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Il Foglio Rassegna Stampa
03.08.2020 Il Vaticano e la Cina
Commenti da Tablet e First Things

Testata: Il Foglio
Data: 03 agosto 2020
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Il Vaticano non taccia su Hong Kong - La chiesa e la crisi occidentale»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/08/2020 a pag.III, con il titolo "Il Vaticano non taccia su Hong Kong”, l'analisi tratta da Tablet; con il titolo "La chiesa e la crisi occidentale", il commento tratto da First Things.

Ecco gli articoli:

"Il Vaticano non taccia su Hong Kong"

Il nuovo dittatore cinese, Xi Jinping – Orizzonti Politici –

“Papa Francesco è esattamente il Pontefice che la maggior parte dei cattolici desidera", scrive l'ex governatore britannico a Hong Kong, Chris Patten, sul Tablet: "Un uomo buono e intelligente, in grado di dirci come vivere una vita decente, gentile e generosa. Penso sia un grande confessore. Ma, prendendo in presto le ultime parole di `A qualcuno piace caldo', `nessuno è perfetto". Quando il Papa interviene nella politica estera, solitamente si schiera a difesa dei più deboli e si rivolge alla nostra umanità condivisa. Ma, spiega Patten, c'è un tema in cui la posizione del Papa è incomprensibile: la Cina. Il Vaticano ha un corpo diplomatico di primo ordine, che è radicato in ogni angolo della Terra. Dunque, è difficile pensare che le incertezze del Vaticano nei confronti della Cina derivino da cattivi consigli. Per anni in Cina c'è stata una divisione tra la cosiddetta chiesa patriottica e la chiesa clandestina. A volte questa distinzione era labile. Ci sono dei buoni motivi per raggiungere una distensione con il regime comunista, affinché tutti i credenti cinesi possano praticare la loro fede e tramandarla ai propri figli. Pare che Papa Francesco voglia andare in Cina per beatificare Matteo Ricci, il prete gesuita che si è recato in missione in Cina tra il Sedicesimo e il Diciassettesimo secolo. Che grande idea. Ma il Vaticano non vede ciò che sta accadendo in Cina al momento? Temo che il Papa stia facendo la corte al regime di Pechino nel peggior momento possibile. La chiesa ha beneficiato in qualche modo di questa avance diplomatica con il regime più violento dai tempi di Mao? Quanti cristiani sono stati liberati dalle carceri? Il Vaticano non ha notato che i funzionari cinesi che gestiscono il dossier Hong Kong si sono fatti le ossa perseguitando i cristiani e abbattendo i crocifissi? Sono sicuro che la chiesa sia allarmata dall'uccisione dei dissidenti in Cina, aggiunge Patten. Ma cosa ha detto o fatto riguardo alla persecuzione degli uiguri musulmani, su cui vengono praticate sterilizzazioni e aborti di massa? A noi cattolici quanto ci interessano i cittadini di Hong Kong, molti dei quali praticano la nostra stessa religione, che finiscono in carcere solamente perché credono nella democrazia e nello stato di diritto? Dopo la legge liberticida della Cina nei confronti di Hong Kong, il cardinale Charles Maung Bo, presidente della confederazione episcopale asiatica, ha chiesto ai cristiani di tutto il mondo di "pregare per Hong Kong". Dato che nell'ex colonia ci sono tante scuole cattoliche, credo sia preoccupato che possa essere imposto un programma di studi di stampo comunista. Nell'Angelus del Papa del luglio è stato omesso un paragrafo di condanna della legge cinese a Hong Kong. Perché è stato rimosso questo testo? Ovviamente, le teorie abbondano. "Nel Ventesimo secolo, il Vaticano è andato in difficoltà quando ha cercato di fare il furbo con i dittatori brutali - conclude Patten. Prego che stavolta sappiano ciò che stanno facendo. Come ho detto all'inizio, penso che nessuno sia perfetto".

"La chiesa e la crisi occidentale"

Bergoglio, 50 anni di servizio. Papa, ma prima di tutto prete
Papa Bergoglio

Nel febbraio 1968 il cardinale Karol Wojtyla scrive a padre Henri de Lubac, SJ, su un progetto in cui il cardinale è impegnato: una spiegazione filosofica dell'unicità e della nobiltà della persona umana" scrive George Weigel. "L'idea dell'umano, suggeriva Wojtyla, veniva degradata, addirittura polverizzata, da ideologie che negavano le profonde verità costruite dentro di noi. La risposta non poteva essere `polemiche sterili'. Piuttosto, la Chiesa avrebbe dovuto proporre una visione più alta, più convincente, del `mistero inviolabile della persona'. Quel progetto è diventato alla fine l'opera filosofica più importante di Wojtyla, Persona e atto. E mentre il suo obiettivo immediato era la `disintegrazione' comunista della nostra umanità, Wojtyla probabilmente intuì che altre forze disintegranti nella cultura occidentale avrebbero potuto rivelarsi ancora più minacciose, nel tempo, per `il mistero inviolabile' che è ogni persona umana. Quel tempo è adesso. Perché il 15 giugno la Corte suprema degli Stati Uniti ha decretato che è un atto illegale di discriminazione in determinate circostanze invocare quella che era, fino a poco tempo fa, l'idea universale della persona umana, espressa biblicamente in Genesi 1,28: `...maschio e femmina li creò'. L'autore dell'opinione maggioritaria della Corte nella causa Bostock contro Clayton County, il giudice Neil Gorsuch, ha sostenuto che la sua sentenza riguardava solo le pratiche occupazionali che coinvolgono persone dello stesso sesso e coloro che si considerano `transessuali'. In realtà, la Corte ha martellato un'idea degradata, polverizzata e, si, disintegrante della persona umana nel profondo delle fondamenta della legge americana sui diritti civili. Secondo questa idea, ognuno di noi è quello che dice di essere, punto. La volontà è la misura della realtà umana e la realtà biologica non ha importanza. Così, come hanno sottolineato David Crawford, Michael Hanby e Margaret Harper McCarthy sul Wall StreetJournal, la decisione della Corte significa che ora `siamo tutti transessuali, anche se sesso e 'identità di genere' coincidono nella stragrande maggioranza dei casi'. E, come sempre, il distacco dalla realtà ha delle conseguenze. Infatti, come ha notato Mary Eberstadt, la cittadinanza stessa è sovvertita quando gli americani sono costretti, socialmente e in alcuni casi legalmente, ad `assentire alle menzogne'. I soliti sospetti hanno rallegrato la presunta difesa della libertà di Bostock. Ma che tipo di libertà' è questa? Non è certo una libertà matura, legata alla verità e ordinata alla bontà. E' più che altro la pseudo-libertà di un bambino di due anni che immagina che la sua volontà sia suprema: voglio quella cosa, e la voglio ora. In The next Pope, pubblicato all'inizio di questo mese dalla Ignatius Press, faccio notare un fatto storico istruttivo. I papi moderni, da Leone XIII a Francesco, sono stati uomini di diversa estrazione, formazione intellettuale ed esperienza di vita. Eppure, tutti hanno insegnato che la crisi contemporanea della civiltà occidentale, che si è manifestata per la prima volta in modo letale nella Prima guerra mondiale e che da allora si è intensificata, è una crisi dell'idea della persona umana. Chi siamo noi? Come dovremmo relazionarci con gli altri della nostra specie? Qual è il nostro destino? Quando una cultura sbaglia le risposte, c'è l'inferno da pagare, e in vita".

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