono gli immigrati che entrano nel Paese ma gli imprenditori che investono fuori».
Biden ce la può fare? «Sì: se saprà convincere gli elettori che si occuperà subito dei problemi determinati dalla pandemia. C’è un intera America da ricostruire».

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