La Cina alla conquista dell'Europa Analisi tratta da American Interest
Testata: Il Foglio Data: 25 maggio 2020 Pagina: 2 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «L'Ue non cooperi con un paese predatorio e resista all'espansionismo cinese in occidente»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/05/2020 a pag.II, con il titolo "L'Ue non cooperi con un paese predatorio e resista all'espansionismo cinese in occidente" il commento tratto da American Interest.
Gli ambasciatori in Cina dei 27 paesi europei hanno pubblicato un editoriale sul giornale di partito China Daily per ricordare il 45esimo anniversario dei rapporti diplomatici tra Europa e Cina”, scrive il politologo Jakub Grygiel sull'American Interest: “Anziché essere archiviato in fretta, l'editoriale si è rivelato un disastro diplomatico, specialmente per l'Unione europea. I redattori comunisti hanno censurato il testo su istruzione del ministero degli Esteri, rimuovendo un piccolo accenno alle origini cinesi del Covid-19. Questo atteggiamento non è affatto sorprendente dato che proviene da uno stato totalitario: il comunismo è una grande bugia che teme ogni forma di verità. Dopo tutto, il Partito comunista cinese (Pcc) non è molto diverso dai suoi predecessori a Mosca e in altre capitali mondiali. La cosa più sorprendente è che l'ambasciatore europeo in Cina ha accettato la versione censurata del testo. Ha tollerato una bugia in cambio della promessa di armonia. Ma l'attenzione al testo censurato ignora un aspetto ancora più problematico dell'editoriale: l'atteggiamento dell'Europa verso la Cina. Alcuni soggetti nell'apparato della politica estera europea continuano a sperare in una grande cooperazione con Pechino su vari temi transnazionali. Questo è avvenuto nonostante molti stati membri stiano iniziando a capire che è arrivata l'ora di competere con la Cina. La delegazione europea ha successivamente chiarito di avere accettato la bugia del Pcc pur di pubblicare un editoriale che ‘ha trasmesso dei messaggi chiave riguardanti alcune aree prioritarie a oltre un miliardo di persone. Si tratta di messaggi sul cambiamento climatico e la sostenibilità, i diritti umani, l'importanza del multilateralismo, il summit sulla risposta globale al coronavirus, l'assistenza macroeconomica e la riduzione del debito per i paesi in difficoltà'. Questa giustificazione, oltre all'argomento di fondo dell'editoriale, è ancora peggio dell'accettazione della censura comunista. Indica dei problemi profondi nel modo in cui una parte dell'apparato europeo vede il comportamento della Cina comunista. Pechino continua a essere vista come un partner chiave per l'Ue perché il mondo ha bisogno della sua cooperazione per ‘il cambiamento climatico, la pace, la sicurezza, lo sviluppo sostenibile e il mantenimento dell'ordine globale multilaterale'. Le priorità dell'Ue sono un mix di slogan postmoderni (sostenibilità, multilateralismo) e princìpi tradizionali svuotati di significato. ‘I diritti umani', ad esempio, vengono elencati come un tema per la cooperazione e il dialogo, senza alcun riferimento alle violazioni sistematiche delle libertà fondamentali da parte della Cina. Il governo guidato dal Pcc ha confinato gli Uiguri nei campi di concentramento, arrestato gli avversari politici e messo a tacere gli scienziati che hanno scoperto il virus a Wuhan. Queste non sono delle piccole eccezioni a un comportamento stellare; sono degli strumenti di controllo senza i quali il Pcc non può funzionare. Dovremmo punire la Cina per la sua condotta totalitaria anziché promuoverla come partner. L'editoriale dei diplomatici europei suggerisce che la repressione dei cristiani da parte di Pechino, i ‘campi di rieducazione' per i musulmani e gli aborti forzati sono alcune delle ‘aree prioritarie' di cui discutere, pur non essendo più importanti di altri ‘problemi globali' da risolvere insieme. La diplomazia europea non riesce a vedere la Cina come un rivale. Questo è pericoloso perché sminuisce la sicurezza degli stati membri, e in questo modo indebolisce il senso stesso dell'Ue. La Cina ha saccheggiato le industrie europee più all'avanguardia. La crisi economica causata dalla pandemia aumenterà le probabilità di ulteriori acquisizioni cinesi nei settori industriali chiave in Europa. Oggi non è l'ora di una ‘partnership' con la Cina ma di una politica coordinata per respingere le sue politiche predatorie. Fare affari con un predatore significa arrendersi. Se questo è ciò che propongono di fare i diplomatici europei, allora gli stati membri dell'Ue - almeno quelli che non vogliono essere colonizzati dalla Cina - non vedranno alcun bisogno di far parte di una politica estera comune. E' incoraggiante sapere che questa débâcle europea è stata criticata da alcuni stati membri. Il candidato alla leadership della Cdu tedesca, Norbert Rottgen, si è duramente opposto in un tweet. Eppure altri paesi, in particolare quelli che fanno parte del cosiddetto gruppo ‘16+1' nell'Europa centro-orientale, sono apparsi silenziosi e contenti di continuare a ricevere gli investimenti cinesi, a prescindere da quanto siano predatori. La Commissione europea era sulla giusta strada quando ha definito la Cina ‘un competitor economico nella conquista del primato tecnologico, e un rivale sistemico che propone dei modelli di governo alternativi'. E il comportamento arrogante di alcuni diplomatici cinesi in varie capitali europee - si sono opposti a ogni critica nei confronti della gestione cinese del virus - sembra avere rafforzato il timore di un dominio economico e politico della Cima. I diplomatici europei che hanno scritto l'editoriale sul China Daily sembrano determinati a raggiungere una partnership con una Cina espansionista, in contrasto con le politiche dei paesi membri dell'Ue. Questa divergenza tra gli stati europei consapevoli della competizione con la Cina e gli organi comunitari alla ricerca di un compromesso con Pechino diminuisce il rilievo dell'Ue in un'epoca di competizione tra grandi potenze”.
(Traduzione di Gregorio Sorgi)
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