Israele, il caso dei vestiti dei ragazzi nelle scuole Un'occasione per discutere di laicità
Testata: La Nazione Data: 21 maggio 2020 Pagina: 16 Autore: la redazione di Nazione/Carlino/Giorno Titolo: «'Vietato indossare shorts a scuola': Studentesse israeliane in piazza»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNOdi oggi 21/05/2020, a pag.16 l'articolo " 'Vietato indossare shorts a scuola': Studentesse israeliane in piazza".
Raanana, Israele
Di ritorno questa settimana nelle scuole dopo due mesi di assenza forzata per il Coronavirus, gli allievi israeliani di medie e licei hanno trovato ad attenderli agli ingressi un'altra insidia inaspettata. Un'ondata di calore impietosa e prolungata, con temperature fino a 40 gradi. I maschi sono stati ammessi anche se vestiti in modo 'casual'. Alle ragazze invece è stato vietato tassativamente di presentarsi con pantaloncini corti. Un primo caso isolato di una ragazza in shorts bloccata ai cancelli, verificatosi lunedì nella località laica di Raanana (Tel Aviv), ha subito fatto rumore nei media. La protesta si è estesa ad altri istituti. A Gedera, nel sud di Israele, ieri le studentesse ribelli erano oggi 150, secondo il sito Ynet. Bloccate ai cancelli, sotto al sole, hanno scandito indignate che i loro pantaloncini erano del tutto identici a quelli dei maschi. Poi sono state ammesse in classe, ma sotto la minaccia di sospensioni. In un'altra città laica, Petach Tikwa, una bambina di sette anni è stata obbligata a togliersi un abitino perché - è stato spiegato - «lasciava le spalle scoperte». In alcune località più progressiste - in particolare nella zona agricola di Emek Hefer, a nord di Tel Aviv - le autorità hanno invece sostenuto la lotta delle ragazze rilevando che in quel modo, più ancora che nelle lezioni in classe, dimostravano di aver assimilato concetti base di democrazia e libertà di espressione. Alla Knesset un deputato di sinistra, Nitzan Horowitz, si è scagliato contro «la polizia degli abbigliamenti» che nelle scuole, a suo parere, «dissemina umiliazioni». Nei banchi delle destre la protesta invece non è piaciuta. «Un po' più di modestia - hanno osservato deputati tradizionalisti - non guasta certo». Un giornalista di destra ha poi rilanciato su twitter il codice di abbigliamento stabilito per i suoi dipendenti dal tabloid Yediot Ahronot, che è stato in prima fila nel sostegno alle studentesse. «Anche in quella redazione - ha polemizzato - è vietato girare con pantaloncini corti e sandali da mare».
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