Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/05/2020 a pag.2 con il titolo 'Reti 5G, industria e aiuti Cina e Russia sfruttano il virus per avere più potere in Italia' l'intervista al segretario alla Difesa americano Mark Esper di Paolo Mastrolilli; di Francesco Semprini, la cronaca "Pompeo accusa Pechino della pandemia: 'Il Covid arriva dal laboratorio di Wuhan' ".
Ecco gli articoli:
Paolo Mastrolilli
«Russia e Cina si stanno approfittando di una situazione unica per far avanzare i loro interessi». L'allarme viene dal segretario alla Difesa americano Mark Esper, che con questa intervista esclusiva a «La Stampa» invita Roma a tenere alta la guardia, annuncia gli aiuti che il Pentagono fornirà al nostro Paese per fronteggiare il coronavirus, e denuncia i rischi che correremmo facendo costruire il network 5G a Huawei. Esper è stato compagno di corso del segretario di Stato Pompeo all'accademia di West Point, e fa parte del gruppo dei collaboratori più ascoltati dal presidente Trump. Ha servito durante la Guerra del Golfo con i paracadutisti della 101st Airborne Division, le mitiche «Screaming Eagles» passate alla storia come il primo reparto che all'inizio dello sbarco in Normandia saltò dietro le linee naziste, e poi ha comandato una compagnia del 3-325 Airborne Battalion Combat Team a Vicenza.
Il 20 aprile lei ha autorizzato il Dipartimento alla Difesa ad aiutare l'Italia per affrontare il coronaviurs. Può darci i dettagli di cosa intendete fare? «Prima di tutto lasciatemi dire che è stato molto doloroso per noi al Dipartimento vedere l'Italia combattere con il devastante attacco della pandemia Covid-19. Il vostro Paese ospita oltre 30.000 soldati americani e le loro famiglie, schierate da voi per la nostra sicurezza comune, e noi vi consideriamo uno dei nostri alleati più stretti e di vecchia data. Mia moglie e io siamo stati di base a Vicenza, quando ero un giovane capitano, e il mio figlio maggiore è nato là. Siamo soddisfatti di poter contribuire agli sforzi del governo Usa per sostenere l'Italia, nostro alleato Nato, dove possiamo, anche mentre combattiamo il virus qui negli Usa, perché sappiamo che siamo in questa battaglia tutti insieme. Fornirvi assistenza non aiuterà solo gli italiani, ma rafforzerà anche la resilienza globale e la sicurezza dei nostri partner e alleati, specialmente alla luce dei forti contributi del vostro Paese alla Nato e alle operazioni della coalizione. Il 20 aprile ho autorizzato il generale Wolters, comandante dello U.S. European Command, e i comandanti di supporto come l'ammiraglio Foggo della U.S. Naval Forces-Europe di Napoli, a fornire assistenza umanitaria e supporto all'Italia. Ciò avverrà in varie forme, incluso procurare forniture mediche e di soccorso umanitario; aiutare con il trasporto e la costruzione di ospedali da campo ed equipaggiamenti per la risposta; gestire la logistica per la consegna dei materiali sanitari, il carburante e il cibo; e aiutare la cura di pazienti italiani non Covid-19 nelle strutture mediche italiane».
