La triste fine di un vecchio comunista Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta Data: 31 maggio 2020 Pagina: 1 Autore: Deborah Fait Titolo: «La triste fine di un vecchio comunista»
La triste fine di un vecchio comunista Commento di Deborah Fait
A destra: Massimo D'Alema
Quale è il paese che Massimo D'Alema sente di ammirare al di sopra di tutto? Nel suo recente saggio di geopolitica "Grande è la confusione sotto il cielo", citazione di Mao Tse Tung, parla della sua enorme considerazione per la Cina senza la quale "Non si va da nessuna parte". Fa strano pensare come questo vecchio comunista ami tanto un paese che è stato sicuramente una grande civiltà, ma che si è macchiato di crimini orrendi contro l'umanità e, allo stesso tempo, odi inesorabilmente un altro paese, Israele, ideatore del socialismo democratico e creatore del Kibbutz, esperimento unico al mondo di comune basata sulla libertà individuale. Forse è quel "democratico" che non piace troppo al nostro ex parlamentare. "La Cina è una grande civiltà con la quale l'occidente deve fare i conti e nulla sarebbe più sbagliato che demonizzare quel paese". Massimo D'Alema o meglio l'arabizzato D'Alemmah, come ci piace soprannominarlo, ha sempre espresso un amore indissolubile per gli arabi, specie se palestinesi terroristi come Arafat, o libanesi Hezbollah con il capo dei quali, Hussein Haji Hassan, nel 2006, alla fine della guerra tra Israele e Libano, andava a braccetto a visitare le rovine di Beirut. Naturalmente lui spiegò la sua passeggiata con i terroristi in questo modo" Spesso in Italia prevale l’ignoranza di trogloditi che non sanno di cosa si parli. Hezbollah rappresenta una parte significativa della società libanese. All’epoca faceva parte della coalizione di governo: il ministro degli Esteri era un accademico islamico espressione di Hezbollah. Siccome io lavoravo per la pace tra Israele e Libano, era inevitabile che incontrassi anche le forze che governavano il Libano". D'Alemmah è sempre stato uno dei peggiori nemici di Israele, fu grande amico e ammiratore del più feroce terrorista del XX secolo, Yasser Arafat. Uno dei suoi cavalli di battaglia era accostare la democrazia israeliana all'apartheid sudafricano, propaganda ancora attuale in certi ambienti comunisti e fascisti fedeli ai loro sentimenti antisemiti/antisionisti. Per gente come D'Alema, che in gioventù tirava, per sua ammissione, molotov a Pisa ("Io ho fatto parte del movimento del '68, ho tirato bombe molotov a Pisa, quando ero studente alla Normale…)", Israele dovrebbe smettere di esistere. E' famosa una sua intervista a Aldo Cazzullo in cui afferma: " Israele non rispetta gli impegni sottoscritti, viola le risoluzioni dell’Onu. Questo alimenta nel mondo arabo l’odio verso l’Occidente. Usa e Europa dovrebbero smetterla di avere nella regione alleati privilegiati, ai cui interessi finiscono per essere sacrificati gli interessi della stabilità e della pace. Noi abbiamo bisogno di un equilibrio fra i diversi Stati e di una convivenza basata sul rispetto dei diritti umani e dei principi del diritto internazionale." Dunque se gli arabi odiano l'occidente è solo colpa di Israele che deve essere isolato e boicottato in tutti i modi possibili. Come esponente politico di un'Europa già antisemita di suo, Massimo D'Alema, come presidente del Consiglio, come ministro degli esteri e rappresentante UE, ha fatto più male a Israele di quanto possa fare il Covid 19. Adesso, fortunatamente per L'Italia, ha abbandonato la politica attiva, la sua eterna propaganda antisraeliana e si è ridotto a tessere le lodi della Cina di Xi Jiping, forse pensando nostalgicamente al leader maximo, Mao Tse Tung, suo maestro. https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/29/cina-tappa-obbligata-per-ripensare-il-mondo-in-crisi-dalema-e-il-dialogo-necessario-con-pechino-per-il-nuovo-ordine-multilaterale/5815536/
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"