Il governo italiano e il caso Silvia/Aisha Romano Analisi di Fiamma Nirenstein, Deborah Fait
Testata: Il Giornale Data: 12 maggio 2020 Pagina: 1 Autore: Fiamma Nirenstein - Deborah Fait Titolo: «Se il governo italiano si inchina alla jihad - Mi chiamo Aisha!»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 12/05/2020, a pag. 1 con il titolo "Se il governo italiano si inchina alla jihad" l'analisi di Fiamma Nirenstein; a seguire il commento di Deborah Fait.
A destra: Silvia/Aisha Romano
Con l’eccezione del Giornale e di Libero, i quotidiani di oggi portano l’impronta dell’imbarazzo nel raccontare la vicenda di Silvia Romano. Rivelano l’ignoranza della reale portata del terrorismo islamista che da Al Qaeda in poi, fino all’Isis con tutte le sue filiazioni, rappresenta ciò che l’Occidente e il cristianesimo preferiscono non raccontare. C’è chi fa elenchi delle tante vite di Maometto, escludendo con cura quelle biografie che includono il massacro degli ebrei di fronte al loro rifiuto di convertirsi, deciso da Maometto quando diede vita alla nuova religione tra il V e il VI secolo dell’era cristiana, una radice che, se conosciuta, aiuterebbe a capire la realtà del gruppi terroristi. L’Osservatore Romano ignora oggi addirittura ogni tipo di cronaca che riguardi Silvia Romano. Stupiscono poi le testate nazionali, ripetiamo con l’esclusione del Giornale e di Libero, che scelgono gli aspetti emotivi, privilegiando le cronache riduttive che nascondono le domande che invece tutti dovremmo porci. Per fortuna c’è Netflix, l’unico canale televisivo che diffonde le produzioni dei paesi arabo musulmani sunniti, che attraverso storie impressionanti perché vere ci fanno conoscere gli orrori del terrorismo. In quelle storie ce ne sono di simili a Silvia Romano. I media cartacei, scegliendo il basso profilo – e in molti casi la complicità attraverso il silenzio e l’omissione- hanno perduto l’opportunità di farci credere all’importanza della loro sopravvivenza. Ignorare la componente islamista del terrorismo che colpisce le popolazioni musulmane, di fatto abbandonate al loro destino di vittime, è un altro segnale inascoltato della fine dell’Europa. (IC redazione)
Ecco gli articoli:
GIORNALE - Fiamma Nirenstein: "Se il governo italiano si inchina alla jihad"
Fiamma Nirenstein
La libertà di religione e di opinione non c'entrano con la scelta di Silvia: si tratta di accettare, comunque la si travesta, l'opzione di distruggere l'Occidente con le sue libertà dopo un training ideologico di quasi due anni in cui le si è ripetuto che si deve scegliere la morte sulla vita. Questo è il mantra che ripete il mondo in cui la ragazza italiana rapita è stata indottrinata, non risulta che in parallelo abbia frequentato una scuola di islam moderato. Proveniente da quell'ambito, dopo 536 giorni di prigionia nelle mani di Al Shabaab e un prezzo forse di 4 milioni pagato dal governo, è scesa dal volo incartata nell'hijab. Avrebbe potuto giungere almeno vestita come Silvia faceva, dato che l'abito in certe occasioni fa il monaco. Poiché la consideriamo un essere intelligente, dobbiamo pensare che abbia usato il corpo per violare l'icona in base alla quale l'Italia ha combattuto una battaglia di servizi per 18 mesi. L'icona era quella della 23enne sbracciata, abbronzata, scherzosa come lo sono i ragazzi in giro per il mondo per una buona causa. Quella non c'è più: avanza giù dalla scala dell'aereo Aisha, imbacuccata, reduce da un misterioso rapporto in cui Al Shabaab l'ha costretta o ipnotizzata. «Sono diventata islamica», ha detto subito, fiera del suo nuovo nome, aggiungendo che nessuno l'ha costretta. Anzi, la trattavano bene, ha detto, immemore del fatto che quelli delle donne fanno schiave sessuali, le vendono, le picchiano, le lapidano quando le sospettano di tradimenti, le usano per il riposo del guerriero, come fattrici del terrore, o suicide. Sballottata fra foreste e strade dove manca tutto, nelle mani di un branco di assassini fra i 7 e i 9mila che hanno nella loro carta di fondazione l'amputazione della mano, la lapidazione, l'avvento dell'islam mondiale come missione. Al Shabaab ha commesso così tante atrocità che è impossibile elencarle. Il premier Giuseppe Conte e il suo ministro degli Esteri Luigi Di Maio se sapevano del cambio d'identità, mentre all'aeroporto salutavano la gioia italiana, sacrosanta, di riportare a casa una prigioniera, dovevano trovare una parola che evitasse lo striscione di propaganda per il terrorismo. Se in Italia c'è libertà di religione, non è ideologia, e se Silvia ha il diritto di essere salvata e, come figlia di una democrazia, quello di cambiare religione, l'islam di Al Shabaab è un nemico, e la sua educazione non è stata tenuta da anime pie. Quindi il buon senso chiedeva che Conte e Di Maio ribadissero in nome di che cosa la ragazza era stata salvata; che l'ideologia base dell'islamismo conquistatore, tagliagole, esplosivo in primis contro gli islamici considerati traditori, di cui fa strame, qui non ha posto. Un messaggio chiaro che in Occidente i leader non sanno ripetere, non piace pronunciare la parola islam associandola a terrorismo, ma qui era indispensabile fare chiarezza. Si è generata un'indegna manipolazione, che ha usato come veicolo Silvia, compiuta da chi ci odia. I sorrisi del governo dovevano avere una chiara postilla.