Mark Esper
Cina e Russia hanno mandato aiuti all'Italia, accompagnati nel caso della Russia da personale militare e di intelligence. La loro presenza, e i tentativi di Pechino e Mosca di guadagnare influenza in Italia, rappresentano un rischio per la sicurezza della Nato e il rapporto bilaterale con gli Usa? «Rimaniamo consci del fatto che alcuni possono cercare di usare la pandemia, e le sfide economiche derivanti che tutti fronteggiamo, come un'apertura per investire in industrie e infrastrutture critiche, che possono avere effetti sulla sicurezza di lungo termine. Io ho ribadito che tutti gli aiuti offerti da ogni Paese devono essere materiali di qualità, e liberi da condizioni ed interferenze. La Nato resta pronta e vigile contro tutte le sfide, e lo abbiamo riaffermato durante l'incontro virtuale tra i ministri della Difesa a cui ho partecipato la settimana scorsa. Abbiamo concordato che i potenziali avversari cercheranno quasi certamente di sfruttare questa situazione per far avanzare i loro interessi e seminare divisione nell'Alleanza e in Europa. Insieme ai nostri alleati Nato compiremo passi significativi per assicurare che la crisi sanitaria non diventi una crisi di sicurezza. Ho ripetutamente sollecitato Russia e Cina ad essere trasparenti con l'informazione durante questa crisi. Raccomando anche che le loro donazioni ad altri Paesi siano di qualità e senza condizioni».
La Nato dovrebbe includere nella sua missione la protezione dalle pandemie? «Ne hanno discusso i ministri degli Esteri e della Difesa. I militari alleati hanno già un ruolo chiave nel supporto degli sforzi civili nazionali e la Nato ha un meccanismo in funzione per affrontare questa crisi. Il Nato Disaster Response Coordination Centre, già attivo, opera 24 ore al giorno coordinando le richieste di aiuto di alleati e partner. La risposta collaborativa della Nato a questa epidemia globale è stata molto robusta. É un esempio rincuorante di alleati che aiutano alleati, incluso il supporto bilaterale all'Italia del dipartimento alla Difesa».
Lei vede il rischio di una nuova Guerra Fredda con Cina e Russia? Come dovrebbero rispondere gli alleati occidentali, in termini di postura militare e sfide tecnologiche, tipo la possibilità che la compagnia cinese Hauwei costruisca il nostro network 5G? «Questa crisi senza precedenti nella storia dell'Alleanza evidenzia il supporto collettivo dei Paesi membri, prova la forza dei legami tra di loro, e sottolinea la credibilità della deterrenza fornita dall'Alleanza. Purtroppo Russia e Cina stanno entrambe approfittando di una situazione unica per far avanzare i loro interessi. La Russia ha fornito assistenza medica all'Italia, ma poi ha cercato di usarla per seminare la discordia tra Roma e i suoi alleati con una campagna di disinformazione. Gli Usa sperano che l'assistenza di Mosca all'Italia sia stata utile, e hanno fiducia che gli apparati per la sicurezza nazionale italiana restino vigili, finché il contingente russo resterà nel vostro territorio. Quanto alla seconda parte della domanda, Huawei e il 5G sono un importante esempio di questa attività maligna da parte della Cina. Ciò può danneggiare la nostra alleanza. La dipendenza dai fornitori cinesi di 5G, ad esempio, potrebbe rendere i sistemi cruciali dei nostri partner vulnerabili a interruzione, manipolazione e spionaggio. Questo metterebbe a rischio le nostre capacità di comunicazione e condivisione dell'intelligence. Per contrastare tutto ciò, noi incoraggiamo gli alleati e le compagnie tecnologiche americane a sviluppare soluzioni alternative di 5G, e stiamo lavorando con loro per condurre i test di queste tecnologie in diverse basi militari negli Usa mentre parliamo».
Balagh, pubblicazione vicina ad Al Qaeda, ha definito il coronavirus come «uno dei soldati di Allah». Esiste il rischio che i gruppi jihadisti sfruttino la crisi per scatenare violenze? «Mentre la pandemia ha costretto molti Paesi a guardare al loro interno per proteggere la propria popolazione, come era giusto, il dipartimento alla Difesa degli Usa e i ministeri della Difesa di tutti i nostri alleati continuano a tenere alta la guardia all'esterno, verso coloro che potrebbero tentare di trarre vantaggio dall'attuale crisi. Si tratti delle navi cinesi che cercano di compromettere la libertà di navigazione, gli apparecchi russi che mettono alla prova il nostro spazio aereo, o le imbarcazioni iraniane che provano a interdire i trasporti marittimi, noi dobbiamo essere pronti a reagire ad ogni minaccia. Questa è la ragione per cui il nostro network globale di partner e alleati deve mantenere la prontezza e la capacità di condurre la propria missione, perché i nostri avversari non stanno smobilitando, inclusi Al Qaeda, l'Isis, e altre organizzazioni terroristiche nel globo. Gli Usa continuano ad essere pronti con l'Italia e la Nato, nella coalizione internazionale per sconfiggere l'Isis e attraverso altri mezzi di cooperazione, per affrontare ognuna di queste minacce».
