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1939-1945: La Chiesa cattolica in Germania faceva parte della war society
Analisi di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Yehudit Weisz)
In un nuovo rapporto in occasione del 75° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, la Conferenza Tedesca dei Vescovi Cattolici ha finalmente ammesso la complicità della Chiesa nelle azioni del regime nazista durante quel conflitto. Basta solo citare alcune righe del suo testo, per capire cosa dicono gli attuali vescovi sui loro predecessori in tempo di guerra: “La Chiesa cattolica in Germania faceva parte della società che sosteneva la guerra. La volontà patriottica di mobilitare il materiale, il personale e le risorse spirituali della Chiesa per lo sforzo bellico é rimasta ininterrotta fino alla fine ”. Inoltre: “Sia nel settembre del 1939, che da allora in poi, non vi fu alcuna aperta protesta dei Vescovi tedeschi contro la guerra di sterminio nazionalsocialista” e “nella Chiesa tedesca nessuna voce si levò contro gli incredibili crimini, dato che entrambi discriminarono razzialmente gli immigrati e perseguitarono altri, in particolare gli ebrei”.
Vi furono molti altri modi in cui la Chiesa aiutò i nazisti. Il rapporto descrive anche quelli. Si dovrebbe aggiungere che la Chiesa cattolica tedesca aveva percepito i processi del dopoguerra contro i criminali di guerra nazisti come atti di vendetta. Questi grandi criminali erano, ai loro occhi, vittime perseguitate dalla giustizia. Il clero cattolico, incluso il Vaticano, fece parte di coloro che aiutarono migliaia di nazisti a fuggire in America Latina attraverso le cosiddette "ratlines" ( vie di fuga per infami). L'attuale presidente della Conferenza episcopale tedesca, Rev. Georg Bätzing, ha affermato che le ammissioni contenute nel rapporto non sono facili da accettare da parte dei vescovi: “Sappiamo che procedere nei confronti dei nostri predecessori come giudici e giuria non ci soddisfa. Nessuna generazione è libera da giudizi e pregiudizi che sono modellati dal suo tempo ... ma coloro che vengono dopo devono confrontarsi con la storia, per imparare da essa”. Nella sua introduzione al rapporto, Bätzing rivela – notizia che dovrebbe essere scioccante - che solo di recente sono state sollevate serie domande sul comportamento dei vescovi tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Perché i vescovi hanno aspettato 75 anni per questa ammissione? Ad oggi ne sono passate generazioni. Cosa rese così difficile per i vescovi del tempo di guerra ammettere i loro fallimenti? Nel cattolicesimo, la confessione dei suoi peccati da parte dell'individuo gioca a ruolo centrale. Si potrebbe pensare che la natura del cattolicesimo dovrebbe incoraggiare tale ammissione. Anche in confronto ad un altro ente religioso tedesco, i vescovi cattolici impiegarono molto tempo per la loro ammissione. Il sinodo della Chiesa evangelica nell'area della Renania, ha ammesso nel 1980 "la corresponsabilità e la colpa cristiana per la Shoah, la messa fuori legge, la persecuzione e lo sterminio degli ebrei nel Terzo Reich". Il rapporto ci consente anche di ottenere una visione migliore su un episodio scandaloso verificatosi nel marzo del 2007. Ventisette vescovi cattolici tedeschi fecero un pellegrinaggio in Israele. Questo doveva essere un simbolo di riconciliazione tra ebrei e cattolici. Tuttavia, alcuni vescovi lo trasformarono in una visita vergognosa. Gregor Maria Hanke, vescovo di Eichstätt, fece una tipica osservazione dei traspositori della Shoah, suggerendo che gli israeliani si comportano come nazisti. Disse: “Al mattino, vediamo le foto del disumano ghetto di Varsavia e la sera viaggiamo verso il ghetto di Ramallah”. Più tardi affermò di non aver mai avuto l’intenzione di fare un simile confronto. Il vescovo Walter Mixa di Augusta descrisse la situazione a Ramallah come "simile a un ghetto" e disse che si trattava di "quasi razzismo". Mixa si è dimesso dalla sua posizione nella chiesa nel 2010, tra accuse di abusi vari. In seguito fu assolto da alcune di quelle accuse.
Un altro delegato era il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, deceduto, che paragonò la barriera di separazione in "Cisgiordania" al muro di Berlino. In altre occasioni aveva snaturato la Shoah. Aveva anche paragonato la pillola anti-aborto al gas Zyklon B utilizzato nelle camere a gas. In un sermone del 2005 aveva equiparato l'aborto alla Shoah. Altre osservazioni che si dice abbiano fatto questi vescovi non si sono potute verificare. Il cardinale Karl Lehmann, allora presidente della Conferenza episcopale tedesca, aveva parlato allo Yad Vashem dell’aggravarsi dei legami tra ebrei e cattolici. La Chiesa in seguito ha pubblicato che la dichiarazione del cardinale Lehmann era rappresentativa solo della delegazione. Il nuovo rapporto denuncia ulteriormente la delegazione dei vescovi del 2007. I loro membri avrebbero dovuto scusarsi invece di criticare Israele. La criminalità cattolica contro gli ebrei risale a più di 1000 anni prima della collaborazione con Hitler. Ci sono stati secoli di persecuzioni, odio, istigazione e talvolta persino omicidi. Gli accaniti incitamenti cristiani contro gli ebrei fornirono parte dell'infrastruttura per l'azione nazista contro di loro. Nel frattempo, si sta prospettando un altro potenziale scandalo, di una portata ancora sconosciuta. Papa Francesco ha recentemente deciso di aprire ai ricercatori tutti gli archivi del Vaticano sul papato di guerra di Pio XII. Una settimana dopo, a marzo, sono stati chiusi di nuovo a causa della crisi del Coronavirus. Uno dei ricercatori, il cattolico tedesco Herbert Wolf, ha dichiarato di non avere dubbi sul fatto che il Papa fosse a conoscenza della Shoah. Nel 1999, il Vaticano aveva creato una Commissione storica cattolico-ebraica internazionale per indagare sul ruolo di Papa Pio XII durante la guerra. Ne facevano parte tre membri cattolici e tre ebrei. Uno di loro era un israeliano, il compianto Robert Wistrich. Non avendo ricevuto le informazioni richieste, la Commissione sospese le sue attività nel 2001. Ci si chiede in che misura la massiccia secolarizzazione postbellica in Europa sia stata in parte causata dai fallimenti delle chiese durante la Seconda Guerra Mondiale. Da allora, agli occhi del pubblico, la Chiesa cattolica ha ricevuto un tremendo colpo avendo nascosto gravi abusi sessuali da parte dei membri del suo clero. Uno studio commissionato dalla Conferenza episcopale cattolica tedesca ha scoperto che 1670 sacerdoti furono implicati in abusi sessuali in Germania tra il 1946 ed il 2014. E chi sa cosa rivelerà l'enorme archivio del tempo di guerra in Vaticano?
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs. Le sue analisi escono in italiano in esclusiva su IC |
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