Polonia, vince ancora Duda. Ma il Paese è diviso Commento di Andrea Tarquini
Testata: La Repubblica Data: 14 luglio 2020 Pagina: 14 Autore: Andrea Tarquini Titolo: «Duda presidente di una Polonia divisa. I giovani tifano Ue»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/07/2020, a pag.14, con il titolo "Duda presidente di una Polonia divisa. I giovani tifano Ue", il commento di Andrea Tarquini.
Andrea Tarquini
Al centro, il polacco Duda
La campagna omofoba, antieuropea, spesso persino antidetedesca e con accenti antisemiti, ha funzionato. Il PiS, la maggioranza sovranista polacca, ha vinto al secondo turno le elezioni presidenziali. Ma ha anche prodotto una Polonia divisa, spaccata in due su basi sociali e geografiche. Da un lato l’ovest storicamente vicino alla Germania e all’Austria-Ungheria, la capitale Varsavia e le altre grandi città in maggioranza per l’opposizione. Dall’altro l’Est con le campagne dove la Chiesa anti-Francesco è più forte che ha invece scelto i sovranisti. I quali a questo punto hanno carta bianca per ogni riforma "in salsa ungherese", secondo la "democrazia illiberale" teorizzata dal carismatico leader magiaro Viktor Orbán. Ma continuano ad affrontare le città, i giovani, la parte più moderna della società civile. Varsavia non è ancora Budapest. Secondo i dati definitivi, il presidente uscente, il giovane avvocato 48enne sovranista Andrzej Duda, è stato riconfermato con il 51 per cento dei voti. Vittoria, ma di stretto margine: l’avversario Rafal Trzaskowski, 48enne anche lui, liberalconservatore e convinto europeista, ha comunque ottenuto il 49 per cento dei consensi, una cifra mai raggiunta prima dalle opposizioni da quando il PiS (Prawo i Sprawiedlywosc, Diritto e Giustizia) è al potere. Vittoria ma non certo trionfo, nonostante tutti i media pubblici schierati col partito di governo con diffamazioni dello sfidante definito «deciso a svendere la Polonia ai tedeschi, agli ebrei, alla lobby Lgbtq mondiale », e nonostante l’appoggio quasi totale della Chiesa cattolica polacca, una delle più reazionarie in Europa. Duda ha conquistato il 63,9% dei consensi nelle province e i primi dati gli assegnano la maggioranza tra over 50 e colletti bianchi. Ma «in realtà il vero vincitore è Trzaskowski, perché a ogni elezione il PiS resta al potere ma il suo vantaggio si assottiglia», nota citato dalla Afp il professor Kazimierz Kik politologo dell’unversità di Kielce. Ora i sovranisti continueranno il loro braccio di ferro con l’Europa sullo Stato di diritto, dopo la condanna Ue per le leggo-bavaglio contro l’indipendenza della magistratura, e cade sulle loro spalle il difficile negoziato su quanto la Polonia, economia in boom ma insieme paese ricevente nel bilancio Ue, potrà ricevere dello European recovery fund. E a Berlino e Bruxelles, le velenosi frasi anti-Ue e antitedesche non saranno certo dimenticate da un giorno all’altro. Trzaskowski lo sconfitto (ha riconosciuto ieri pomeriggio la vittoria, con i suoi auguri, di Duda) ha condotto una campagna per la tolleranza e l’europeismo. Duda ha puntato tutto sulle paure. Osservatori diplomatici della Ue in Polonia ritengono che ora il PiS tenterà di continuare nella sua linea dura all’ungherese di imbavagliamento di media e giustizia. Ha il capo dello Stato per cinque anni, e le prossime elezioni parlamentari si terranno tra tre anni, dunque il tempo per riforme non manca. Può continuare a lungo a dire che «la differenza è tra chi ha anima e cuore polacchi e chi è agente dello straniero e di qualsiasi sua lobby», e questo avviene in uno dei maggiori paesi della Ue per peso economico, geopolitico e militare. I sovranisti vittoriosi e adoratori di Donald Trump hanno creato o confermato una Polonia spaccata in due, ma dicono di voler continuare in tutti i loro programmi. Persino il progetto assurdo di un unico grande aeroporto per tutto il paese con la chiusura dei modernissimi scali già esistenti. E sicuramente la guerra con i magistrati andrà avanti.
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