Francesco Semprini: "Pompeo accusa Pechino della pandemia: 'Il Covid arriva dal laboratorio di Wuhan' "
Francesco Semprini
L'amministrazione degli Stati Uniti sferra un attacco coordinato e concentrico nei confronti della Cina per le sue presunte responsabilità in merito alle genesi e alla gestione dell'epidemia di Covid-19. «Ci sono numerose prove sul fatto che il coronavirus arrivi dal laboratorio di virologia di Wuhan», tuona Mike Pompeo. Il segretario di Stato è convinto che Pechino «ha fatto tutto il possibile affinché il mondo non venisse a sapere in modo tempestivo cosa stava accadendo nel Paese: «Questo è un classico sforzo di disinformazione comunista». Pompeo non spiega se la fuga del virus sarebbe avvenuta per caso o di proposito, ma la sua è l'ultima di una serie di accuse in questo senso partite da Washington nei confronti di Pechino e dei suoi presunti «fiancheggiatori». Proprio per la supposta dipendenza dalla Cina nella crisi, gli Usa hanno tagliato i fondi all'Organizzazione mondiale per la sanità (Oms). Gli insabbiamenti, secondo alcune ricostruzioni degli Usa, sarebbero avvenuti in un primo momento ad opera dei funzionari del Partito comunista di Hubei, la provincia dove si trova Wuhan, e in un secondo momento dal Politburo della capitale. A rincarare la dose è Peter Navarro, superconsigliere per le politiche commerciali di Donald Trump il quale ribadisce come la linea oscurantista del regime capital-comunista abbia prevalso per tutelare interessi propri, tenere lontani sospetti su eventuali sperimentazioni condotte nei laboratori del regime ed evitare macchie sull'immagine del Dragone. «Ora - chiosa il "falco" repubblicano - ci si deve chiedere se la Cina debba essere ritenuta responsabile per la pandemia». Le accuse giungono, probabilmente, sulla base dei riscontri ottenuti dagli 007 americani che sulla genesi del Covid-19 stanno indagando da oltre un mese. L'attenzione degli esperti si concentrerebbe su Shi Zhengli, nome in codice "Bat Woman", la scienziata incaricata di condurre le sperimentazioni sui pipistrelli nel laboratorio di Wuhan. Si seguono diverse piste sulla virologa tra cui le presunte relazioni pericolose del suo laboratorio con l'Università del Texas, su cui il dipartimento dell'Istruzione americano starebbe facendo luce. Il sospetto è che l'ateneo abbia ricevuto donazioni, finanziamenti e regali proprio dall'Istituto di virologia a cui fa capo «Bat Woman» senza denunciarli come prevede la legge. Le autorità stanno indagando inoltre su presunti legami anche con il Partito comunista cinese e un intreccio di finanziamenti che vede l'ateneo collegato ad aziende come Huawei e China National Petroleum. La pista di Wuhan porta soprattutto in Francia: Shi Zhengli ha preso il dottorato alla Montpellier 2 University nel 2000 e il laboratorio di Wuhan è figlio di una collaborazione tra Parigi e Pechino durata sino a poco prima della comparsa del virus. Sarà forse un caso (a Washington non ne sono tutti convinti) ma proprio dall'ambasciata cinese a Parigi è giunto il tweet di un cartone animato in stile «Lego» sulla vicenda Covid-19 nel quale gli Usa vengono dipinti come ignoranti e arroganti.
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