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La Repubblica Rassegna Stampa
05.06.2020 L'istituto israeliano alla ricerca del vaccino contro il virus
Commento di Sharon Nizza

Testata: La Repubblica
Data: 05 giugno 2020
Pagina: 1
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «L'asso di Israele. O del mistero semisegreto di Ness Ziona»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA online di oggi, 05/06/2019, con il titolo "L'asso di Israele. O del mistero semisegreto di Ness Ziona", il commento di Sharon Nizza.

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Sharon Nizza

L'Istituto israeliano per la Ricerca Biologica di Ness Ziona è avvolto da quell'aura di segretezza che accompagna le spy stories, quelle in cui ci si esprime sempre con un no comment. Fondato nel 1952, l'Istituto si occupa di ricerca multidisciplinare nei settori della biologia, chimica, malattie infettive, scienze ambientali, come recita il suo sito internet. Ma l'affiliazione all'Ufficio del primo ministro e al ministero della Difesa, insieme a pubblicazioni straniere nel corso della sua lunga attività, indicano che la sua missione riguardi anche altri obiettivi. Da febbraio, questo centro, generalmente poco votato all'esposizione mediatica, è balzato agli onori della cronaca. Il 30 gennaio il ministero della Salute bloccava i voli dalla Cina; il 2 febbraio Netanyahu twittava di aver incaricato l'Istituto di investire tutti i suoi sforzi nella ricerca di un vaccino. Erano giorni in cui il mondo ancora non realizzava a cosa sarebbe andato incontro e c'era chi definiva queste mosse allarmismo ingiustificato.

Ness Ziona: immagini, foto stock e grafica vettoriale | Shutterstock
Ness Ziona

Nel frattempo, l'8 marzo, Migal, un istituto di ricerca nel nord d'Israele, si guadagnava i titoli dei giornali mondiali dopo aver annunciato di aver raggiunto "importanti risultati scientifici che potrebbero portare alla rapida creazione di un vaccino". I ricercatori raccontarono di avere avuto un "colpo di fortuna", in quanto stavano sviluppando già da quattro anni un vaccino contro il virus della bronchite infettiva dei polli, appartenente alla stessa famiglia del Covid-19. Si parlò di un "vaccino entro pochi mesi". Tanto clamore fece quella notizia che poco fa si è scoperta una truffa in Ecuador, dove per settimane è stato commercializzato un finto vaccino che riproduce sulla confezione il logo di Migal. Oggi i ricercatori sono più cauti: a giugno entreranno nella prima fase di sperimentazione sugli animali, ci conferma la portavoce dell'istituto. Nel frattempo hanno costituito un nuovo brand, dedicato unicamente alla ricerca del vaccino, MigVax Corp, che si è aggiudicato un investimento di 12 milioni di dollari da parte di OurCrowd, una delle maggiori piattaforme di investimento crowdfunding. La sera del 4 maggio, lo stesso giorno in cui Israele donava 60 milioni di dollari alla raccolta fondi della Commissione Europea per la ricerca sul vaccino, l'allora ministro della Difesa Naftali Bennet - oggi all'opposizione – rilasciava una dichiarazione drammatica: "l'Istituto di ricerca biologica ha fatto un decisivo passo avanti nella ricerca di un anticorpo per il Corona". Il giorno successivo, il telefono dell'Istituto di Ness Ziona non smetteva di squillare, con i reporter speranzosi di ottenere qualche informazione in più che venivano puntualmente rimandati al portavoce del ministero della Difesa. Che rispondeva, appunto, no comment. I commenti sono arrivati due settimane dopo, quando è stato confermato che l'IIBR ha brevettato 8 anticorpi monoclonali efficaci nello sviluppo di una cura per il Covid-19 e, al contempo, ha annunciato di aver concluso con successo la fase di sperimentazione su roditori di un possibile vaccino. Nel primo caso si parla di "vaccino passivo" e l'unicità della scoperta israeliana sta nel fatto che gli 8 anticorpi possono essere somministrati insieme, come in un cocktail, potenziando la capacità di neutralizzazione del virus in un paziente già infettato. I ricercatori hanno anche già realizzato la clonazione in laboratorio dell'anticorpo. In Israele ci sono molti cervelli, ma non esiste ancora nessun ente in grado di procedere con la produzione di massa né di anticorpi né di vaccini. E' questione di giorni e si procederà alla firma di un protocollo di cooperazione sulla ricerca sull'anticorpo tra l'Istituto di Ness Ziona e alcuni centri medici e di ricerca scientifica italiani, con l'intermediazione dell'Ambasciata d'Israele in Italia. Tornando ai primi di febbraio, dopo il mandato conferito da Netanyahu al Prof. Shmuel Shapira, il direttore dell'IIBR, al centro arrivavano, in un'operazione segreta gestita dal ministero della Difesa, svariati campioni del virus, da diversi paesi, tra cui Giappone e Italia. I campioni fornivano ai ricercatori tre versioni del virus, prelevate da un animale, da un corpo malato e da un corpo guarito. Nir Dvory, il corrispondente per gli affari militari del Channel N12, è uno di quelli che sa come arrivare a fonti informate dall'interno. "I ricercatori di Ness Ziona non amano stare sotto i riflettori" dice a "Repubblica", alludendo al fatto che il ministro Bennett, esponendoli con l'annuncio del 4 maggio, li aveva messi in difficoltà, in una mossa orientata a ottenere un ultimo guizzo di gloria prima di liberare la sedia a Benny Gantz e passare all'opposizione. "Dalle informazioni che ho io, posso dire che al ritmo con cui stanno lavorando competono solo con altre 4 o 5 compagnie al mondo nella ricerca del vaccino". E ci rivela anche un dettaglio che, sempre per la politica del no comment, è più probabile che esca su un giornale straniero che israeliano: "Hanno già firmato un contratto con due aziende farmaceutiche per la produzione di massa". Non ci rivela di quali paesi, ma ci conferma che nessuna delle due è cinese.

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