Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 20/06/2020, a pag.10 con il titolo "Dal Faraone a Netanyahu, le analogie sono sempre quelle (non smentite)", l'articolo di Daniele Luttazzi.
Luttazzi continua la confusa crociata contro Moked. Anche oggi, infatti, il pezzo del comico è un pasticcio da cui si capisce poco. Due cose però emergono chiaramente: l'ignoranza del comico e i suoi pregiudizi contro Israele. Lo Stato ebraico viene descritto come un Paese razzista che discrimina gli arabi palestinesi, mentre non si fa cenno del terrorismo di Hamas e di altre organizzazioni analoghe. Luttazzi non è il solo tra i comici - si veda l'esempio di Beppe Grillo - abituato a mistificare.
Ecco il pezzo:
Daniele Luttazzi
Terroristi di Hamas
Moked, il portale dell'ebraismo italiano, continua a ciurlare nel manico. Una settimana fa scrissi: "Sono il solo a vedere la contraddizione tragica fra la Pesach, che celebra la liberazione degli ebrei dalla schiavitù d'Egitto, e la schiavitù in cui l'Israele di Netanyahu tiene il popolo palestinese? E per evitare la solita manfrina: sei un antisemita se quei sei milioni ti hanno fatto piacere, non se critichi la politica di apartheid del governo Netanyahu”. La mia analogia è fra le antiche vessazioni egiziane e le odierne vessazioni israeliane: fra il faraone e Netanyahu. Invece di replicare nel merito, Moked usò l'argomento del fantoccio, la fallacia argomentativa che consiste nel colpire un bersaglio inventato: "L'analogia proposta dallo stesso Luttazzi tra gli ebrei schiavi in Egitto e i palestinesi di oggi". Inventato il bersaglio, Moked poté ricavarne l'apologo capzioso secondo cui "gli ebrei non chiesero al Faraone di vivere liberi in Egitto, ma di andarsene in Israele. Quindi basterebbe essere più precisi, facendo dire ad Abu Maazen, come Mosè ma, soprattutto, come Charlton Heston: 'Let my people go' (`Fai partire il mio popolo'), il che implica che si sentano estranei al territorio che li ospita. "Risposi al loro pilpul (analisi, ma in questo caso sofisma) che "Considerare i palestinesi come `ospiti' in Palestina è, come minimo, un lapsus freudiano. Haaretz, il più antico quotidiano israeliano, di orientamento liberal, definisce da anni la politica di Netanyahu ‘apartheid’, e la situazione palestinese `bantustan', con ovvio riferimento al Sudafrica razzista pre-Mandela." Citavo inoltre il New York Times: "Israele è tuttora considerata una forza di occupazione, anche se ha tolto le sue truppe e i suoi coloni dalla Striscia nel 2005. Israele controlla ancora l'accesso all'area, l'import e l'export, e i movimenti di persone in ingresso e in uscita. Israele controlla lo spazio aereo e le coste di Gaza, e i suoi militari entrano nell'area a piacere. Come forza di occupazione, Israele ha la responsabilità di garantire il benessere della popolazione civile della striscia di Gaza (Quarta Convenzione di Ginevra)." Nella nuova rassegna stampa, Moked scrive: "Luttazzi rincara la dose e, citando come riferimento Haaretz, accusa apertamente la politica di Netanyahu di `apartheid’”.
Lascio dunque la parola alla Corte Suprema di Israele (la notizia Ansa è di qualche giorno fa): TEL AVIV - La Corte Suprema di Israele ha annullato come "incostituzionale" la legge del 2017 che avrebbe legalizzato insediamenti ebraici in Cisgiordania costruiti su terra privata palestinese. La legge "viola i diritti di proprietà e di eguaglianza dei palestinesi, mentre privilegia gli interessi dei coloni israeliani sui residenti palestinesi". Riguarda circa 4.000 case costruite dai coloni. I giudici - la decisione è stata presa con 8 voti a favore e 1 contro - hanno anche stabilito che la legge non "fornisce sufficiente rilievo" allo status dei "Palestinesi come residenti protetti in un'area sotto occupazione militare" La discussa legge era stata congelata nei suoi effetti dai molti ricorsi presentati da ong palestinesi e israeliane alla Corte. L'Avvocato generale dello Stato, Avichai Mandelblit, si era rifiutato di difenderla davanti alla Corte.
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