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Il Foglio Rassegna Stampa
14.07.2020 Bet Ye'or, una grande studiosa dell'islam
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 14 luglio 2020
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Dhimmitudine»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/07/2020 a pag.1, con il titolo "Dhimmitudine”, l'analisi di Giulio Meotti.

A destra: Bat Ye'or

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Giulio Meotti


Roma. “E' un evento tragico, che illumina l'appropriazione e l'islamizzazione con la conquista e la guerra di un prestigioso patrimonio cristiano”. Così al Foglio la studiosa della dhimmitudine e della cristianità orientale, Bat Ye'or, definisce il ritorno a moschea e all'islam della basilica di Santa Sofia a Istanbul, che fu per 916 anni la più grande chiesa al mondo e la casa della cristianità ortodossa orientale, per altri cinquecento moschea e negli ultimi novanta museo. Il trauma è tale, come ha detto Michael Talbot, professore di Storia all'Università di Greenwich, al Wall Street Journal, che “è come se San Pietro fosse stato trasformata in una moschea”. “Dopo la Prima guerra mondiale e la campagna intrapresa da Atatürk per modernizzare e secolarizzare la Turchia, questa magnifica cattedrale era diventata un museo”, prosegue Bat Ye'or. “In un momento in cui l'Europa non smette di ruminare nelle proprie conquiste coloniali, non si sente alcuna scusa per le guerre jihadiste genocide, l'islamizzazione delle chiese, la schiavitù dei bambini cristiani da parte degli ottomani, i genocidi ai danni di armeni, greci e assiri, prima e durante la Prima Guerra mondiale. La decisione su Santa Sofia è una dimostrazione di legittimità e forza jihadista che contrasta con l'atteggiamento passivo dell'Europa negli ultimi 40 anni. Può sembrare un avvertimento”. Prima le chiese di Cipro, occupate dai turchi e distrutte, poi la guerra a bassa intensità contro quel che resta delle chiese in Turchia, e ora Santa Sofia. “Erdogan ha adottato una politica molto severa nei confronti degli eredi dell'Impero bizantino. Questo ennesimo atto dimostra il suo disprezzo per il cristianesimo orientale e un ritorno alla politica e al governo islamici tradizionali nei confronti del popolo cristiano”.

Non è sorpresa dalla passività occidentale questa storica di origini ebraiche, nata in Egitto col nome di Gisèle Orebi e che da anni vive in Svizzera. “Gli occidentali continueranno a sprofondare nella routine che essi stessi si sono scavati attraverso le bugie. Hanno fatto la scelta politica nel novembre 1973 di allearsi con la Lega araba e il mondo islamico contro Israele e abbandonando i cristiani d'oriente. Questo è il prezzo di questa alleanza. La re-islamizzazione di Santa Sofia nel 21esimo secolo attesta il ritorno al jihadismo dei primi tempi della conquista con la riattivazione e la concretizzazione ideologica dei suoi concetti che rendono essenziale la natura malvagia di ‘Dar al harb', il mondo della miscredenza. Vi è, tuttavia, un precedente per questa riconquista jihadista dell'eredità storica di un altro popolo non musulmano”. Bat Ye'or si riferisce alle mozioni dell'Unesco sul Monte del Tempio/Spianata delle Moschee a Gerusalemme di cui ha disconosciuto il legame con l'ebraismo. “E' l'islamizzazione dei luoghi santi del popolo di Israele a Hebron, a Gerusalemme, in Giudea e Samaria. Se l'occidente condivide la concezione islamica sullo status degli ebrei, quello della dhimmitude, perché non dovrebbe essere la sua stessa storia cancellata dai suoi territori, dai suoi luoghi santi, dai suoi monumenti commemorativi? Perché dovrebbe essere risparmiata?”. Cosa accadrà ai numerosi mosaici cristiani all'interno della Basilica di Santa Sofia dopo la decisione del governo turco di rifarne una moschea e aprire al culto islamico il prossimo 24 luglio? Si parla di tende e schermi che saranno utilizzati per coprire dipinti, icone e simboli cristiani durante le preghiere musulmane, come il mosaico dell'abside, che decora la cupola dietro all'altare e che mostra la Vergine Maria, o il “Pantokrator”, sulla Porta Imperiale e che mostra Gesù che benedice con la mano destra e che porta le Scritture in quella sinistra. Nessuno scandalo o stupore. Lo abbiamo fatto anche noi, a Roma, quando coprimmo con dei pannelli i nudi capitolini in occasione della visita del presidente iraniano Rohani. La dhimittudine occidentale.

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