Keir Starmer, il nuovo leader del Labour inglese riuscirà a far dimenticare Corbyn? Cronaca di Enrico Franceschini
Testata: La Repubblica Data: 08 giugno 2020 Pagina: 16 Autore: Enrico Franceschini Titolo: «Basta antisemitismo. Starmer cambia volto al partito laburista»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/06/2020, a pag.16 con il titolo "Basta antisemitismo. Starmer cambia volto al partito laburista" la cronaca di Enrico Franceschini.
Enrico Franceschini
Keir Starmer
Nella storia della Gran Bretagna c’è stato un solo primo ministro di origine ebraica, Benjamin Disraeli, tuttavia già convertito alla religione anglicana quando entrò a Downing Street: fino a metà dell’Ottocento in questo Paese era vietato agli ebrei di fare politica. Ma in un futuro non lontano potrebbe esserci un premier britannico "quasi" ebreo, se l’attuale leader laburista, Keir Starmer, vincesse le prossime elezioni. Non tutti sanno che, pur non essendo lui stesso di famiglia ebraica, Starmer è sposato con un’ebrea inglese, ha cresciuto i due figli secondo la religione ebraica della moglie e celebra con la famiglia ogni venerdì sera lo Shabbat nella tradizionale cena del giorno di festa ebraico. Con un capo così, contro il Labour non si sentono più accuse di antisemitismo. Di professione avvocato specializzato in diritti umani (è co-fondatore del più importante studio legale di questo tipo di Londra, in cui lavora pure Amal Clooney, moglie del celebre attore) ed ex procuratore capo della capitale (incarico pubblico per il quale ricevette il titolo di "sir"), il nuovo leader lo mise in chiaro dal giorno d’aprile in cui è stato eletto alla guida laburista: «È molto importante per me affrontare la vergogna dell’antisemitismo nel nostro partito il più presto possibile. Riaffermo le mie scuse per quanto avvenuto». I responsabili della comunità ebraica londinese non hanno perso tempo a lodarlo: «Ha fatto più lui in quattro giorni per combattere l’antisemitismo nel Labour del suo predecessore Jeremy Corbyn in quattro anni». Starmer ha quindi ordinato un’indagine su come è stata redatta l’inchiesta interna sull’antisemitismo, sulla quale sono circolate soffiate e supposizioni di ogni genere. Ora arrivano i primi provvedimenti. Questa settimana il partito ha sospeso quattro dirigenti della sezione di Liverpool, dopo che il Jewish Chronicle , maggiore giornale della comunità ebraica nel Regno Unito, ha rivelato le loro critiche al parlamentare della città, Paula Barker, per avere espresso rammarico per le dimissioni dal partito di Luciana Berger, la deputata di origine ebraica la cui denuncia dell’antisemitismo nel Labour aveva dato il via alle polemiche. Commenta un portavoce di Starmer: «Prendiamo con estrema serietà qualsiasi denuncia di antisemitismo ». L’ufficio del leader ha inoltre aperto un’indagine su casi analoghi nelle sezioni di Hampstead, Reading e Hastings. Coincidenza vuole che, in questi stessi giorni, anche Corbyn sia tornato a esprimersi sull’argomento, ma con tono opposto. L’ex leader avanza dubbi sull’imparzialità della Equality and Human Rights Commission, la commissione indipendente che a sua volta indaga sull’antisemitismo nel Labour durante la leadership corbyniana, definendola in un’intervista con il sito Middle East Eye come «al servizio dell’apparato governativo», ovvero un complotto contro di lui, e ribadendo che le accuse di antisemitismo nei suoi confronti sono «sbagliate e ingiuste ». Una cosa è certa: da questo come altri punti di vista, vecchio e nuovo leader laburista non potrebbero essere più diversi. I sondaggi sembrano premiare Starmer, che ha rimontato fino a due punti dal partito conservatore, dopo la peggiore sconfitta degli ultimi 85 anni subita da Corbyn alle elezioni del dicembre scorso.
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