IC7 - Il commento di Carlo Benigni
Dal 15 al 20 giugno 2020
Gli eventi dell'UNIONE delle Associazioni Italia Israele
A destra: la locandina dell'evento del 24 giugno
Come è noto, a causa dell'emergenza da coronavirus le consuete riunioni in presenza sono sospese a tempo indeterminato. Per evitare una prolungata inattività l'Unione Associazioni Italia-Israele ha deciso di organizzare iniziative da remoto, utilizzando la piattaforma Zoom. Due o tre volte al mese, di solito di mercoledì alle ore 21, vi saranno collegamenti con autorevoli personalità italiane e internazionali, in particolare da Israele. Gli incontri avranno la durata di un'ora / un'ora e mezza, e tramite la chat della piattaforma è prevista la possibilità di rivolgere per scritto domande ai relatori, che risponderanno a tutti. La prossima riunione è in programma per mercoledì 24 giugno alle ore 21. Alessandra Tarquini, docente di storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma, parlerà del suo libro "La sinistra italiana e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1882 al 1992", edizioni Il Mulino. Antonio Donno intervisterà l’autrice. Chiunque volesse partecipare può scrivere a takinut@gmail.com per ricevere il link per seguire l’incontro.
La riunione successiva si svolgerà mercoledì 1 luglio, alle ore 21, sul tema "Quelle relazioni pericolose tra Italia e Qatar". Relatore Stefano Piazza, giornalista e saggista svizzero, collaboratore di Teleticino, Panorama, Libero Quotidiano, attivo nel settore della sicurezza. Interverranno Luciano Tirinnanzi, opinionista e saggista, collaboratore di Panorama e SkyTg24, direttore della casa editrice Paesi Edizioni, e Antonino Occhiuto, collaboratore di Limes, ricercatore specializzato presso Gulf State Analytics (GSA) di Washington. Anche in questo caso, è sufficiente una email a takinut@gmail.com per ricevere il link e i dettagli. E' consigliato di mettersi in collegamento a partire dalle ore 20.45, così da risolvere eventuali problemi di carattere tecnico, senza ritardare l'inizio dell'incontro.
Dror Eydar con Sergio Mattarella
Commissione Affari Esteri del Senato, 16 giugno. L'Ambasciatore di Israele Dror Eydar replica agli interventi filopalestinesi degli esponenti del M5S e a un fuori onda imbarazzante del presidente della Commissione, ad audizione conclusa. Il 16 giugno si è tenuta, promossa dalla Commissione Esteri del Senato, un'audizione informale, in videoconferenza, dell'Ambasciatore di Israele, Dror Eydar, sul tema delle priorità dell'Italia nel quadro dei nuovi equilibri geopolitici del Medio Oriente allargato. Ha condotto l'audizione, durata 125 minuti, il presidente della Commissione, senatore Vito Rosario Petrocelli, del M5S. L'audizione può essere vista integralmente sui siti del Senato e di Radio Radicale. Eccone una breve sintesi. L'Ambasciatore ha tenuto un intervento introduttivo storico-politico di ampio respiro; ha evidenziato la volontà di distruggere Israele scritta nella costituzione di Hamas e ribadita costantemente dall'Iran, che sta lavorando per dotarsi di armamento nucleare ed è un pericolo per tutto l'Occidente; ha descritto, nei diversi passaggi dagli anni '90 ad oggi, il costante rifiuto dei leaders palestinesi, da Arafat ad Abu Mazen, a riconoscere il diritto all'esistenza dello Stato di Israele; ha sottolineato che l'Europa sottovaluta i rischi dell'espansionismo turco ed iraniano nell'area mediterranea. Ha concluso che "se sarà necessario difenderci sapremo farlo da soli", senza confidare su aiuti esterni. Sono intervenuti i senatori Gianluca Ferrara (M5S), Enrico Aimi (Forza Italia), Pierferdinando Casini (Gruppo per le Autonomie), Alberto Airola (M5S), Stefania Craxi (Forza Italia), Lucio Malan (Forza Italia), Gianni Marilotti (M5S) Tutti premettono di essere amici di Israele e riconoscono che è unica democrazia nel Medio Oriente. Ma il senatore Gianluca Ferrara (M5S) accusa Israele di opprimere la popolazione palestinese, di praticare un duro apartheid, di occupare illegalmente i territori; cita le condanne delle Nazioni Unite, ed esprime totale disapprovazione del piano di pace concordato dal premier Netanyahu con il presidente degli Stati Uniti Trump. Un altro senatore M5S, Alberto Airola, ha preferito non pronunciarsi. Il senatore Enrico Aimi afferma che l'Islam fanatico è un pericolo epocale e concorda con le analisi