Storia del calciatore tedesco antisemita Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 28 luglio 2020 Pagina: 14 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Calciatore tedesco e antisemita»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 28/07/2020, a pag.14 con il titolo "Calciatore tedesco e antisemita" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Mergim Mavraj
L’antisemitismo è un problema in Germania. Paradossalmente, per paura di essere accusati di razzismo nei confronti dei profughi musulmani, si cerca di negarlo. Oppure di relativizzarlo. E' in corso il processo al giovane che il 9 ottobre dell'anno scorso tentò di compiere una strage nella sinagoga di Halle. E' un isolato con problemi mentali? O è stato manipolato da gruppi di estrema destra? In Baviera, provoca reazioni sdegnate il messaggio antisemita di un giocatore di calcio. Giusto dargli importanza, oppure non bisognerebbe preoccuparsi di quanto pensa un calciatore, per giunta di serie B, mai stato un campione? Mergim Mavraj, difensore albanese del Greuther Fürth ha pubblicato sul suo sito Instagram una cartina in cui cancella lo Stato di Israele: al suo posto scrive Palestina, un territorio coperto di rose. «Una floreale fantasia negazionista», ha commentato ironico lo storico Jim Tobias, «Mavraj ha voluto annientare Israele almeno virtualmente... ed ha inviato un messaggio ai gruppi di fondamentalisti islamici». Mavraj, 34 anni, alla fine della carriera, è già noto per la sua posizione radicale. Quando giocava per il Colonia, accusò la Germania di razzismo nei confronti dei musulmani. Lui, ha spiegato, è religioso, ha già compiuto il pellegrinaggio alla Mecca, ama l'Albania, ed è capitano della nazionale. Per il Fürth ha giocato già dal 2011 al 2014, protagonista della storica promozione nella Bundesliga nel 2012. La squadra può essere paragonata all'Alessandria per le sue glorie lontane: ha vinto il titolo in Germania nel 1914, nel '26, nel '29, anni poco felici per i tedeschi. La squadra, retrocessa dopo un anno in B, gode di una notorietà internazionale: a Fürth, vicino a Norimberga, 128mi1a abitanti, nel 1923 è nato Henry Kissinger che, appassionato di calcio, è rimasto fedele alla squadra. Aveva promesso di tornare allo stadio se fosse stata promossa in Serie A, e mantenne la promessa il 13 settembre del 2012, sfoggiando la sciarpa bianco verde, i colori del Greuther. E il fedele Henry, a 89 anni, applaudì la prestazione di Mavraj. Il club, oggi al nono posto ben lontano dalla zona promozione, ha preso subito le distanze dal giocatore musulmano. E Mavraj come al solito ha dichiarato che è tutto un malinteso, è stato frainteso: «E un'idiozia accusarmi di antisemitismo». Ed ha rimosso la cartina. Le sue rose sarebbero un messaggio di pace e non un invito a cancellare Israele dalla carta geografica. Perché preoccuparsi? Mavraj ha 138mila fans sul web, ed è un idolo per migliaia di ragazzi arabi in Germania. Il suo messaggio è pericoloso, si denuncia. Daniela Eisenstein, direttrice del museo ebraico di Fürth, ha commentato: «Il calcio dovrebbe unire e non dividere». Il Bias, il centro di informazioni contro l'antisemitismo in Baviera, comunica che durante la chiusura per la pandemia, sono state diffuse teorie sul virus «che sarebbe creato e diffuso dagli ebrei».
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