Tunisia: una titolazione che contraddice l'articolo con la cronaca di Giordano Stabile un effetto della nuova direzione Giannini?
Testata: La Stampa Data: 26 aprile 2020 Pagina: 15 Autore: Giordano Stabile Titolo: «La onlus Lgbt: 'Prime nozze gay riconosciute nel mondo arabo'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/04/2020, a pag.15, con il titolo "La onlus Lgbt: 'Prime nozze gay riconosciute nel mondo arabo' ", la cronaca di Giordano Stabile.
Il titolo non corrisponde al contenuto dell'articolo di Giordano Stabile. Non c'è infatti nessuna apertura al matrimonio lgbt nei Paesi arabi, dal momento che l'unione di cui Stabile scrive è avvenuta in Francia. La persecuzione degli omosessuali nei Paesi islamici - Tunisia compresa - avviene nel silenzio complice dei movimenti LGBT dei paesi occidentali., della UE, dell'ONU e dei vari governi europei. Speriamo non sia un brutto segnale della nuova direzione Giannini.
Ecco l'articolo:
Giordano Stabile
Una manifestazione per i diritti lgbt in Tunisia, ma non è la rondine che fa primavera, leggere il pezzo di Stabile.
La Tunisia riconosce per la prima volta un matrimonio gay, fra un proprio cittadino e un francese, e le associazioni per diritti degli omosessuali nel mondo arabo esultato per la svolta storica. Le unioni fra persone dello stesso sesso non sono riconosciute in alcun Paese arabo ma Tunisi ha già fatto da apripista in altre battaglie civili, per esempio per quanto riguarda l'uguaglianza fra uomini e donne sull'eredità. Il tabù dell'omosessualità è però molto più forte e la decisione dell'anagrafe di riconoscere le nozze, celebrate in Francia, è destinata ad avere un impatto maggiore. L'associazione Shams, "sole" in arabo, sottolinea come sia "una prima assoluta in Tunisia e nel mondo arabo" e precisa che "il contratto di matrimonio tra un cittadino francese e un tunisino, sottoscritto in Francia, è stato riconosciuto e annotato nell'atto di nascita dell'anagrafe tunisina". Il neo-sposo, che ha anche ottenuto un visto per il ricongiungimento familiare, ha 26 anni e il marito francese 31. La decisione, continua Shams, «va nella giusta direzione di stabilire il principio del libero arbitrio dell'individuo e il principio di uguaglianza e non discriminazione».
Omosessuali in prigione La svolta ha stupito lo stesso presidente di Shams, l'attivista ed ex candidato alle presidenziali Mounir Baatour. Avvocato alla corte di Cassazione, Baatour ha però notato su Twitter che «omosessualità è ancora punita con la prigione in Tunisia e numerosi omosessuali giacciono in questo momento nelle celle». La candidatura di Baatour alle presidenziali dello scorso 15 settembre, poi vinte dall'accademico conservatore Kais Saied, era stata alla fine respinta dalla commissione elettorale ma l'avvocato non si era dato per vinto. Si era presentato con un grande bandiera arcobaleno per sottolineare le sue idee senza infingimenti. Baatour, che è anche presidente del Partito liberale tunisino, ha scontato lui stesso tre mesi di prigione con l'accusa di "sodomia" per aver avuto una relazione con liceale diciassettenne, fatto sempre negato. La condanna gli è costata la possibilità di candidarsi, anche se la legge non esclude in maniera esplicita l'esclusione di canditati con precedenti penali. «Essere omosessuale non cambia niente – aveva precisato allora – la mia è una candidatura come tutte le altre, ho un programma economico, culturale, sociale ed educativo che interessa tutti i tunisini». La strada verso i pari diritti è ancora lunga anche in Tunisia. Ma la decisione dell'anagrafe potrebbe essere un segnale importante da parte del governo a orientamento progressista guidato dal premier Elyes Fakhfakh.