Ungheria: Orban lascia i pieni poteri Commento di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 17 giugno 2020 Pagina: 3 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Orban lascia i pieni poteri, Giuseppe no»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/06/2020, a pag. 3, con il titolo "Orban lascia i pieni poteri, Giuseppe no", il commento di Carlo Nicolato.
Il Giuseppe del titolo è ovviamente Conte, per fortuna c'è il commento di Carlo Nicolato, forse l'unico. I nostri media non perdono l'occasione di prendere di mira Orban, sarebbe ora che la smettessero di osannare il nostro Presidente del Consiglio 'a reti unificate' .
Carlo Nicolato
Victor Orban
Fine dello stato d'emergenza in Ungheria. Dopo tre mesi il Parlamento con un disegno di legge passato con 135 voti a favore, 54 contrari e tre astenuti, ha revocato i pieni poteri concessi al premier per via della pandemia. I tempi e la Costituzione sono stati rispettati. Una lezione per quanti avevano già la certezza che Orban con la scusa del Covid 19 stesse trasformando la democrazia ungherese in una dittatura. Così non è stato, anzi il processo messo in atto dalla politica ungherese è stato più chiaro, nitido e democratico di quello avvenuto quasi per caso e con il succedersi degli eventi in altri Stati, come il nostro dove la presa dei pieni poteri non è mai stata dichiarata, ma è arrivata de facto, e come tale non è nemmeno mai stata revocata. Secondo varie Ong come il Comitato Helsinki per i diritti umani, la Civil Liberties Union e Amnesty International la revoca di Budapest sarebbe però «uri illusione ottica» in quanto la legge votata ieri sospende solo momentaneamente i pieni poteri al premier «Se i progetti di legge vengono adottati nella loro forma attuale - scrivono in un comunicato congiunto -, ciò consentirà al governo di governare nuovamente con decreto per un periodo di tempo indefinito, senza le garanzie costituzionali minime». Senza dimenticare, concludono, che tra le leggi adottate nel periodo dell'emergenza ce ne sono alcune che hanno conferito ma ori poteri alla polizia e limitato la trasparenza delle azioni di governo. Tale prerogativa però vale sempre e comunque, indipendentemente dalla legge di ieri, e vale anche per Paesi che vantano democrazie ben più consolidate. Le associazioni per i diritti umani hanno fatto notare che durante questi tre mesi Orban ha firmato oltre 180 decreti, alcuni dai quali giudicati sproporzionati e in violazione dei diritti umani. Alcune di queste leggi, si sottolinea, hanno poco a che fare con l'epidemia. Tra queste ci sarebbe una misura che toglie il 50% dei fondi destinati ai partiti, e quindi anche alle opposizioni, per trasferirli alla lotta al coronavirus. Molto criticata anche la legge sulle fake news che ha introdotto il carcere fino a 5 anni per chiunque diffonda false notizie sulla pandemia e che secondo le opposizioni sono un'arma del governo per zittire il dissenso. Un appunto che potremmo avanzare a proposito di tutte le iniziative lanciate in Italia e in Europa che per l'appunto hanno come scopo la lotta alle fake news. In tre mesi dall'inizio dello stato di emergenza in Ungheria sono stati sono stati avviati 80 procedimenti penali. Varrebbe la pena chiedere a tali Ong come giudicano le misure di polizia mai approvate dal Parlamento messe in atto in Italia.
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