Dopo l’esplosione a Beirut Hezbollah resta in carica
Analisi di Mordechai Kedar
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Terroristi di Hezbollah
Fatima era la figlia che il profeta Maometto ebbe dalla sua prima moglie, Khadija. Maometto in seguito impose a Fatima il matrimonio con suo cugino Ali ibn Abi Talib, il fondatore e primo imam del ramo sciita dell'Islam. Uno dei loro figli era Hussein, che fu decapitato dall'esercito del califfo omayyade Yazid a Karbala nel 680 d.C. A tutt’oggi, gli sciiti si riuniscono ogni anno per praticare rituali che implicano l'autoflagellazione e l'autolesionismo in ricordo del martirio di Hussein. Fatima, la madre di Hussein, tra gli sciiti ha uno status analogo a quello di Maria, la madre di Gesù, nella cristianità. Gli sciiti danno il nome di Fatima alle cose importanti della loro vita. Una di queste è la Porta di Fatima, non quella tra Israele e Libano vicino a Metulla, ma quella al porto di Beirut. Questo ingresso è stato gestito e controllato da Hezbollah per molti anni. L'organizzazione lo utilizza per importare ed esportare ciò che vuole senza passare attraverso la dogana o l'ispezione. Il carico usuale importato da Hezbollah attraverso la Porta di Fatima è costituito da missili, parti di missili, esplosivi standard e materie prime per l'industria militare del gruppo.
La Porta di Fatima è utilizzata anche da Hezbollah per esportare droga, con cui finanzia alcune delle sue operazioni. Lo scorso aprile, le autorità libanesi hanno sequestrato 25 tonnellate di cannabis che stavano per essere esportate dal porto di Beirut. Ora che la Porta di Fatima è stata distrutta insieme al resto del porto di Beirut, Hezbollah trasferirà le sue operazioni di contrabbando all'aeroporto a sud di Beirut e probabilmente ai piccoli porti di Sidone e Tiro. I servizi segreti di tutto il mondo devono concentrarsi su questi siti, ma anche sugli aeroporti siriani e sulla terza “Porta di Fatima”: quella tra Siria e Libano, anch'essa (con sorpresa di nessuno) controllata da Hezbollah e non dal Autorità libanesi. La capacità di Hezbollah di sostituire Beirut con le località sopra menzionate è il motivo per cui rimane la forza più potente del Libano nonostante i danni subiti al porto di Beirut. È in grado di mantenere il controllo nonostante la crisi economica e politica del Libano. Dopotutto, l'agonia del popolo libanese rende più facile per Hezbollah approfittare della coscienza del mondo e mettere mano nel suo portafoglio, in particolare in quello dell'Arabia Saudita. Questa, dunque, è la situazione in Libano: Hezbollah distrugge il Paese, uccidendo e ferendo i suoi cittadini, e il mondo paga per ricostruire sulle rovine.
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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