Antisemitismo: la domanda che nessuno vuole fare
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Periodicamente la stampa europea, e in particolare quella francese, dedica lunghi approfondimenti sull'antisemitismo. Così Le Monde in un editoriale del 2 novembre del 2017: “È una malattia mortale, refrattaria all’estinzione. L'antisemitismo ha colpito ancora una volta in Francia, in questo giorno di Ognissanti 2017 ”.
Una vignetta antisemita che accusa Israele di diffondere il Covid
Oggi è la volta di Figaro : “ Il Covid-19 genera un'ondata di antisemitismo nel mondo assai inquietante” leggiamo sul giornale del 27 luglio, che prosegue: “a partire dal mese di marzo, sono state presentate una cinquantina di denunce per atti o insulti antisemiti in Francia.” Il giorno prima, un importante quotidiano israeliano aveva segnalato che la Francia detiene il record di tweet antisemiti, con 9.150 caricati negli ultimi due mesi sui 14.181 registrati in quello stesso arco di tempo in tutta Europa, che è assai di più della metà. Eppure ... chi sta davvero cercando da dove provenga tutto questo odio, per usare il titolo di un recente articolo? Se si tratta di una malattia mortale, qual è la causa? Ci sarebbero alcune piste da seguire, ma i media non si azzardano di certo ad approfondirle. Non è possibile puntare il dito sugli insegnamenti dell'Islam, perché questa religione di amore e pace non può essere ritenuta responsabile delle parole e delle azioni di alcuni dei suoi fedeli, che non hanno compreso appieno il suo messaggio di amore e di pace. Sono estranei anche i sostenitori del BDS e altri propugnatori della distruzione di Israele, perché non è il popolo ebraico il loro obiettivo ma lo è esclusivamente il loro Stato - e d’altronde, nemmeno loro possono essere ritenuti responsabili dei commenti e degli atti di alcuni attivisti che non hanno capito che, essere antisionisti non significa essere antisemiti.
Non bisogna criticare un sistema scolastico che evita accuratamente di fornire ai bambini una base storica e obiettiva per conoscere la storia del popolo ebraico e che si guarda bene dal menzionare argomenti - come la Shoah - che farebbero arrabbiare certi elementi qualificati come “giovani provenienti da quartieri di immigrati e / o svantaggiati”. Gli insegnanti non sono pagati per farsi insultare o aggredire. Potremmo allora parlare delle responsabilità della Chiesa, dell'insegnamento dell'odio e del disprezzo per gli ebrei, qualificati come popolo deicida, dei secoli di persecuzione? No, perché il Concilio Vaticano II ha spazzato via tutto questo nel 1965 proclamando Nostra Aetate che dice chiaramente: “gli Ebrei, a causa dei loro padri, rimangono ancora carissimi a Dio…. tuttavia quanto è stato commesso durante la sua Passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo”. Ovviamente questo testo è stato pubblicato solo poco più di mezzo secolo fa e la notizia non è ancora arrivata dappertutto. Non è colpa della Chiesa se alcune persone ignoranti, come il presidente del movimento ‘la Francia ribelle’, continuano a sostenere che sono i “suoi compatrioti” che hanno posto Gesù sulla croce, in spregio, comunque sia, della verità storica: sono stati dei soldati romani che lo hanno crocifisso per ordine di un governatore romano. Insomma, ci perdiamo in congetture su ciò che può spiegare la perennità di un antisemitismo che è tuttavia universalmente condannato.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".