IC7 - Il commento di Deborah Fait
Dal 6 all'11 luglio 2020
Politicamente corretto, razzismo antirazzista, censura
La statua di Colombo decapitata a Boston
Il poliziotto criminale bianco che ha ammazzato, soffocandolo con il ginocchio premuto sul collo, George Floyd, un dimostrante nero che rifiutava di salire sulla camionetta della polizia non poteva fare un favore più grande ai democratici e ai loro sodali del Black Lives Matter e MeToo. In novembre gli americani andranno alle urne e la campagna anti Trump è incominciata nel migliore dei modi. L'America è a ferro e fuoco da settimane, i sacerdoti del pensiero unico, i BLM, vanno di città in città a distruggere, imbrattare, gettare nei fiumi le statue e i monumenti di tutti i personaggi storici che hanno fatto grande l'America, da Cristoforo Colombo a Abramo Lincoln, a George Washington. In Europa li hanno imitati orde di giovani e meno giovani violenti e criminali. In Danimarca hanno imbrattato la statua della Sirenetta scrivendo "pesce razzista". La Sirenetta ricorda l'omonima e famosa fiaba scritta da Hans Christian Andersen, probabilmente razzista anche lui. In Italia hanno ricoperto di vernice rossa il monumento a Indro Montanelli.
In Francia ha dovuto usare i gas lacrimogeni per disperdere migliaia di "pacifisti" che avevano organizzato manifestazioni violente, in 15.000 per protestare contro la morte di Adama Traorè, un nero francese morto in circostanze sospette mentre era in custodia della polizia. Poi ci sono stati gli inginocchiamenti di massa, tutti giù a chiedere perdono di essere bianchi, cristiani o ebrei. "Perdonateci, non è colpa nostra se siamo nati così pallidi e non neri o musulmani. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa", temo però che non saremo mai perdonati, se poi anche il Papa si mette a dire che i poveri europei devono accogliere i migranti per sentirsi ricchi e felici, non c'è speranza. La razza bianca è destinata a indebolirsi lentamente e inesorabilmente, il cristianesimo è vulnerabile di fronte a un islam forte e violento e il capo del Vaticano lo sta rendendo ancora più debole e inutile. Tornando alla campagna anti Trump organizzata così bene e con tanta astuzia, dobbiamo aggiungere alle violenze dei movimenti stile neonazista, BLM e MeeToo, due libri appena usciti con il permesso dei giudici. Il primo è di John Bolton che, pare, contenga rivelazioni imbarazzanti e compromettenti per Donald Trump. Il secondo è di una parente del presidente americano, la nipote Mary Trump, psicologa, che lo definisce "mostro, sociopatico e narcisista". Due documenti che, pensa un po' che strano, sono stati dati al pubblico qualche mese prima delle elezioni, chissà che non si faccia avanti qualche altro diffamatore prima di novembre. Niente di più facile. Il candidato democratico alle elezioni del 2020 è Joe Biden, vicepresidente durante l'amministrazione Obama, nato in una modesta famiglia cattolica irlandese. Che lui sia modesto non c'è dubbio, non so se lo avete mai sentito parlare, io ne ho avuto l'occasione guardando un YT di un suo discorso pubblico e ho preso paura. Non parla inglese ma uno strano dialetto americano, con una pronuncia da bassifondi che fa impressione in uno che vorrebbe diventare la persona più importante del mondo.
Che dire? Io non posso negare di avere una gran paura del futuro che aspetta i nostri nipoti, violenza, negazioni dei valori più importanti, impossibilità di pensare in modo autonomo e di parlare senza rischiare la vita, li aspetta la dittatura del pensiero e del politicamente corretto. Evidentemente non sono l'unica visto che in America 150 intellettuali liberal, tra cui Noam Chomsky che per una volta la dice giusta, Salman Rushdie, la Rowling, hanno fatto l'esame di coscienza e firmato una lettera contro il pensiero unico dominante e il politically correct. Il titolo è "Lettera sulla giustizia e sul dibattito aperto", pubblicata su Harper's Magazine, e auspica il ritorno a un libero scambio di idee, linfa di una società libera e democratica che in questo periodo viene soffocato ogni giorno di più da una degenerata protesta che ha preso come scusante la morte di Floyd . In Israele si dice "Hakol ihiè beseder- tutto andrà bene", io dico tra me e me "che Dio, se c'è, ce la mandi buona".
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"