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La Repubblica Rassegna Stampa
25.07.2020 La Cina è la nuova tirannia che minaccia il mondo libero
Commento di Federico Rampini

Testata: La Repubblica
Data: 25 luglio 2020
Pagina: 13
Autore: Federico Rampini
Titolo: «Pompeo all’attacco della Cina di Xi: 'Nuova tirannia, il mondo libero trionfi'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di ieri, 24/07/2020, a pag.13, con il titolo "Pompeo all’attacco della Cina di Xi: 'Nuova tirannia, il mondo libero trionfi' ", il commento di Federico Rampini.

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«Il vecchio paradigma è fallito. La cieca ricerca di intese con la Cina non va portata avanti». Le conseguenze sono a tutto campo: dal commercio alla finanza, dagli scambi tecnologici ai visti, dalla strategia militare alla sanità, in ogni settore bisogna trarne le conseguenze insieme agli alleati. Pompeo ha definito la Cina «una nuova tirannia» e ha invitato il «mondo libero» a unirsi «per trionfare» contro di essa. È un altro mattone per la Grande Muraglia che divide Stati Uniti e Cina. Ancora una volta tocca a Mike Pompeo, segretario di Stato nell’Amministrazione Trump, aggiornare il paradigma della nuova guerra fredda. Lo fa con un discorso dal titolo evocativo: «La Cina comunista e il futuro del mondo libero». Un linguaggio che riecheggia quello della prima guerra fredda, tra Stati Uniti e Unione sovietica. Pompeo da tempo è diventato l’esponente di punta di un establishment che teorizza il "pericolo cinese": con forti agganci nel Pentagono, ma anche al Dipartimento di Stato e nella delegazione repubblicana al Congresso. Un tema che però travalica la divisione partitica, e vede sempre più impegnati i democratici, con Joe Biden che guida un "revisionismo" ostile a Pechino. Significativa è anche la scelta del luogo in cui Pompeo parla: la biblioteca presidenziale di Richard Nixon, il presidente repubblicano che nel 1971 col suo storico viaggio a Pechino e l’incontro con Mao Zedong inaugurò una nuova era geopolitica. L’anno prossimo sarà il 50esimo anniversario di quel viaggio. Ma le promesse di quel disgelo sono state tradite, dice il segretario di Stato: «Credevamo che coinvolgere la Cina avrebbe generato un futuro di cooperazione. Oggi siamo qui a indossare maschere e a fare il conteggio dei morti della pandemia perché il partito comunista cinese ha tradito le sue promesse. Siamo qui a seguire gli sviluppi della repressione a Hong Kong e nello Xinjiang. Osserviamo le tremende statistiche sul commercio estero cinese che ha colpito la nostra occupazione e le nostre aziende. Seguiamo le forze armate della Cina che diventano sempre più potenti e minacciose». La conclusione, secondo Pompeo, è drastica: bisogna rivedere i fondamenti di mezzo secolo di relazioni con la Cina. Il "teorema Nixon" non si è avverato. L’America ha sbagliato strada, Ed è ora che operi una correzione di rotta.

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