Riprendiamo dal MESSAGGERO di oggi, 09/06/2020, a pag. 22, con il titolo "Ior, utile raddoppiato nel 2019", la cronaca firmata L.Ram.
Anche se non ha a che fare con gli argomenti di solito trattati da IC, è opportuno conoscere bene l'ammontare dei profitti di una delle banche vaticane.
Ecco l'articolo:
L'Istituto per le Opere di Religione (lor) ha chiuso il bilancio 2019 con un utile netto di 38 milioni di euro (contro i 17,5 milioni del 2018).11 dato è contenuto nel Rapporto annuale della banca vaticana. «Il 28 aprile - fa sapere una nota dello Ior - il consiglio di sovrintendenza dell'istituto ha approvato all'unanimità il bilancio dell'esercizio 2019. Come da statuto, ha trasmesso il documento alla Commissione cardinalizia evidenziando la solidità c l'elevata qualità del dati finanziari, in ordine al patrimonio e alla liquidità, e la sua conformità al più elevati standard internazionali. In linea con le indicazioni di Sua Santità Papa Francesco - prosegue la nota - anche quest'anno la Commissione cardinalizia ha deliberato la distribuzione Integrale degli utili». Nel 2019 la banca ha continuato, «con rigore e prudenza, a fornire servizi finanziari allo Stato della Città del Vaticano e alla Chiesa Cattolica presente in tutto il mondo».
L'ETICA CATTOLICA Nel dettaglio, i numeri più significativi del bilancio 2019 sono: 5,1 miliardi la raccolta da clienti (contro i 5 miliardi esatti del 2018), di cui 3,4 miliardi relativi al risparmio gestito e alla custodia titoli, e 630.3 milioni il patrimonio al 31 dicembre al netto della distribuzione degli utili. In aggiunta, l'istituto mantiene un alto livello di liquidità con un coefficiente di copertura Lcr pari a 443% e un coefficiente di finanziamento stabile Nsfr pari al 1008%». Quanto all'utile netto di 38 milioni, esso è «il risultato - splega lo Ior - del processo di investimento risk-based ed è coerente con l'etica cattolica applicato alla gestione dei propri attivi». Il vertice della banca fa sapere ancora che durante il 2019 «ha continuato a rafforzare la squadra dei dirigenti dell'istituto cd ha incrementato gli investimenti IT inclusi quelli relativi all'ingresso nel sistema europeo dei pagamenti Sepa». Dal 2014 presidente dell'istituto è il francese Jean-Baptiste de Franssu, direttore generale è Gian Franco Mammì. De Franssu è stato ceo della filiale europea della società americana Invesco, ed è considerato persona legata all'economista maltese Joseph F. X. Zahra.
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