Il crimine di Cristoforo Colombo e il secolo della follia Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 08 luglio 2020 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «Il crimine di Cristoforo Colombo e il secolo della follia»
Il crimine di Cristoforo Colombo e il secolo della follia
Domenica scorsa, nel quadro del movimento di protesta “Black Lives Matter – Le vite dei neri contano”, dei manifestanti infuriati hanno divelto dal suo piedistallo l'imponente statua di Cristoforo Colombo, eretta nella città di Baltimora, e l’hanno fatta rotolare nelle acque del porto. Quasi ovunque negli Stati Uniti, i monumenti in suo onore avevano già subito lo stesso destino. Ma l'intrepido navigatore non ha mai avuto schiavi e per quanto ne sappiamo, non ha mai espresso un'opinione negativa sulle popolazioni africane. Quale crimine gli viene quindi attribuito? Ma certo, la scoperta dell'America naturalmente. Seguendo un ragionamento che avrebbe deliziato i sofisti, molti membri del movimento sostengono che sia stata questa scoperta a spianare la strada all'arrivo dell'uomo bianco - ecco il nocciolo della questione – che aveva avviato quella colonizzazione culminata con il massacro delle tribù indigene indiane e pochi secoli dopo, aveva istituito una schiavitù basata sul sinistro commercio degli africani, strappati alle loro famiglie e trasportati con la forza nel Nuovo Mondo. Con un volo pindarico, potremmo persino sostenere che sia grazie a Cristoforo Colombo che Donald Trump è oggi alla Casa Bianca, perché se i bianchi non fossero arrivati ... Inutile rispondere che se non fosse stato lui, sarebbe stato un altro, o anche che se il continente si chiama America è perché un certo Amerigo Vespucci aveva già scoperto le coste prima di Cristoforo Colombo. Inutile sottolineare in particolare che nessuno dei due può essere ritenuto responsabile di ciò che può essere accaduto in seguito. Come si suol dire, con i “se” e con i “ma” la Storia non si fa. Mentre parte dell'America brucia tutto quello che adorava - gli eroi della sua indipendenza, come Georges Washington e gli artefici dell'emancipazione dei neri come Abraham Lincoln e il Generale Grant, che sconfissero le forze della Confederazione, il revisionismo storico sta anche causando il caos in Francia. Voltaire, la cui verve caustica non risparmiava nulla e nessuno, non sarebbe più degno di avere un liceo intitolato al suo nome; la stessa cosa varrebbe per Jules Ferry, padre della scuola pubblica gratuita e laica, ma purtroppo artefice della grande avventura coloniale della Francia. Questa immagine di "bontà" deviata non sarebbe completa senza menzionare due recenti sviluppi. Da un lato, gli sforzi del BDS per coinvolgere Israele sostenendo, senza alcuna fondamento, che la polizia americana avrebbe applicato le tecniche apprese dalla polizia israeliana. Dall'altro, il tentativo del movimento Black Lives Matter per associarlo al conflitto arabo-israeliano. Curiosa clemenza di questi discendenti di schiavi che sembrano voler ignorare - a meno che non lo ignorino davvero - il ruolo svolto da quelli che allora venivano chiamati i negrieri arabi, nella tratta degli schiavi di cui erano i veri artefici in Africa . D’altronde, ancora oggi in Libia, ci sono dei mercati di schiavi, come rivelato al mondo dalle immagini catturate dal canale della CNN nel 2017; gli sventurati che sfilano in questi mercati non sono altro che africani che per sfuggire alla miseria del loro Paese e cercando di raggiungere l'Europa, sono caduti nelle mani di scafisti senza scrupoli.
Michelle Mazelscrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".