Mi chiamo Aisha!
Commento di Deborah Fait
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"
Comunque mi sono messa a scrivere un po' di questa fanciulla partita dalla scuola keniota dove faceva volontariato, magra e moderna, in calzoncini inguinali e canottiera, e tornata, dopo 18 mesi di soggiorno in Somalia, grassa e intabarrata in una specie di chador somalo che tutto copre meno il volto. "Mi chiamo Aisha – ha detto- e sono convertita all'islam". Ma non basta, In aereo si è categoricamente rifiutata di cambiare abito per ricomporsi e poi uscire dal portellone, un po' più umilmente, con un paio di jeans e una maglietta e magari dire "grazie Italia". Niente di tutto questo è accaduto, è uscita come una catapulta, pancia in fuori, prepotente, sguaiata come fosse una diva di Hollywood, rideva come una matta levandosi addirittura la mascherina obbligatoria e, a passo deciso, si è diretta dove l'attendevano le autorità e la famiglia. Baci e abbracci sempre senza mascherina. Il premier Conte e il ministro degli esteri Di Majo erano silenziosi, forse un po' imbarazzati, non so se a causa del comportamento scomposto e zotico della fanciulla e di tutta la sua famiglia o se per aver sborsato 4 milioni di euro degli utenti italiani per riportarla a casa. Che poi non si sa se Aisha ritenga ancora l'Italia casa sua, stando alle sue dichiarazioni: "tornerò in Africa", ha detto. Ma allora non potevano risparmiare tutti quei soldi e lasciarla là? Senza contare la quota pagata ai servizi segreti turchi. Vi ricordate le due Simone? Anche loro erano state trattate tanto bene, tutti gentlemen educati a Oxford sti terroristi e anche loro hanno avuto una conversione. Dunque, par di capire che, per aiutare ragazze italiane a diventare musulmane dobbiamo farle rapire per poi pagare milioni di riscatto, ma allora non sarebbe meglio informarle che se vanno a fare le sacerdotesse de "La pace nel Mondo" in zone pericolose, poi sono cavoli loro se vengono rapite dai machi di AlQueda? Fatemi citare Alessandro Sallusti in proposito:" chi ha mai visto un ebreo uscire da Auschwitz vestito da nazista e convertito grazie alla lettura di Mein Kampf?" Tutti da giovani volevamo salvare il mondo, io volevo andare dai lebbrosi del dottor Schweitzer quando avevo 15 anni, ma a mio proprio rischio e pericolo. Vorrei ricordare che esiste una legge italiana, varata all'epoca dell'Anonima sarda che vieta di pagare il riscatto ai rapitori, mandavano ai parenti orecchie mozzate, dita tagliate ma non ricevevano soldi finchè si sono stufati e sono finiti, in parte, in galera. Allora mi si spieghi perché, per soddisfare i terroristi islamici, il governo italiano va contro una legge dello stato, sapendo che i milioni servono per acquistare altre armi e portare a termine altri rapimenti? Umberto Galimberti scrive su la Stampa "La conversione di Silvia Romano è personale ma può insegnare a tutti noi il senso religioso che l'occidente ha ormai perso". Non sono d'accordo, io penso e credo che chiunque possa cambiare religione, idee, stato, tutto quello che vuole, ma lo deve fare a proprie spese. Nel momento in cui la conversione di qualcuno costa soldi alla comunità, a volte anche la vita di chi va a salvare chi si trova in pericolo, allora, NO! Allora quelle conversioni non sono più personali ma nocive per un'intera nazione quindi noi che paghiamo riscatti milionari con le nostre tasse, facendo sacrifici enormi, abbiamo il diritto di criticare. Sono molto felice che Aisha Romano si sia integrata presto nel gruppo dei suoi rapitori e che non sia stata uccisa ma non sono tra coloro che battono le mani urlando Bentornata perché ho la mia miserrima pensione cui pensare mentre i suoi amici contano 4 milioni di euro ridendo alla faccia del governo italiano e di tutti noi.
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