Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 23/07/2020, a pag.14 con il titolo "Forsyth: 'Nella nuova cyberguerra Pechino vuole dominare il mondo' " l'intervista di Enrico Franceschini.
Enrico Franceschini
Frederick Forsyth
«La guerra cibernetica è la vecchia guerra di spie combattuta con nuove armi, molto più potenti di quelle tra 007. Abbiamo vinto la prima, non facciamoci sconfiggere nella seconda». È il parere di Frederick Forsyth, autore di una lunga serie di best-seller di spionaggio, da “Il giorno dello sciacallo” a “Il quarto protocollo”, e lui stesso ex spia dell’Mi6, il servizio segreto di Sua Maestà, come ha rivelato nella sua autobiografia. «I cosiddetti Four-Cyber, Cina, Russia, Iran e Corea del Nord», dice a Repubblica l’81enne scrittore britannico, «sono i nuovi quattro cavalieri dell’Apocalisse ».
Che cosa pensa della chiusura del consolato cinese a Houston? «All’epoca della Guerra Fredda, l’Occidente aveva un solo nemico in grado di annientarlo: l’Unione Sovietica. Adesso ne ha almeno due e l’ultimo arrivato sta rivelandosi ancora più temibile di Mosca. Non ho dubbi che il consolato cinese sia stato chiuso dagli Stati Uniti per bloccare operazioni di spionaggio. E per dare un segnale a Pechino che i suoi comportamenti non resteranno impuniti».
Perché la Cina le sembra più temibile dell’Urss? «Oltre a possedere un arsenale militare che sta espandendo a grande velocità, con una flotta senza rivali nel Pacifico, è la superpotenza economica del 21esimo secolo e non nasconde l’ambizione di dominare il mondo, perfino più di quanto minacciasse l’Urss».
È una nuova Guerra Fredda o può diventare Calda, un conflitto militare? «Sicuramente è una nuova Guerra Fredda. Non credo che si arriverà a una Guerra Calda. Non solo perché il regime di Pechino teme il confronto militare, ma soprattutto perché ormai le guerre per il dominio planetario si combattono con nuove armi, diverse dal passato: guerre cibernetiche, a colpi di spionaggio elettronico, interferenze occulte, campagne di propaganda».
Il rapporto sulla Russia pubblicato questa settimana dal parlamento britannico accusa Mosca di queste attività. «Nel gergo delle spie si parla dei Four-Cyber: i quattro cavalieri dello spionaggio cibernetico, cioè Russia, Cina, Iran e Corea del Nord. Sono i nuovi cavalieri dell’Apocalisse, un’apocalisse non più nucleare ma digitale, che può carpire segreti, paralizzare il cuore di uno stato, distruggerne i centri economici, con effetto non meno letale di quello dei bombardieri o dei missili atomici».
I giornali di Londra titolano: “Welcome to Londongrad”, benvenuti a Londongrad. La capitale britannica è davvero preda dei servizi segreti russi? «È uno scenario che predico da tempo. Ora è sotto gli occhi di tutti. La Russia non è un Paese democratico e amico dell’Occidente. I suoi agenti hanno già attaccato l’Inghilterra due volte in pochi anni con armi non convenzionali: il polonio radioattivo e il gas nervino Noviciok. Il piano di Putin è chiaro: ricreare il nocciolo duro dell’Unione Sovietica, il cui crollo è stato definito dallo stesso presidente russo come la peggiore tragedia nella storia del suo Paese. E intanto, attraverso oligarchi legati a Mosca, soldi sporchi da riciclare, killer senza scrupoli, allunga i tentacoli in mezza Europa».
Come dovrebbe rispondere l’Occidente? «In tre modi. Non cedere ai ricatti economici. Non chiudere gli occhi davanti alle interferenze occulte. E rispondere colpo su colpo alla guerra cibernetica».
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