'Tehran': una nuova serie tv da non perdere Commento di Sharon Nizza
Testata: La Repubblica Data: 02 luglio 2020 Pagina: 13 Autore: Sharon Nizza Titolo: «'Tehran', la fiction sul nemico che conquista Israele»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 02/07/2019, a pag. 13, con il titolo "'Tehran', la fiction sul nemico che conquista Israele", il commento di Sharon Nizza.
Sharon Nizza
La locandina della serie
Venerdì scorso una misteriosa esplosione ha colpito Teheran, nei pressi della base militare di Parchin e in contemporanea a Shiraz andava in tilt la centrale elettrica. Fonti governative iraniane hanno parlato di «incidenti», ma c’è chi vocifera di un nuovo possibile round nella cyberguerra tra Iran e Israele. Chi aveva visto il lunedì precedente le prime due puntate della nuova serie tv israeliana Tehran non ha potuto non soffermarsi sull’analogia tra fiction e realtà. La miniserie segue in 8 puntate le vicende di una hacker israeliana in missione per il Mossad a Teheran — proprio alla centrale elettrica della capitale — città dove è nata e dove entrerà in contatto con quell’universo di giovani attivisti anti-regime che, dall’Onda Verde del 2009 alle manifestazioni dell’inverno scorso, riempono le piazze. In una scena vi è un omaggio all’iconica ragazza che durante una protesta si toglie l’hijab e lo sventola come una bandiera bianca. «I governi prendono spunto dalla serie tv?». In molti hanno commentato divertiti sui social di Radio Ran, diffuso canale in lingua persiana, diretto da Rani Amrani. Nato a Teheran nel 1995, a 20 anni è scappato per intraprendere un viaggio di due mesi che l’ha portato clandestinamente prima in Afghanistan, da lì in Pakistan (dove agenti del Mossad fornivano lasciapassare agli esiliati) e infine, tramite la Svizzera, in Israele. È stato consulente sul set di Tehran , ricreato fedelmente ad Atene. «Ho messo su Facebook una mia foto sul set e tutti mi hanno chiesto come fossi riuscito a entrare in Iran», racconta dal suo studio a Gerusalemme. Il sito di Radio Ran ha circa 700 mila accessi mensili, trasmette in farsi e si rivolge agli oltre 100 mila israeliani di origine iraniana che vivono in Israele. E non solo ebrei. «Riceviamo una valanga di commenti anche da ascoltatori musulmani. Non censuriamo nessuno, anzi più di una volta sono riuscito a creare un dialogo con uno che parlava di Israele come “Piccolo Satana”». La serie Tehran — trasmessa dal canale pubblico israeliano Kan11 e acquistata da AppleTv che la distribuirà in 135 paesi — ha suscitato grande clamore in Iran ancora prima che andasse in onda, anche perché recitata quasi interamente in persiano. «Un giornale filo-regime ha parlato di propaganda sionista che tenta di lavare il cervello all’opinione pubblica iraniana», racconta Amrani. «In un canale Telegram circolano le prime 5 puntate che hanno già riscosso enorme successo. Persino un nostro ascoltatore filogovernativo ha scritto: “l’establishment non è dipinto così male”». Anche la critica israeliana ha approvato. Trama intricata, tensione alle stelle e offuscamento della dicotomia buoni/cattivi ricordano la prima stagione di Fauda . Ma mentre Fauda descrive una realtà che è una ferita aperta (il conflitto israelo-palestinese), Tehran spalanca una finestra su un mondo sconosciuto e forse sorprendente.
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