Per la maggior parte dei social network e dei media, la conclusione è scontata: il Presidente Donald Trump è responsabile degli attuali eccessi negli Stati Uniti che lui avrebbe causato e / o incoraggiato e / o utilizzato per i propri fini. E peggio ancora, lui si dimostra del tutto incapace di ristabilire l'ordine. Queste sono tesi interessanti che però non tengono conto della realtà americana. Partiamo dal fondo: la responsabilità di mantenere l'ordine pubblico non compete al governo federale ma a ciascuno degli Stati membri, che a tal fine dispongono della propria polizia e della propria Guardia nazionale. Minneapolis si trova nel Minnesota, che ha appena ottenuto la qualifica di "Stato meglio governato degli USA". Il Governatore è un democratico, così come il Sindaco di Minneapolis. Lo stesso vale per il Capo della polizia, chiamato a ricoprire questa posizione dal Sindaco precedente, anch'egli un democratico. Il 25 maggio scorso sono stati gli agenti di polizia sotto il suo comando ad essere implicati nella morte di Georges Floyd. L'America e il mondo intero hanno potuto vedere un poliziotto premere il suo ginocchio sulla gola del suo prigioniero a terra e tenerlo schiacciato così per lunghi minuti, mentre la vittima si lamentava di non riuscire a respirare. Tre colleghi del poliziotto, che erano solo a pochi metri di distanza, hanno seguito il dramma non solo senza intervenire, ma hanno persino impedito ai presenti di farlo. I quattro agenti di polizia sono stati licenziati il giorno successivo, ma non furono né arrestati né perseguiti nell’immediato. Soltanto quattro giorni più tardi e dopo violente proteste l'ufficiale di polizia responsabile è stato arrestato e incriminato; gli altri tre saranno arrestati solo il 31 maggio. Insomma, è stata l'assunzione di responsabilità tardiva da parte delle autorità locali che ha contribuito ad accendere il terreno. Il 3 giugno, l'ex Presidente Obama e Joe Biden, che era stato il suo Vicepresidente e che ora è candidato alla Casa Bianca, hanno dichiarato che bisognava immediatamente riformare la polizia. Potrebbero avere ragione; ci si può tuttavia chiedere perché non lo abbiano fatto durante i loro due mandati presidenziali. Decine e decine di neri disarmati sono stati infatti uccisi da dei poliziotti bianchi durante la presidenza Obama. Purtroppo il problema non è nuovo. Le manifestazioni di razzismo nei confronti della comunità nera non si limitano alla polizia. Solo meno di tre quarti di secolo fa fu abolita la segregazione nelle scuole e nei trasporti pubblici. La domanda ora è: di fronte all'impotenza delle forze di polizia dei vari Stati che, nonostante l'impiego della Guardia nazionale, si sono dimostrati incapaci di reprimere l'esplosione di rabbia che ha scosso l'America, il Presidente avrebbe potuto intervenire per riportare la calma? Anche questo é poco probabile perché i manifestanti l’avevano evidentemente preso di mira e hanno persino tentato di forzare l'accesso alla Casa Bianca. Quando Donald Trump ha menzionato la possibilità di usare i militari, l'unica forza a sua disposizione, gli sono piovute condanne da tutte le parti. Un’ultima osservazione: le rivolte esplose nel 1992 a Los Angeles, in seguito all'assoluzione di quattro agenti di polizia ripresi in un filmato mentre pestavano a morte il nero Rodney King, avevano lasciato a terra 63 morti, oltre duemila feriti e danni superiori a un miliardo di dollari. Nessuno pensò di puntare il dito contro il presidente George Bush.
Michelle Mazelscrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".