L'enigmatico articolo sui 'Diari da Gaza' Di Stefano Balassone
Testata: La Repubblica Data: 10 agosto 2020 Pagina: 39 Autore: Stefano Balassone Titolo: «Viaggio a Gaza tra segreti e armi proibite»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 10/08/2020, a pag.39, con il titolo "Viaggio a Gaza tra segreti e armi proibite", il commento di Stefano Balassone.
Dell'articolo di Balassone non si capisce nulla o quasi: sembra buono per la Settimana enigmistica perché il significato è misterioso...
Che cosa ha spinto Rep a pubblicarlo?
Ecco l'articolo:
Diari da Gaza è uno dei pezzi raccolti sotto la sigla Doc3 e trasmessi dalla terza rete Rai a serata inoltrata (ora su Rai Play). Doc sta per documentario, ma non siamo al classico montaggio di immagini a tema, accompagnate da una voce suadente che le spiega. Questi documentari infatti adottano il linguaggio del reality che seguono il filo dell’avventura di qualcuno e, nel mentre, lasciano che noi sbirciamo il mondo che gli è intorno. Come Pechino Express fa da sempre e in modo egregio. A tenere un diario a Gaza è un nostro laureando in medicina, dotato di inglese assai fluente. Non è un cervello in fuga, ma il primo a sperimentare l’Erasmus presso l’Università islamica della Striscia palestinese, con l’idea di scrivere la tesi attorno alla fenomenologia dei traumi ossei. Materia abbondante a Gaza nell’anno delle "manifestazioni del ritorno" al confine d’Israele, da cui a migliaia tornavano spezzati nelle membra. Noi seguiamo il nostro "eroe" già nell’impresa di raggiungere Gaza, battendo varie sponde da Reggio Calabria fino a Betlemme dove finalmente, e solo grazie all’aiuto di un’esperta Onu, viene autorizzato a trapassare i sette filtri di frontiera per approdare infine ad un modesto alloggio e all’incontro con il cattedratico del luogo, col quale concorda in breve modi e tempi del lavoro.
Da quel momento è tutto un andare di qua e di là, fra razzi e rappresaglie, sotto un nugolo di droni che sorvegliano, qualche bimbo che gioca sulla spiaggia, supermarket surreali sfiorati dalle bombe. La meta da raggiungere è costituita dagli archivi sanitari sulle tracce dell’ipotesi - mai provata con certezza - che i proiettili sparati durante le manifestazioni siano illegali manifestazioni si impiegano perché fatti per esplodere dentro ai corpi provocando non semplici fratture, al fine di provocare pesanti danni fisici. Non sappiamo da questo diario quale sarà la fine della storia e se davvero qualcuno avrà modo e ragione di fare causa negli Stati Uniti all’armaiolo americano.
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