Le mani su Santa Sofia: il sogno islamista di Erdogan Cronaca di Marta Ottaviani
Testata: Avvenire Data: 18 luglio 2020 Pagina: 15 Autore: Marta Ottaviani Titolo: «'Santa Sofia il sogno più grande'»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 18/07/2020, a pag.15, con il titolo 'Santa Sofia il sogno più grande' il commento di Marta Ottaviani.
Marta Ottaviani
Santa Sofia - il dittatore Erdogan
Manca poco meno di una settimana alla riapertura dell'ex basilica cristiana, già museo, di Santa Sofia come moschea. A Istanbul c'è una grandissima attesa per questo evento e ovviamente il presidente, Recep Tayyip Erdogan sta cercando di capitali are al massimo il consenso che questo processo può portare. Ieri, tornando a parlare del tempo della Divina Sapienza- questo il vero significato del nome dell'edificio bizantino - il capo di Stato ha dichiarato: «La riapertura di Santa Sofia alla preghiera islamica era il nostro più grande sogno di gioventù. Per questo ne siamo ancora più felici, le critiche dall'estero non ci influenzano. Quella presa è una decisione presa da uno Stato sovrano che sarà un bene». Intanto, proseguono i preparativi per quella che, oltre a una riapertura al culto islamico, si annuncia anche come un grande evento mediatico internazionale. Il prossimo 24 luglio, quando si terrà la prima preghiera nella neo-moschea di Santa Sofia, nell'edificio verranno ammesse appena 500 persone. Le altre staranno nell'antistante spianata di Sultanahmet, probabilmente il luogo più antico e famoso dell'antica Costantinopoli, con un controllo rigoroso della distanza di sicurezza. La preghiera sarà guidata dal muM di Turchia, Ali Erbas, che è anche a capo della Diyanet, l'Autorità per gli affari religiosi, di nomina governativa e che è dal punto di vista confessionale la personalità più importante del Paese. Dopo che 1110 luglio un decreto presidenziale ha riconvertito ufficialmente il luogo in moschea con il parere favorevole della Danistay, è stato formato un ente religioso-ministeriale, che ha il compito di gestirlo dal punto di vista confessionale e artistico. L'Occidente, in modo più o meno pronunciato, ha preso quello di Erdogan come un guanto di sfida, temendo anche per la conservazione dell'edificio, che è iscritto alla lista dei beni patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Il Cremlino, però, smussa. Nonostante le parole di condanna del patriarca di Mosca, ha voluto sottolineare che la riapertura di santa Sofia come moschea non danneggia le relazioni fra i due Paesi. Si tratta di una decisione interna alla Turchia, ha sottolineato.
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