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Il Foglio Rassegna Stampa
30.07.2020 Flannery O'Connor cancellata: 'Razzista'
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 30 luglio 2020
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Flannery razzista»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 30/07/2020 a pag.1, con il titolo "Flannery razzista”, l'analisi di Giulio Meotti.

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Giulio Meotti

Film probes O'Connor, her place in
Flannery O'Connor

Roma. Aveva tutte le caratteristiche per diventare la perfetta candidata alla cancel culture: scrittrice bianca scomparsa nel 1964, cattolica, abitava in una grande tenuta nella Georgia assieme ai suoi splendidi pavoni, conservatrice con quella tipica angoscia e il sapore forte della verità del sud degli Stati Uniti, comune a tanti scrittori, come Walker Percy. E così, Flannery O'Connor è stata cancellata, ma dalla propria "famiglia". La Loyola University nel Maryland, università gesuita, ha annunciato di aver cambiato il nome della Flannery O'Connor Hall dopo le accuse di razzismo dovute ad alcune sue lettere private (ad aprire il processo alla memoria della grande scrittrice ci aveva pensato il New Yorker un mese fa). "La cosa più terribile per me, da cattolica, è che il capo di questa istituzione, la Loyola, sia un prete cattolico e che lasci abbattere le scrittrici cattoliche, significa che lasceranno abbattere anche la nostra fede", dice al Foglio Siobhan Nash-Marshall, docente di Filosofia al Manhattanville College di New York e autrice del volume per Guerini Associati "I peccati dei padri" sul genocidio armeno e le responsabilità europee, e che ha firmato un appello accademico a difesa di Flannery O'Connor. "Le storie di Flannery O'Connor difendono i reietti, fra cui gli afroamericani e gli oggetti principali della sua satira sono spesso i bianchi razzisti", recita la contropetizione a favore della scrittrice, il cui nome è stato rimosso dalla Loyola University. "E' profondamente ironico che fra tutti gli scrittori, Flannery O'Connor, la cattolica romana, sia `cancellata' da un'università cattolica. O'Connor po- tra aver fatto alcune dichiarazioni insensibili dal punto di vista razziale in alcune sue corrispondenze private. Non c'è scusante. Ma cancellare i generali confederati e smantellare i monumenti della guerra civile è una questione molto diversa dal cancellare scrittori, pensatori e artisti. Se un'università bandisce Flannery O'Connor, perché tenere Sofocle, Dan L'università dei gesuiti cancella la più grande scrittrice cattolica americana. Parla Nash-Marshall te, Shakespeare, Dickens, Dostoevskij e altri scrittori segnati da culture ed epoche razziste? Nessuno rimarrà in piedi". Siobhan Nash-Marshall ci spiega che "quando vado a messa, a New York, trovo persone di ogni colore, perché siamo tutti fratelli. La cultura cattolica è la meno razzista che ci sia. Ma questa iconoclastia ha conquistato l'intellighenzia americana, non viene fuori ex nihilo, sono anni che le università tentano di abbattere i simboli cristiani. Al fondo c'è una cristianofobia. Hanno decapitato statue di Gesù in Florida, dicendo che era un uomo bianco. Sono di una ignoranza totale e chi li sprona sono gli accademici. Una mia amica, dieci anni fa, mi disse: `Prendi la mia cattedra, te la dovrai mettere sulle spalle e dovrai difendere la nostra cultura'. Ogni anno, da dieci anni, vedo l'aumento della cristianofobia". E' una confluenza di due fattori: "Negli anni 50 le università cattoliche fecero un errore colossale, pensando di aver vinto, iniziando ad assumere personale non cattolico, i corsi di teologia e di filosofia furono dimezzati, rividero i curricula, così oggi Georgetown, Boston College, Notre Dame, sono università cattoliche solo di nome. L'altro fenomeno è l'infusione dagli anni Trenta, nel pensiero americano, di un pensiero di sinistra, totalmente alieno all'America. Questa confluenza ci ha portato qui e non abbiamo gli anticorpi e la cultura necessari per resistervi. E' un fenomeno che parte dai miei colleghi. Abbiamo ceduto". E dopo O'Connor, sarà il turno dell'altro grande scrittore del sud, William Faulkner, che ci dicono fosse un gran razzista. Absalom, Absalom!

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