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Avvenire Rassegna Stampa
07.07.2020 Israele, dibattito aperto sulla maternità surrogata
Commento di Lorenzo Schoepflin

Testata: Avvenire
Data: 07 luglio 2020
Pagina: 5
Autore: Lorenzo Schoepflin
Titolo: «Maternità surrogata per le coppie gay, Israele ferma l'estensione dell'accesso»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 07/07/2020, a pag.5 l'articolo "Maternità surrogata per le coppie gay, Israele ferma l'estensione dell'accesso" di Lorenzo Schoepflin.

Knesset Winter Session: LGBTQ Issues on the Agenda - AWiderBridge
La Knesset - il Parlamento israeliano - con i colori della bandiera arcobaleno

Israele bocciala maternità surrogata per le coppie omosessuali. E’ il risultato del voto sul testo che avrebbe esteso l'accesso all'utero in affitto alle coppie gay. Con 47 voti contro 29, la maternità surrogata resta dunque permessa solo per coppie sposate o donne single. II costo per una coppia omosessuale che intende avvalersi dei servizi di utero in affitto in cliniche estere si aggira attorno ai 127mila dollari. L'anno scorso fu la Corte costituzionale a stabilire che il divieto di accesso per i gay fosse incostituzionale. Col voto del 30 giugno il Parlamento ha dunque sconfessato la Corte, ma la battaglia non sembra conclusa. Il ministro della Giustizia Avi Nisseknorn ha dichiarato che intende presentare un nuovo disegno di legge che conceda alle coppie gay e agli uomini single la possibilità di accedere alla maternità surrogata entro i confini israeliani. L'obiettivo sarebbe arrivare all'approvazione della legge entro l'anno sostenendo che il diritto a diventare genitori non andrebbe negato sulla base dell'orientamento sessuale. II voto sul provvedimento bocciato dalla Knesset ha sancito una spaccatura nella compagine di governo: Amir Ohana, Itzik Stimuli ed Eitan Ginzburg, membri di tre partiti che sostengono il premier Netanyahu (i primi due sono ministri) - Likud, Partito laburista e alleanza Blu Bianco -, hanno dato il loro sostegno alla legge proposta da Idan Roll, della formazione centrista Yesh Atid. Ohana, Stimuli, Ginzburg e Roll sono tutti gay dichiarati: i primi tre ora rischiano provvedimenti per aver supportato una legge osteggiata dal loro governo.

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