Fbi: 'E' la Cina la grande minaccia' Cronaca di Filippo Santelli
Testata: La Repubblica Data: 09 luglio 2020 Pagina: 13 Autore: Filippo Santelli Titolo: «Stati Uniti, allarme del direttore dell’Fbi: 'Pechino è la nostra più grande minaccia'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/07/2020, a pag. 13, con il titolo "Stati Uniti, allarme del direttore dell’Fbi: 'Pechino è la nostra più grande minaccia' ", la cronaca di Filippo Santelli.
Filippo Santelli
Si chiama operazione "Caccia alla volpe". E secondo il numero uno dell’Fbi, Christopher Wray, è stata voluta dal presidente Xi Jinping in persona. Obiettivo: riportare nella Repubblica popolare gli esponenti della diaspora cinese che vivono negli Stati Uniti e che il regime considera una minaccia, inviando degli agenti a ricattare loro e le loro famiglie. Il capo dell’intelligence americana, nominato nel 2017 da Donald Trump, ha lanciato l’allarme martedì sera durante un incontro organizzato dal think tank conservatore Hudson Institute, vicino agli esponenti più anticinesi dell’amministrazione, invitando chi subisse pressioni a contattare l’ufficio locale dell’Fbi. Nel suo intervento, molto duro, Wray ha definito lo spionaggio e le operazioni di infiltrazione cinesi «la più grande minaccia a lungo termine per il futuro Usa», aggiungendo che Pechino «è impegnata in uno sforzo per diventare l’unica superpotenza del mondo con ogni mezzo». Il programma "Caccia alla volpe" è stato lanciato dalla Cina sei anni fa, con l’obiettivo di catturare funzionari corrotti e uomini d’affari colpevoli di reati finanziari scappati all’estero, ma stando alle parole di Wray l’obiettivo sarebbero diventati soprattutto i dissidenti. Intanto a Hong Kong prendono corpo le nuove istituzioni create dal governo cinese per applicare la draconiana legge sulla sicurezza nazionale introdotta in città.
È stata inaugurata la sede della relativa Agenzia, a cui la norma affida il compito di guidare e supervisionare la strategia contro i sospetti di sedizione e secessione, ma anche di gestire direttamente, attraverso i suoi agenti, i casi più gravi. Secondo l’opposizione democratica di Hong Kong e molti osservatori si tratta di fatto di una polizia parallela, che potrebbe essere usata per silenziare il dissenso e colpire gli oppositori politici. L’ufficio, per cui lavoreranno dalle 200 alle 300 persone, ha sede provvisoria in un hotel di Causeway Bay, quartiere commerciale nel cuore dell’Isola di Hong Kong. Situato al centro della città, fisicamente e simbolicamente, dà su Victoria Park, luogo di ritrovo delle grandi manifestazioni del campo democratico. A guidarlo è Zheng Yanxiong, fino a ieri funzionario di secondo piano della provincia del Guangdong, ma noto per le dure prese di posizione contro proteste popolari e media stranieri.
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