Jewish Lives Matter! Anche le vite degli ebrei contano!
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
L'ondata di proteste innescata da quello che è pur sempre l'omicidio di un afro-americano su uno sfondo di razzismo e di violenza della polizia, ha superato i confini degli Stati Uniti per raggiungere l'Europa. Anche in Israele ci sono state manifestazioni di solidarietà ed è normale. C'è però un'altra forma di razzismo, forse più insidiosa ma non meno mortale come abbiamo potuto constatare nel corso della Storia: quella che si chiama antisemitismo. Spinto al suo parossismo, ha sterminato sei milioni di persone. Un terzo della popolazione ebraica mondiale all’epoca. Ma neppure l'orrore dei campi ha posto fine all'odio per gli ebrei. Da qui la domanda: le vite degli ebrei non importano a nessuno? Perché non sono importanti anche loro? Perché non ci sono manifestazioni di massa, reazioni unanimi contro degli attacchi perpetrati ancora oggi contro uomini, donne e talvolta bambini ebrei solo perché sono ebrei? Eppure, ogni anno, negli Stati Uniti come in Inghilterra o in Francia se ne contano a migliaia. Questi non sono abusi della polizia e non c’è la polizia dietro a questi attacchi. No, sono dei cittadini comuni che non possono sopportare di vedere degli ebrei. Qualsiasi ebreo. “I rabbiosi non mordono tutti. Affondano i denti unicamente e solo negli ebrei. La vista del caftano, della barba e dei cernecchi li eccita ”, scriveva Albert Londres nel 1929 (“L’ebreo errante è arrivato” N.d.T.). Purtroppo è ancora vero oggi. Non si contano più i morti. I sanguinosi attacchi alle sinagoghe negli Stati Uniti di questi ultimi due anni. In Francia, l'attacco alla sinagoga in rue Copernic e quello in rue des Rosiers a Parigi. Ilan Halimi preso di mira e torturato in modo atroce solo perché era ebreo. Le piccole vittime della scuola Ozar Hatorah di Tolosa, dei bambini di solo 4, 5 e 7 anni, brutalmente assassinati. E l'Iper kosher. L'elenco è tristemente lungo. E poi ci sono degli individui "disturbati" che se la prendono con anziane e innocue signore ebree e le uccidono barbaramente mentre loro pensavano di essere al sicuro nel loro appartamento. A ciò si aggiunge l’aggressione quotidiana agli studenti ebrei nelle principali università americane e spesso in quelle francesi. Gli ebrei attaccati per le strade della capitale. I graffiti. I tweet pieni di odio… O ancora queste accuse di un'altra epoca: “Gli ebrei portano la peste e il colera" aggiornate da coloro che affermano che gli ebrei sono all'origine dell'attuale pandemia. Vedendo i cartelli di questo genere, branditi il 13 giugno a Parigi, e le grida di “sporchi ebrei” pronunciate con il pugno alzato durante la “grande manifestazione contro il razzismo” a Parigi, in quel sabato 13 giugno, si potrebbe credere che l'unico razzismo che solletichi la coscienza umana sia quello rivolto ai neri. Insomma i neri che non sono ebrei ovviamente. Perché ci sono anche degli ebrei con la pelle scura.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".