Israele offre aiuto al Libano: rifiutato Ma la cronaca di Leonardo Martinelli è omissiva
Testata: La Stampa Data: 09 agosto 2020 Pagina: 2 Autore: Leonardo Martinelli Titolo: «Macron spinge Trump a un ruolo di primo piano: 'Investa nel Paese per non lasciare campo all'Iran'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/08/2020, a pag.2, con il titolo "Macron spinge Trump a un ruolo di primo piano: 'Investa nel Paese per non lasciare campo all'Iran' ", la cronaca di Leonardo Martinelli.
Leonardo Martinelli "dimentica" che Israele ha subito offerto aiuto al Libano dopo il disastro dell'esplosione a Beirut - aiuto che è stato rifiutato dal governo del Paese dei cedri, ostinato a non volere alcuna forma di cooperazione con quella che definisce "entità sionista". Sottolinearlo, da parte del giornalista, sarebbe stato doveroso.
Ecco l'articolo:
Leonardo Martinelli
Michel Aoun
Lo aveva promesso Emmanuel Macron a Beirut, giovedì, all'indomani del disastro, nella sua visita lampo sul posto. Che avrebbe organizzato presto una conferenza internazionale di donatori, per coordinare gli aiuti a destinazione del Libano. Detto, fatto: inizierà oggi alle 14 e si svolgerà per videoconferenza, con i potenti del mondo intorno a un tavolo immaginario. Ieri sera all'Eliseo erano in piena preparazione dell'evento, organizzato dalla Francia assieme all'Onu. Per uno dei consiglieri di Macron «l'obiettivo immediato è rispondere ai bisogni urgenti del Libano ma a condizione che l'aiuto vada direttamente alla popolazione». Altra priorità di Macron è spronare Donald Trump, che parteciperà personalmente al vertice a distanza, a un maggiore impegno in Libano. Il presidente francese ha già sentito al telefono quello americano ieri mattina e, secondo fonti dell'Eliseo, gli ha detto che «gli Usa devono ritornare a investire in Libano. La loro politica di sanzioni per arginare Hezbollah e l'Iran è controproducente, alla fine in quel modo fanno gli interessi dei loro nemici». A proposito, alla presidenza francese assicurano che Teheran «non ha manifestato la volontà a partecipare», mentre i Paesi del Golfo (Kuwait, Qatar, Emirati arabi uniti e Arabia saudita) «sono stati invitati e saranno senza dubbio rappresentati». La videoconferenza vedrà la partecipazione, oltre che degli Usa, dell'Unione europea, dell'Italia (il premier Giuseppe Conte), del Regno Unito (Boris Johnson), della Germania. E poi di Russia, Cina, Giordania, Egitto e altri probabilmente si aggiungeranno (non è prevista la presenza di Israele). La Francia proporrà un primo ambito d'azione su quattro assi: il consolidamento degli edifici danneggiati, l'aiuto medico-sanitario d'urgenza, quello alimentare e il ripristino di scuole e ospedali. La cifra? Per il comparto della sanità, l'Onu ha già avanzato una stima di 85 milioni di dollari, ma una globale ieri sera alla Presidenza francese non volevano darla. «I soldi si troveranno - sottolineano all'Eliseo -. Il problema è che arrivino al popolo libanese». Su quello insistono i francesi, evocando indirettamente la scarsa fiducia nei confronti del governo attuale. E vanno oltre: «Si possono utilizzare come referenti per i primi aiuti le istituzioni efficaci e affidabili che esistono nel Paese, come l'esercito e la Croce Rossa». La Francia offre anche la consulenza della propria Banca centrale e del Tesoro nel negoziato in corso con l'Fmi. «Il Fondo monetario internazionale può rendere disponibile un pacchetto di aiuti mala trattativa negli ultimi mesi non ha portato a niente, per la scarsa trasparenza dei conti pubblici. Possiamo aiutarli noi i libanesi a chiarire la situazione contabile con l'Fmi».
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