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La Nazione Rassegna Stampa
03.07.2020 Turchia: l'islamismo di Erdogan passa per Santa Sofia
Commento di Roberto Giardina

Testata: La Nazione
Data: 03 luglio 2020
Pagina: 28
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Museo o moschea: la battaglia per Santa Sofia»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 03/07/2020, a pag.28 con il titolo "Museo o moschea: la battaglia per Santa Sofia" il commento di Roberto Giardina.

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Tempio pagano, chiesa cristiana, basilica ortodossa, moschea, infine museo. Hagia Sophia, Santa Sofia a Istanbul, se il tribunale amministrativo acconsentirà al volere di Erdogan potrebbe tornare moschea il 15 luglio, non a caso il giorno in cui ricorre l'anniversario del fallito e probabilmente inventato golpe contro l'ultimo sultano. L'immensa cupola che domina il Bosforo è un simbolo della nostra civiltà nata dal Mediterraneo, tra Oriente e Occidente. Un luogo dedicato alla santa sapienza (sophia) di Dio, non importa il nome che gli si dà, e che è stato teatro nei secoli di massacri, dell'una e dell'altra parte. Sempre in nome di una fede. II primo tempio, la Megale Ekklesia, la grande chiesa, fu eretta nel febbraio del 360, nel luogo dove sorgeva il tempio dedicato a Atena, che era la dea della sapienza, da Costanzo II, figlio di Costantino. La seconda chiesa fu eretta nel 415 per volere di Teodosio II. Si comincia a costruire l'attuale Basilica nel 532, sotto Giustiniano I. A Roma, San Pietro risale al 1506. Per completare le cattedrali in Europa occorrevano secoli, ma diecimila operai la costruirono in meno di sei anni. Al tempo Costantinopoli aveva 300mila abitanti, la più grande città d'Europa. Roma in decadenza non arrivava a centomila. Nel X secolo, gli inviati di Vladimiro I, principe di Kiev, scrissero che «non c'è altro luogo al mondo così bello di Hagia Sophia». Per quasi mille anni fu la chiesa più grande al mondo. Una storia segnata da incendi devastanti e da terremoti, la grande cupola alta 56 metri, crollò già 32 anni dopo la costruzione. Dopo l'incendio del 896, occorse quasi un secolo per costruirla. Santa Sofia era il teatro dei grandi eventi religiosi. E quando nel 1024, Papa Leone IX scomunicò gli ortodossi il documento di "divorzio" tra le due Chiese, fu deposto innanzi all'altare. Il 12 aprile del 1204, 40mila crociati riconquistarono Costantinopoli e si diedero al saccheggio durato tre giorni. E per dispregio fecero sedere una prostituta sul trono del patriarca ortodosso. Enrico Dandolo, XLI e più importante doge di Venezia, uno degli organizzatori della IV crociata, morì l'anno seguente, e fu sepolto al'interno di Hagia Sofia. Solo otto secoli dopo, nel 2001, papa Wojtyla chiese perdono alla Chiesa ortodossa. Costantinopoli fu controllata dalla chiesa di Roma per meno di 60 anni, per tornare infine agli ortodossi nel 1261. Nel 1453, Maometto II dopo un lungo assedio conquista Costantinopoli, e ancora si scatena un sanguinoso saccheggio durato tre giorni. I fedeli asserragliati a Santa Sofia vengono sgozzati o ridotti in schiavitù. La grande chiesa diventa una moschea, e lo resterà quasi per cinque secoli. Ma si trascura la manutenzione, il tempio va letteralmente a pezzi. Lady Montagu, moglie dell'ambaciatore britannico, che la visita nell'aprile del 1718 scrive nel diario che sul pavimento vi sono cumuli di mosaici caduti dalle pareti e affreschi ridotti in polvere. L'unico restauro parziale tra il 1847 e 1848 verrà tentato dall’architetto svizzero Gaspare Fossati: «Dai mosaici cristiani, scrive desolato, sono stati scalpellati i volti». Kemal Ataturk, dopo la caduta dell'Impero ottomano, vuole costruire una Turchia moderna, laica, vicina all'Europa. Concede il voto alle donne negli Anni '20, un diritto che le italiane conquisteranno dopo l'ultima guerra. E trasforma nel 1935 Hagia Sofia in museo. Un tempio della storia e della cultura. Hagia Sophia tornerà moschea? Le proteste dell'Europa, e le più sdegnate sono della Grecia e della Germania, sono controproducenti. Forse sarà un calcolo economico a salvare il museo. Ogni anno lo visitano 3,7 milioni di turisti, con un incasso di oltre 30 milioni di euro. La Turchia ha bisogno di valuta. Erdogan vorrà rinunciarci per cedere alle pressioni del suo partito, AKP, islamico e conservatore?

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