Amit Ben Yigal, sergente di Prima Classe dell'Unità Golani, è stato ammazzato Commento di Deborah Fait
A destra: Amit Ben Yigal
Sono passate solo tre settimane da Yom Ha Zikaron, il giorno in cui abbiamo onorato la memoria dei nostri caduti, 23.816, un numero incredibile e assurdo di giovani ammazzati mentre difendevano casa, la loro patria, Israele, di fronte all'indifferenza del mondo intero. Oggi quel numero è aumentato, i nostri caduti sono 23.817. Aveva 21 anni, il suo nome era Amit Ben Yigal, è stato colpito alla testa da una pietra così grande che nemmeno l'elmetto lo ha potuto salvare. E' morto mentre lo trasportavano all'ospedale. Era figlio unico Amit, se avesse voluto avrebbe potuto evitare di fare il soldato ma ha voluto farlo e si è arruolato nella Brigata Golani. I "Golancik" sono i soldati più famosi in Israele.
Il logo della Brigata Golani
La brigata Golani, fondata nel 1948, è una delle unità più decorate di Israele. Ha come simbolo un albero verde su sfondo ocra. Essere un soldato da combattimento, essere un Golancik, come li chiamiamo in Israele, non è una scelta facile e non è da tutti perché viene dal cuore e dall'anima. Significa non dormire, fare addestramenti durissimi fino all'estremo delle forze. Essere un Golancik è considerato un privilegio e significa pensare prima a Israele e poi a se stessi. E' l'unità di combattimento numero uno, la più famosa. Amit lo ha scritto sul suo profilo facebook: " Io, Amit Ben Yigal, sono fiero di essere un Golancik, orgoglioso di far parte di questa gloriosa tradizione, di difendere il mio paese e il mio popolo". La sua morte per mano di un terrorista palestinese ha straziato la famiglia, i suoi amici, i suoi commilitoni e, come sempre accade quando muore un soldato di Israele, il suo funerale è stato seguito da centinaia di persone in lacrime al cimitero militare e da tutto Israele alla televisione. La mamma se lo sentiva, fra le lacrime ha raccontato che, quando all'alba ha sentito i colpi alla porta, si è messa a gridare "No no no, andate via di qua, non voglio, non aprite la porta" quasi sperasse così di allontanare la morte del figlio. Il papà sulla bara con la bandiera di Israele, singhiozzando: "Era il mio unico figlio, non ho altro per cui vivere. Fino a questa mattina alle 6.30 ero un uomo felice. Il tuo armadio è pieno di vestiti nuovi, alzati e indossali, Amit, alzati subito. Io non so cosa fare, abuya (bambino mio), sono solo, completamente solo, abuya. Spero che Dio mi dia la forza di alzarmi ogni mattina." Lo strazio ha coinvolto tutti, basta basta basta, i nostri ragazzi non devono più morire ammazzati da altri ragazzi nutriti di odio. Basta. Amit Ben Yigal, sergente di Prima Classe dell'Unità Golani è stato ammazzato a 21 anni mentre difendeva il proprio paese, Israele. Il resto del mondo resta vergognosamente indifferente a questa mattanza terroristica che ha colpito Israele dal primo giorno della sua fondazione. Riposa in pace, Amit, e dai ai tuoi genitori la forza di sopravvivere.
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"
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