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La Stampa - L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
16.06.2020 Territori contesi/annessione: la divisione trai Paesi europei, le mosse di Pompeo e Netanyahu
Cronaca di Marco Bresolin, la velina ignorante di OR

Testata:La Stampa - L'Osservatore Romano
Autore: Marco Bresolin
Titolo: «Sulle annessioni la Ue si divide davanti a Pompeo - Dialogo tra Israele e Usa sulle annessioni dei Territori»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/06/2020, a pag. 19, con il titolo "Sulle annessioni la Ue si divide davanti a Pompeo", la cronaca di Marco Bresolin; dall' OSSERVATORE ROMANO a pag.3 la breve "Dialogo tra Israele e Usa sulle annessioni dei Territori".

L'articolo di Marco Bresolin chiarisce l'assenza di una linea comune europea sulla questione delle possibili prossime annessioni, da parte israeliana, di alcune parti dei territori contesi. OR, nella breve di oggi, fa il punto della situazione ma omette di segnalare che il Golan è diventato parte di Israele a tutti gli effetti dal 1981, non può quindi essere 'annesso' perché già parte dello Stato di Israele.  Ignoranza? Oppure la sempiterna avversione a Israele che rispunta con regolarità?

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Marco Bresolin: "Sulle annessioni la Ue si divide davanti a Pompeo"

Immagine correlata
Marco Bresolin

L'Unione europea ha avvertito gli Stati Uniti delle possibili «conseguenze» che potrebbero scattare nel caso in cui Israele andasse avanti con il suo piano di annessioni in Cisgiordania. Ma durante una videoconferenza con il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, sono emerse le divergenze tra i vari governi Ue. «Pompeo ha ascoltato, ha preso appunti. Ma ha notato che ci sono punti di vista diversi» ha ammesso Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera Ue. Questo certamente indebolisce il ruolo dell'Europa, che ieri è tornata a chiedere «un processo di pace credibile e significativo». Secondo Borrell, il piano americano «ha dato uno slancio per avviare un percorso, che però deve avvenire sulla base di parametri concordati a livello internazionale». Il diplomatico spagnolo ha sottolineato che il piano degli Usa non rispetta alcuni di questi parametri, «ma può essere un punto di partenza per un negoziato». Al momento l'Unione non può far altro che puntare il dito contro il piano di Israele, considerato contrario al diritto internazionale. Ma lo fa senza alzare troppo la voce e soprattutto senza alcuna minaccia concreta. L'Ue, infatti, ha le armi spuntate. Per le sanzioni serve un via libera all'unanimità, che al momento è impossibile. Irlanda, Lussemburgo, Svezia e Danimarca sono per la linea dura. Anche la Germania è estremamente critica. Ma non basta. Paesi come Ungheria, Austria, Bulgaria e Romania frenano. I diplomatici fanno notare che le uniche forme di ritorsione percorribili sono nell'ambito della politica commerciale, dove non serve l'unanimità. Ma anche questa strada appare in salita. L'inazione rischia però di mettere l'Ue di fronte a una contraddizione, dato che in molti fanno un parallelismo con l'invasione russa in Crimea. Per la quale Mosca è ancora sotto sanzioni Ue.

L'OSSERVATORE ROMANO: "Dialogo tra Israele e Usa sulle annessioni dei Territori"

AG's office said to warn PM Jordan Valley annexation could lead to ...
Netanyahu illustra la situazione nella valle del Giordano

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, il ministro della difesa Benny Gantz e quello degli Esteri Gaby Ashkenazi hanno incontrato ieri l'ambasciatore statunitense in Israele, David Friedman, per discutere del progetto di annessione unilaterale di parti dei Territori palestinesi in linea con il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Netanyahu prevede di presentare il suo progetto di annessione in parlamento a partire dal primo luglio, come previsto dall'accordo di governo fra il suo partito, il Likud, e quello Blu e Bianco di Gantz. Il ministro della Difesa, che fra un anno e mezzo prenderà la guida del governo, ha definito il piano Trump «una opportunità storica» per Israele ma non ha chiarito se intende appoggiare un passo unilaterale. Secondo quanto scrive il «Times of Israel», Washington sarebbe pronta ad appoggiare Netanyahu ma solo nel caso vi sia il pieno sostegno da parte di Gantz. Il piano Trump è stato duramente criticato dai palestinesi e la comunità internazionale. Alcuni paesi arabi hanno chiesto al governo Netanyahu di ripensare il piano delle annessioni. Anche il movimento dei coloni israeliani nei Territori ha contestato il piano poiché esso prevede in teoria l'istituzione di uno stato palestinese. Si segnala la notizia, intanto, secondo cui il governo israeliano sarebbe intenzionato a costruire un nuovo insediamento sulle alture del Golan, territorio conteso con la Siria. Questo nuovo insediamento — stando a fonti di stampa — sarebbe intitolato al presidente Trump. «Avvieremo oggi i passi pratici per costruire Ramat Trump (in ebraico: le alture di Trump)» ha detto ieri Netanyahu.

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