dell'Ambasciatore, al quale domanda se ritiene possibile che Israele entri a far parte dell'Unione Europea. La senatrice Stefania Craxi domanda all'Ambasciatore se pensa che la politica degli insediamenti sia utile. E se non sarebbe stato opportuno accogliere la proposta del Vaticano di conferire una status autonomo a Gerusalemme. Se non è praticabile il progetto dei due stati, quale prospettiva alternativa? Il senatore Pierferdinando Casini esprime forte preoccupazione, in presenza della crisi del multilateralismo. La politica dell'attuale governo di Israele mette in dubbio la possibilità di coesistenza di due stati in pace. A suo giudizio, siamo in presenza di una deriva. Il senatore Lucio Malan osserva che quando si parla di Israele come unica democrazia nel Medio Oriente è improprio usare il termine "riconoscimento", in quanto si tratta di un dato di fatto oggettivo, che non necessita di "riconoscimenti", così come è un dato di fatto oggettivo che l'Italia è un Paese del Mediterraneo. Esprime la sua amicizia di sempre per Israele, e domanda quale sia la natura degli insediamenti. Il senatore Gianni Marilotti afferma che l'Europa è per il multilateralismo, e non ritiene che debba appoggiare a priori l'attuale linea israeliana. Domanda: l'occupazione rafforza le prospettive di pace, o no? L'Ambasciatore Dror Eyar riprende la sua analisi introduttiva. Precisa che Israele ha sempre combattuto per difendersi da quanti volevano distruggerla; che Gerusalemme è il luogo storico degli ebrei, che Israele ne rispetta e garantisce il carattere multireligioso. Ricorda che storicamente non esiste un popolo "palestinese"; la denominazione fu introdotta nel II° secolo d.C. dall'imperatore Adriano, per eliminare ogni identità ebraica. Il popolo ebraico è sul proprio territorio da 4.000 anni; l'Islam fu fondato da Maometto, vissuto tra il 570 e il 632 d.C.. Sui due Stati: l'ipotesi di uno Stato esclusivamente palestinese, affiancato ad uno Stato israeliano multietnico (che sarebbe a maggioranza palestinese se venisse accolta la richiesta del diritto al ritorno degli esuli del 1948 e dei loro discendenti, ad oggi di vari milioni) cambierebbe la natura dello Stato di Israele, e del suo essere garante della sicurezza degli ebrei. Israele è sempre aperta a negoziazioni, alle quali i leaders palestinesi non intendono partecipare. La domanda vera è questa: una volta che Israele avesse riconosciuto uno Stato palestinese, quali sarebbero le politiche strategiche di quest'ultimo? L'Ambasciatore si dice disponibile ad altri incontri, in sede di Commissione o con singoli parlamentari, per trattare gli argomenti che il tempo limitato dell'audizione non ha consentito di approfondire.
Una gaffe "fuori onda" del presidente della Commissione, Vito Rosario Petrocelli. Non sapendo che l'audio fosse ancora attivato, il presidente della Commissione ironizza sul fatto che l'Ambasciatore non avrebbe risposto a una domanda provocatoria, circa il fatto che Israele possa essere una minaccia nucleare. L'Ambasciatore replica che è una domanda sbagliata. Israele è circondata da nemici che ne vogliono la distruzione.La tragica esperienza del passato mostra come Israele, nei momenti più difficili della sua storia, sia stata lasciata sola. Israele non minaccia nessuno, ma se attaccata ha tutti i mezzi per difendersi.
L'EAI- European Alliance for Israel, impegnata a far approvare anche dal Parlamento italiano la legge tedesca che considera gli Hezbollah un'unica organizzazione terroristica, superando la precedente distinzione tra la componente di governo e quella militare. L'Eai-European Alliance for Israel, che comprende le associazioni di amicizia con Israele di 25 Paesi europei , tra le quali l'Unione Associazioni Italia-Israele, ha chiesto ai parlamentari italiani che fanno parte del Parliamentarian Group EAI di far approvare dal nostro Parlamento una legge analoga a quella approvata in Germania, Olanda e Gran Bretagna, e presto dall'Austria, in base alla quale gli Hezbollah sono classificati come organizzazione terroristica, superando la precedente distinzione tra la componente di governo e quella militare. L'Unione Associazioni Italia-Israele si farà parte attiva presso i parlamentari italiani amici dello Stato ebraico, per mandare avanti l'iniziativa.
Carlo Benigni
Presidente nazionale dell'UNIONE delle Associazioni Italia-Israele