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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
13.06.2020 Se abbattono Churchill, faranno risorgere Hitler
Commento di Giovanni Sallusti

Testata: Libero
Data: 13 giugno 2020
Pagina: 11
Autore: Giovanni Sallusti
Titolo: «Se abbattono Churchill, faranno risorgere Hitler»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/06/2020, a pag.11, con il titolo "Se abbattono Churchill, faranno risorgere Hitler" il commento di Giovanni Sallusti.

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Giovanni Sallusti

Statue of Winston Churchill, Parliament Square - Wikipedia
La statua di Winston Churchill a Londra

Se volete afferrare il nucleo pulsante del totalitarismo lasciate perdere le migliaia di pagine e relativi tomazzi sul tema, basta una frase di George Orwell, da 1984. «La storia era un palinsesto che poteva essere raschiato e riscritto tutte le volte che si voleva». E questa, la vera ossessione da cui riconoscete il marchingegno totalitario, che è molto più di una mera dittatura, è la volontà di riscrivere a piacimento e all'infinito il passato, ridotto ad appendice dei desiderata del presente. Quell'«eterno presente» in cui «il Partito ha sempre ragione», secondo l'immagine orwelliana. Sostituite "Partito" con "canaglia all'assalto delle statue" e avrete la fotografia del totalitarismo contemporaneo, il Politicamente Corretto. OBIETTIVI DELL'ODIO II nemico principale di questa gentaglia, e intendiamo gli intellò e i commentatori che sostengono gli squadristi "Antifa" più ancora che gli squadristi medesimi, è la storia. E qualsiasi parvenza di ricordo condiviso e di senso comune, che possano contraddire la furia iconoclasta dei teppisti globali. Pensate che i manifestanti, sia in America che in Inghilterra, hanno deturpato anche i busti di Abramo Lincoln, il presidente che per liberare i neri non esito ad infliggere agli Stati Uniti una guerra civile. E le squadracce dell"'antifascismo" 2.0 a Londra sono arrivate persino a prendersela con il memoriale di Sir Winston Churchill, l'uomo senza il quale oggi saremmo tutti sudditi del Terzo Reich (perlomeno i fortunati rimasti in vita e fuori dai cancelli del lager). Siamo al capovolgimento totale, la storia come arbitrio, cazzeggio stradaiolo, fondamentalmente farsa da inventare ogni giorno, a colpi di spry contro la memoria. Questo totalitarismo da bomboletta è riuscito là dove falli persino la svastica: silenziare Churchill. Sì: il monumento in Parliament Square ieri è stato integralmente imballato per proteggerlo dalle nuove proteste degli "antirazzisti" annunciate per il fine settimana. Churchill, votato "il più grande inglese di tutti i tempi" in un sondaggio della Bbc, l'uomo che mentre l'Europa veniva nazistizzata nel fatale 1940 urlo contro ogni evidenza logica e militare «Non ci arrenderemo mai!», l'uomo che tenne accesa la fiammella del mondo libero contro «una mostruosa tirannia insuperata nell'oscuro e doloroso catalogo del crimine umano», costretto post mortem a scusarsi, vergognarsi di sé, nascondersi nella sua Londra, la Londra che appesa alle sue parole resistette eroicamente alle bombe della Luftwaffe. RIEDUCATORI IGNORANTI Sono i migliori alleati postumi di Hitler, questi imbrattatori selvaggi del Black Lives Mater, o qualunque altra etichetta utilizzino per adornare la propria violenza acefala, quantomeno hanno gli stessi nemici dell'imbianchino austriaco, fanno oggettivamente il gioco suo e dei suoi epigoni, e non pub essere un caso. E il risultato della rimozione della storia Auschwitz pub sempre tornare, ammoniva Primo Levi, basta che smetteremo di raccontarlo. «Meditate che questo è stato», è il messaggio che lo scrittore torinese ci lasciava dall'inferno. L'idea folle di rimuovere il Male, ridurre la storia a palcoscenico per i propri tic progressisti, anche quando in buona fede (e non è il caso degli abbattitori di statue, ma di certi tifosi della riscrittura politicamente corretta dell'intera toponomastica e con essa dell'intero scibile umano), è doppiamente totalitaria Perché abdica all'arma più potente che abbiamo contro il Male: la possibilità di rammentarlo. L'uomo è essere narrante e tramandante, almeno dai tempi di Omero (perdonateci, ci rendiamo conto che l'Iliade e l'Odissea siano un bieco concentrato reazionario di machismo, sessismo, perfino di sovranismo, con quell'inaccettabile voglia di Ulisse di tornare a casa, probabilmente siamo ancora bisognosi di "rieducazione", come direbbe il capo delle Sardine). Se gli togli la facoltà della memoria, lo hai disumanizzato alla radice. Il Mein Kampf non va censurato e ritirato dal circuito commerciale, come fatto recentemente da Amazon. Al contrario, va diffuso il più possibile. Il Male va posseduto. Solo così puoi fronteggiarlo fino a sopportare «lacrime e sangue», come diceva Churchill, quel tizio che sbaragliò il totalitarismo di ieri ed è nel mirino del totalitarismo di oggi.

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